Magazine Diario personale
Ecco il problema: Scrivo... ma non mi piace quello che scrivo.
Qualche giorno fa ho introdotto per la prima volta H-Asteroid, un progetto di narrativa sci-fi che vorrei avviare a settembre, e a cui sto già lavorando da qualche tempo. Ecco... tutto nasce da qui, o da un po' prima di "qui".
H-Asteroid, pur non essendo ancora nato, sta già vivendo una travagliata esistenza embrionale. Ho già pronti tre episodi... non vi anticipo nulla... e sto lavorando al quarto. Questo "quarto episodio" è il problema. L'ho già scritto tre volte, e buttato all'aria tre volte. Scrivo solo schifezza. Per di più vado fuori dai binari che mi ero posto per il progetto, e che tanto mi avevano entusiasmato. Mi spiego peggio... capitemi, è dura parlare di un argomento di cui non si vuole fare alcuna "vera" anticipazione... però provate a seguirmi.
Ho l'idea. Mi piace. Devo solo scriverla. Il binario impone che questa idea si focalizzi su una determinata chiave di lettura. Ok. L'ho già fatto prima. Non è un problema... e invece lo è, perché mentre scrivo il racconto le mie dita deviano dal binario principale e sfociano in un qualcosa che... perde significato. Fa schifo! Cancello. Mi concentro. Riparto. l'idea mi piace. Io voglio scrivere questo racconto. Tento un approccio diverso. Scrivo due pagine, è la strada giusta. Poi ecco che di nuovo deraglio. Arrivo a ventitremila battute e mi fermo dicendo «Che diavolo sto facendo?». Niente da fare. Respira Glauco, prova a distrarti. Ecco che arriva 2MM a distrarti. Escono due racconti (qui e qui) che davvero mi piacciono. Wow! E' il momento. Conto alla rovescia. Dita sulla tastiera. Motore caldo. Via! Ma niente da fare... questa volta arrivo quasi a trentamila battute prima di capire che sto andando alla deriva. Mollo il colpo. Butto via. Aiuto!
Il problema è che neppure volevo farlo, H-Asteroid. O meglio, prima di H-Asteroid c'era in programma una roba tutta diversa.
C'era Gionata Guastaferro, avventuriero oltre i confini del mondo. Una sorta di Steam-IndianaJones, dove però Gionata assomigliava più a Sherlock Holmes, mentre Indiana Jones era più adatto al fratello maggiore di Gionata... ma questi sono solo dei blà blà blà! Ambientazione ucronico-ottocentesca dove la fonte di energia non è il vapore (però il suffisso Steam fa tanto fico, no?), bensì il magnetismo naturale del pianeta (con qualche fronzolo narrativo che va a modificare i valori naturali del nostro pianeta, è possibile, no? Lo stesso Simmons lo sfrutta per far funzionare i VEM e i tappeti volanti Hawkings).
Caspita! Ero davvero eccitato dall'idea. Avevo scritto addirittura un cinquantamila battute tutte d'un fiato. Poi mi sono fermato. Ho riletto. E mi sono accorto che nelle ultime quindicimila non accadeva nulla... era un piatto rimpallarsi di robe inutili tra Gionata e il fratello. Ero impantanato. Così l'ho messo in fresco e ho deciso di staccare la spina. Mi son detto: «Dedicati a qualcosa di più semplice... forse sei stanco... hai troppi pensieri per un progetto così ambizioso». Bene! Gionata va in frigo. Provo a tornare alla fantascienza. E' tanto che non scrivo fantascienza. Perché non scrivere qualche racconto di fantascienza? E mi viene l'idea di H-Asteroid.
Mi piace come idea. Potrebbe uscirci una bella saga come quella di MB, ma completamente diversa da MB. Ci provo. Che ci rimetto a provare? E mi escono questi "primi" tre racconti, uno in fila all'altro. Son carico come una molla. Il progetto funziona, gira nella mia testa, «Si... Può... Fare!».
E invece sono di nuovo nel pantano! Ma che succede? Aiuto!
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