Pallanuoto: la Torino 81 ripensa a Italia-Croazia in attesa della sfida di stasera contro Chiavari

Una finale olimpica a due passi da casa. Ecco cos’è stata Italia-Croazia per i molti appassionati di pallanuoto che martedì sera hanno gremito la tribuna del Palazzo del Nuoto, per assistere al match di World League tra l’oro e l’argento di Londra 2012. Da un lato la Croazia, schierata con i 13 “titolarissimi”, dall’altro un Settebello al contrario abbastanza sperimentale, per gli infortuni e per la possibilità di provare diversi giovani e alcune posizioni in campo avendo già in tasca la qualificazione alle final six di Bergamo. Da questo punto di vista, come affermato dallo stesso ct Sandro Campagna, la sconfitta di misura per 8-7 è stato un ottimo risultato. “L’aspetto tecnico più interessante è stato la piscina di lunghezza ridotta” commenta Simone Aversa, allenatore della Torino 81, “giocare in 25 metri anziché 30 cambia parecchio, specialmente a questo livello dove tutti i giocatori sono forti fisicamente e occupano molto bene lo spazio. In certe situazioni i giocatori avevano davvero poca libertà di movimento e questo ha penalizzato più l’Italia, che fa del ritmo e della velocità le sue armi principali, soprattutto contro gli avversari più fisici come la Croazia”. Conseguenza diretta della piscina più corta è la possibilità di arrivare al tiro più velocemente, generando quindi un maggior numero di conclusioni e di reti. L’esperimento della World League si spiega con la volontà di rendere la pallanuoto più divertente, dando per scontato che tanti gol siano sinonimo di spettacolo.

Un altro sviluppo del gioco, futuro ma neanche troppo lontano, potrebbe essere la riduzione del numero di giocatori, per ovviare ai problemi di spazio derivanti dal giocare in sette in una piscina più piccola di quella classica, per velocizzare le azioni e la circolazione della palla. È già in calendario un torneo internazionale giovanile in cui le squadre scenderanno in campo con cinque giocatori di movimento (anziché sei) più il portiere. Che effetto farà sentir parlare di “Seibello” anziché di Settebello? Inoltre, la manifestazione citata prevede un’altra novità e cioè l’impiego di un pallone più piccolo e leggero, simile a quello della pallanuoto femminile, che darà ovviamente una mano agli attaccanti.

“Il nostro sport si sta evolvendo nelle regole ma anche nel gioco” prosegue coach Aversa, “si gioca meno sul centroboa e gli atleti stanno diventando più universali, con ruoli meno definiti. L’altra sera è stato evidente per la nostra nazionale, anche perché le assenze hanno colpito proprio il reparto dei centroboa, ma anche la Croazia ha provato soluzioni differenti. Al di là dell’incontro, è stato molto interessante seguire gli allenamenti degli azzurri, dai quali si possono trarre alcuni spunti anche per il nostro lavoro”.

A proposito di questo, in settimana la Torino 81 ha cercato di dimenticare la brutta sconfitta di Trieste e di preparare la sfida di stasera, in programma alla Monumentale alle 18.30 contro Chiavari, nella nona giornata del girone nord di A2. Oltre agli infortunati Falchi e Seinera, il tecnico gialloblu dovrà fare i conti con una condizione fisica generale non al top, che negli ultimi giorni non ha permesso alla squadra di allenarsi al completo e al cento per cento. “Abbiamo convocato il giovanissimo Saverio Giorgio (classe 1999)” spiega Simone Aversa, “e in partita dovremo gestire con attenzione le rotazioni per risparmiare un po’ di energie”.

Chiavari ha nella difesa il suo maggior punto di forza e schiera Andrea Mangiante, classe ’76, vincitore di campionati e coppe europee con la Pro Recco e con un passato in nazionale; nel 2011 è stato squalificato per doping ma all’inizio di questa stagione è rientrato. Un giocatore completo, un elemento di categoria superiore da limitare in tutti i modi.