Se il campionato dell’Iren Torino 81 è stato sin qui quasi perfetto, con tre vittorie nelle prime quattro giornate, parte del merito è sicuramente di Andrea Rolle, primo portiere e giocatore storico della società torinese, spesso decisivo con i suoi interventi. Sabato alla Monumentale arriverà l’Andrea Doria, formazione ligure con 6 punti in classifica. “È una squadra che non ho mai affrontato ma conosco alcuni loro elementi molto validi” spiega il numero 1 gialloblu, “penso che cercheranno di rallentare il ritmo per non andare sotto fisicamente. Noi dovremo invece essere aggressivi da subito, sfruttando la spinta che il nostro pubblico è in grado di darci; tifosi caldi e numerosi come i nostri non si incontrano da nessun altra parte in Italia”.
Questo Andrea Rolle lo sa bene, avendo girato tutte le piscine di pallanuoto più prestigiose del nostro paese. L’anno scorso ha giocato a Savona in serie A1, una scelta dettata dalla curiosità. “Mi chiedevo se fossi capace di allenarmi e competere ai massimi livelli” racconta, “così colsi l’occasione di giocare nel massimo campionato con una squadra da sempre al top. I primi due mesi sono stati faticosi, con diverse ore di lavoro in acqua tutti i giorni, poi ho preso il ritmo e ho vissuto un’esperienza molto positiva e ricca di soddisfazioni”.
Una finale di Coppa Italia e una di Supercoppa Italiana (entrambe perse contro Recco), i quarti di Coppa Len, un terzo posto in regular season e la sesta posizione finale in campionato; questa nei numeri l’ultima stagione del portiere gialloblu. “Al di là dei risultati ho trovato un bel gruppo di giocatori, molti giovani e professionisti (qualcuno con trascorsi in nazionale) e mi sono integrato bene. Ma qui alla Torino 81 è un’altra cosa, con i miei compagni sono cresciuto sportivamente e non solo; siamo amici anche fuori dall’acqua, conosciamo pregi e difetti di ognuno, siamo praticamente una famiglia. L’anno scorso mi è mancato questo gruppo”.
Nell’estate il ritorno alla base, con un bagaglio di esperienza decisamente arricchito. “A1 e A2 non sono così distanti in realtà; cambiano velocità e ritmo durante i match, in A1 la palla gira più rapidamente. Soprattutto ci si allena di più, in poco tempo ho preso addirittura 10 kili. Per quanto riguarda il mio ruolo ho allenato gambe e schiena per tenere una posizione più verticale, più adatta per contrastare il tiro avversario. In A1 c’è meno tempo, le conclusioni arrivano un po’ più forti e un po’ prima, bisogna essere pronti”.
La prontezza è forse la caratteristica chiave per un portiere. “È un ruolo straordinario, diverso dagli altri. La difficoltà non è tanto a livello fisico quanto mentale, bisogna essere decisivi nei pochi momenti in cui sei chiamato in causa. Ho iniziato a praticare questo sport tardi, avevo già 15 anni e fui spedito in porta per le mie braccia lunghe. Volevo giocare a calcio, come attaccante, ma i problemi alla schiena mi costrinsero a scegliere un’altra disciplina”. Più di dieci anni dopo Andrea Rolle è ancora in acqua, a difendere la porta della Torino 81 e a strappare applausi per le parate incredibili che sa regalare.
Luca Bianco
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