“Tutti pazzi per Emanuele Azzi”. Suona più o meno così uno dei tanti cori personalizzati dei tifosi dell’Iren Torino 81; il soggetto è naturalmente Emanuele Azzi, difensore, esterno, ultimamente anche centroboa della prima squadra torinese di pallanuoto, studente di chimica a un passo dalla laurea e bandiera gialloblu, da diverse stagioni nella Torino 81. Nelle ultime due giornate sono arrivate altrettante sconfitte per i ragazzi allenati da Simone Aversa, che domani alle 18 affronteranno in trasferta il Chiavari Nuoto. “I presupposti per una buona prestazione da parte nostra ci sono tutti” afferma Emanuele, “gli ultimi passi falsi dopo un ottimo inizio di campionato ci hanno caricato in settimana. Inoltre Chiavari è un campo in cui non vinciamo da due anni; ripartire con i tre punti in una difficile trasferta ligure sarebbe una grande soddisfazione”.
Altra fonte di motivazione è stata senza dubbio la partita di World League dell’Italia, vinta martedì contro la Germania al Palazzo del Nuoto. “Una grande emozione” è il commento del 22enne pallanuotista di Poirino, “abbiamo visto la nazionale prepararsi alla sfida nei luoghi dove ci alleniamo quotidianamente e abbiamo apprezzato i gesti tecnici dei campioni. Il match è stato molto coinvolgente, per la partecipazione di pubblico e per il ritorno del Settebello a Torino dopo quasi 40 anni”.
Emanuele Azzi ha respirato l’azzurro in prima persona, nel 2010 con la convocazione nella nazionale giovanile. La sua carriera cominciò però molto tempo prima, dopo una prima vita sportiva da calciatore. “A 11 anni decisi di cambiare” ricorda, “e iniziai a praticare la pallanuoto con la Dinamica (allora R.N. Chieri)”. Qualche stagione più tardi la Torino 81 conquistò l’A2 e schierò anche una formazione under 17, composta dai migliori giovani del proprio vivaio e di quello della Dinamica: “giocai per un anno con il doppio tesseramento, in C con la mia prima società e nel campionato di categoria; il definitivo passaggio in gialloblu avvenne nell’anno della maturità, nel 2009/2010”.
Con una storia del genere alle spalle Emanuele è a tutti gli effetti uno dei giocatori più esperti della Torino 81, pur essendo ancora molto giovane. “È una situazione molto stimolante” spiega, “l’essere un “senatore” comporta più responsabilità in acqua, sia in allenamento che in partita; durante la settimana devo lavorare sodo per dare il buon esempio ai ragazzi più piccoli (oltre che naturalmente per migliorare me stesso). In alcuni momenti del match invece devo rischiare qualcosa in più, prendere la decisione giusta nel momento decisivo. D’altra parte non devo esagerare, ho ancora tanto da imparare dai più “anziani” e dal mio allenatore”.
Forse sono proprio loro i modelli di riferimento di Emanuele Azzi. Simone Aversa, osservato e tifato dalle tribune nell’età delle giovanili, poi compagno di squadra e adesso coach; Ivan Vuksanovic, esempio di talento e abnegazione; e tutti gli altri compagni, un gruppo di amici oltre che di ottimi giocatori.
Luca Bianco
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