È sempre il momento giusto per partire e abbandonarsi alla meaviglia e allo stupore di un viaggio. Anche d'autunno, quando la frenesia dei sanfermines, con la folle corsa dei tori, è ormai lontana. Pamplona, tolto l’abito della festa, si abbandona al clima dolce e rilassato dell’autunno in Navarra. È adesso che si scopre il fascino di una città dal doppio volto: quello medievale di vicoli, piazzette e grandi monumenti, e quello della città moderna, coi suoi viali alberati e i giardini zen. L'amalgama perfetto fra presente e passato è la vera sorpresa di Pamplona. Questa armonia fra tradizione e modernità è particolarmente evidente lungo le mura che abbracciano la città correndo in parte lungo il fiume Arga. Costeggiandole si passa attraverso elaborati giardini moderni, grandi viali e si incontrano i monumenti più antichi di Pamplona.
Da un punto qualsiasi delle mura, e puntando verso il cuore della città, può iniziare la visita del capoluogo della Comunità autonoma di Navarra. L’itinerario per conoscerla passa necessariamente attraverso l’Età di Mezzo. L’antico nucleo medievale, infatti, racchiude tre perle architettoniche del culto cristiano, in passato servite anche come fortezze. Si parte con la chiesa gotica di San Nicolás, nel cuore della città antica, tra plaza San Nicolás, calle San Miguel e paseo de Sarasate, crocevia di strade animate da negozietti tradizionali, botteghe di artigiani e numerosissimi bar. Foto di rito, poi, su calle de Sanguesa, davanti alla cattedrale di Santa Maria la Real, uno dei simboli di Pamplona. Infine, visita alla chiesa-fortezza di San Saturnino, nel calle omonimo, dal cui campanile i rintocchi della campana segnano da sempre l’inizio della corsa all’encierro.
La Navarra e le corse di Pamplona non sarebbero così famose se Ernest Hemingway non le avesse immortalate nel suo romanzo Fiesta. Per ben nove volte lo scrittore soggiornò in città per seguire la festa di San Fermín, soggiogato dall'amore per la cultura taurina, la gastronomia e il carattere della gente. La Navarra rende ora omaggio a questo illustre visitatore con l’Itinerario di Hemingway, che tocca una dozzina di luoghi legati allo scrittore, dentro la città e nella campagna. Imperdibile al 44 di Plaza del Castillo, il Café Iruña, ristorante art nouveau preferito dallo scrittore: con 13 € si pranza abbondantemente con piatti della cucina tradizionale.
Altra famosa meta hemingwayana, il Grand Hotel La Perla, dove si può cercare di pernottare - ma le richieste arrivano da tutto il mondo – nella stanza 217, la stessa in cui alloggiò Hemingway per vedere meglio gli encierros, cioè i branchi dei tori liberi per la città. Meno preso d’assalto dai turisti, ma di sicuro effetto per la sua atmosfera, Palacio Guendulain, uno degli edifici più singolari di Pamplona. Costruito nel secolo XVIII su ordine del Vicerè della Nuova Granada, dopo una lunga storia come residenza reale, è ora un hotel di 25 camere con vista sulla Plaza de Consejo. Il plus della sua accoglienza risiede nel comfort di un moderno hotel di lusso in una cornice che evoca la storia e il fascino di un’altra epoca.
Ma la bellezza di Pamplona si cattura davvero solo camminando e chi ama il movimento trova nella città piena soddisfazione, dato che è nota in tutto il mondo anche per i suoi bellissimi parchi. Da non perdere il Media Luna, all’estremità delle vecchie mura della città, tra il Bastione di San Bartolomeo e il viale Baja Navarra. In stile bucolico e romantico, questo parco offre una vista meravigliosa sulla Cattedrale, il ponte gotico della Magdalena e i giardini medievali. Chi preferisce un’atmosfera zen, può optare per il parco Yamaguchi, una distesa di 85 mila metri quadri che è l’accurata trasposizione di un tipico giardino del Sol Levante. Piante e alberi, alcuni dei quali autoctoni, convivono con elementi ornamentali come la suhama (spiaggia), l'azumaya (casetta sullo stagno) e il geyser del lago, un getto d'acqua che raggiunge i venti metri di altezza. Per continuare la passeggiata si può visitare la Ciudadela, appena fuori dal centro della città. Costruita nel 1571, è uno dei più notevoli insiemi difensivi d’Europa e al suo interno sono stati ricavati spazi pubblici per il tempo libero e la cultura, dove si allestiscono mostre, cineforum e dibattiti legati all’arte contemporanea.
Alla fine della giornata, non resta che abbandonarsi al buen vivir navarrino. Il godersi la vita è un’attitudine che accomuna nord e sud della Spagna, e anche se a Pamplona il tapear, l’andar per tapas, è chiamato poteo, la tradizione è la medesima: bighellonare tra un caffè e una taberna di Plaza del Castillo, bevendo e degustando gli sfiziosi pinchos, spuntini mignon a base di verdura, pesce e carne. Imperdibili i tropi della beer house Tropicana (Plaza del Castillo 18), tramezzini di vitello, formaggio Idiazabal, peperoni e olio Artajo di Navarra, e i french toast bloody mar del Bistrot di calle Navarrerìa 20.