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Panicale: la popolazione a favore del vincolo paesaggistico e contro l’impianto di biogas di casalini

Creato il 03 febbraio 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

Nelle ultime due settimane si è sviluppato nel Comune di Panicale un intenso e acceso dibattito su due tematiche, la prima legata alla realizzazione di un impianto di Biogas nella zona di Casalini e la seconda sulla procedura di vincolo paesaggistico avviata dalla Regione dell’Umbria a tutela del nostro patrimonio ambientale. Nati in momenti diversi i due argomenti, si sono incrociati in una pubblica discussione sviluppatasi in tre assemblee organizzate in una sola settimana, dal 20 al 27 gennaio scorsi, e continuano a tenere alto il dibattito, sulla stampa, su facebook e nella pubblica piazza coinvolgendo tutti i cittadini uniti in un coro di “Si” al Vincolo paesaggistico e “No” all’impianto di Biogas, tenendo anche conto che l’apposizione del vincolo impedirebbe la realizzazione di simili Ecomostri, a Casalini e altrove. Una siffatta partecipazione della popolazione, non si vedeva da tempo, tutti uniti indipendentemente da idee e schieramenti politici e dalla lista che hanno votato alle ultime elezioni comunali, con compostezza ma determinazione e maturità i cittadini di Panicale hanno bocciato l’iniziativa dell’amministrazione comunale, a sostegno del Biogas e contro il vincolo, che è esattamente il contrario a ciò che vuole la gente. Il nostro territorio va infatti tutelato e, il valore del paesaggio e dell’ambiente non è solo un valore affettivo per il bello, anch’esso importante, ma è soprattutto un valore economico ed occupazionale soprattutto se pensiamo che questa parte del territorio è da sempre vocata per uno sviluppo del turismo, settore che, pur in questo stato di crisi ha già dimostrato una piccola fase di ripresa. Oltre trenta sono le aziende turistiche nel Comune di Panicale, che portano anche indotto, la gran parte situate proprio in quella fascia di territori che si sviluppa tra Casalini, Lemura, Colle San Paolo e Mongiovino. Come potrebbe convivere questo tipo di sviluppo con un impianto a congestione per la produzione di Biogas che prevede la trasformazione di materiale vegetale ma anche di liquami e che si può approvvigionare nel raggio di 30 kilometri ? L’impatto ambientale di una simile struttura sia per quanto riguarda la costruzione che per il suo utilizzo sarebbe devastante. Senza poi pensare all’impatto che avrebbe una scelta di questa natura sull’Agricoltura e sui fenomeni di atrofizzazione del Lago Trasimeno; si parla infatti di un impianto a cui servirebbero oltre 350 ettari di colture intensive che andrebbero ad aggravare il consumo di acqua per l’irrigazione che è uno dei più grossi problemi del nostro Lago. Scelte di questa natura sono sostanzialmente contrarie a quella che dovrebbe essere una politica di salvaguardia del quarto Lago d’Italia e del valore paesaggistico del nostro territorio che abbiamo il dovere di preservare anche per le future generazioni, perché è la nostra principale fonte di sviluppo e di crescita economica. Un attestato di merito invece alla Regione dell’Umbria ed in particolare all’assessore Rometti che sta portando avanti un serio lavoro per quanto riguarda la procedura di vincolo paesaggistico che non significa impossibilità di edificare ma significa invece edificare nel rispetto del valore paesaggistico che merita il panorama della più bella terrazza sul lago Trasimeno. Una attenta politica di sviluppo deve sempre tenere presente che di fronte ad un legittimo interesse privato quello pubblico e generale deve prevalere a tutti i costi, senza penalizzare la crescita economica ed occupazionale rispetto alla quale le istituzioni locali non possono applicare politiche che si contraddicono.

 Francesca Caproni – Gruppo Consiliare “Liberiamoci -

 



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