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Il tormentone dell’estate è stato a tutti gli effetti l’affaire Napolitano\procura di Palermo. Capitolo chiuso? Macchè. Non si chiuderà mai. Devo dire che anche io, pur essendo stato fra i primi a schierarmi fra i “corazzieri”, oggi, alla luce di tante cose che sono successe, non esito a dire che lo stesso presidente ha sbagliato in alcune sue dichiarazione e sortite, prima fra tutte quella successiva alla morte di D’ambrosio: “rammarico per una campagna violenta e irresponsabile di insinuazioni e di escogitazioni ingiuriose”. Sembrava quasi voler imputare la morte improvvisa di un suo collaboratore, allo stress subito districandosi fra gli articoli (certamente non teneri) dei giornalisti che legittimamente ne avevano commentato l’operato non esente da critiche (almeno quello relativo alla gestione delle telefonate che Mancino fece per cercare proprio nella presidenza della Repubblica ciò che un comune cittadino normalmente non potrebbe trovare, e cioè un qualche appoggio).
Poi c’ è stato l’intervento di Mario Monti del 17 agosto: “ è evidente a tutti che nel fenomeno delle intercettazioni telefoniche si sono verificati e si verificano abusi". Per cui "è compito del governo prendere iniziative a riguardo".
Quali abusi? Io ho sempre sostenuto che il presidente si è legittimamente appellato all’articolo 90, e oggi più che mai credo che quelle intercettazioni vadano distrutte (poi spiegherò perché), ma non ho mai pensato che i pm abbiamo commesso degli illeciti, dunque degli abusi. L’intervento di Monti è stato quanto mai inopportuno e non ha fatto altro che gettare altra benzina sul fuoco.
In fondo Napolitano cosa disse durante la cerimonia del Ventaglio? Ecco le sue parole: “Non ho nulla da nascondere, ma un principio da difendere, di elementare garanzia della riservatezza e della libertà nell’esercizio delle funzioni di capo dello Stato. Mi spiace che da parte di qualcuno non si intenda la portata di questa questione (…)La decisione che nei giorni scorsi ho preso, di sollevare un conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale è stata dettata dal dovere di promuovere un chiaro pronunciamento, nella sola sede idonea, su questioni delicate di equilibri e prerogative costituzionali, ponendo così anche termine a una qualche campagna di insinuazioni e sospetti senza fondamento e al trascinarsi di polemiche senza sbocco sui mezzi di informazione (…)Può darsi che la mia scelta non risulti comoda per l’applauso e mi esponga a speculazioni miserrime”.
“Speculazioni miserrime”. A chi mai si sarà voluto riferire? Già perché in queste ultime settimane nessuno ha mai osato fare speculazioni miserrime. No, figuriamoci. È tutta l’estate che siamo orami impantanati in mezzo all’ennesimo caso “calcistico”: tifosi del colle da una parte e tifosi dei PM dall’altra. Insomma le solite casacche e i soliti cori da stadio. Perché in Italia va sempre a finire tutto così. E ci sono cascato anche io (d’altronde ero in compagnia anche di un vecchio signore come Valentino Parlato, “corazziere” anche lui sul Manifesto). Adesso però siamo giunti al capitolo più squallido di quest’ ennesima bagarre da curva nord e curva sud: il settimanale Panorama ieri ha pubblicato i “ presunti” contenuti delle famose telefonate fra Mancino e Napolitano. Io, già ben sicuro di non trovarci nulla di nulla, sono comunque andato in edicola per accertarmi di ciò che già immaginavo. Sapete com’è: prima di scrivere qualcosa, anche su un bloggettino come questo, bisogna avere la carte davanti, e le carte sono poco più che in bianco.
Se volete potrete comprare anche voi Panorama e così vi accerterete del fatto che il settimanale diretto da Mulè, non pubblica proprio un bel niente: fa solo ipotesi partendo da articoli scritti da Ezio Mauro, Travaglio e Adriano Sofri. I tre giornalisti nei giorni scorsi hanno scritto qualcosa che alluderebbe alla presenza di presunti commenti di Napolitano su Berlusconi nelle intercettazioni di quel fine 2011 (cioè la crisi di governo), e via con le supposizioni: Napolitano, nelle due (secondo Panorama anche di più) telefonate con Mancino, avrebbe usato parole pesanti sull’ex premier. Poi ci sarebbero anche insulti a Di Pietro e Ingroia. Indiscrezioni che sono giunte a Panorama da fonti sicure, ma non citate (questo nell’articolo firmato Giovanni Fasanella).
Titolo in prima pagina su Panorama? “ ricatto al presidente”. Ricatto di chi? Forse di Panorama stesso? lo sostiene giustamente Ingroia. Dal canto suo, il procuratore Messineo afferma che non c’è stata alcuna fuga di notizie.
Ecco dunque altre speculazioni miserrime, ecco altri cori da stadio. Dove si colloca Panorama? Ovvio: fra quelli che vorrebbero equiparare il caso Napolitano a quello Berlusconi. La differenza sta però nel fatto che l’articolo 90 esiste da che esiste la costituzione e la legge 219 esiste dall’89’, mentre le leggi che Berlusconi voleva farsi su misura per non essere intercettato si tentò di farle passare in un’altra estate triste: quella del 2010. In quel caso furono i finiani che abbandonarono la nave. Perché nel pacchetto proposto dal governo non c’era solo la cosiddetta “legge bavaglio”, ma una limitazione della possibilità di intercettare a prescindere dalla pubblicazione o meno dell’intercettazione stessa (vedi link).
Ed ora veniamo al perché secondo me quelle intercettazioni fra Mancino e Napolitano vanno distrutte (in questo non faccio altro che ripetermi). Perché? Per il motivo che intercettare serve ad acchiappare un malvivente e pubblicare l’intercettazione serve solo a sputtanarlo. A me non interessa sapere se Berlusconi ha il culo flaccido, specie alle 20.00, quando sto mangiando, anzi, mi fa schifo. A me interessa sapere se il mio presidente del consiglio va con una minorenne, e non per moralismo (Ruby aveva 17 anni, ma andava per i 34), ma perché la legge non lo consente. Io posso andare con una minorenne? No. Dunque non ci può e non ci deve andare neanche il mio presidente del consiglio. Accertato il fatto che la ragazza è minorenne si procederà a fare delle intercettazioni per sapere se ci sono stati o meno dei rapporti sessuali fra la suddetta e il mio presidente del consiglio. Fine. Questo perché il mio presidente del consiglio non dirà mai di aver avuto rapporti con la diciassettenne che andava per i 34, ma continuerà a sostenere di averla aiutata ad aprire un centro estetico.
E' ridicolo parlare di " legge bavaglio" : il bavaglio andrebbe messo a chi pubblica conversazioni private. In Inghilterra ci furono arresti eccellenti per una cosa del genere (fermo restando che li era un giornale a fare intercettazioni e non la polizia, ma da noi chi passa le intercettazioni ai giornalisti?). In Italia invece un presidente del consiglio può dire pubblicamente che il comportamento di Mangano fu " eroico", ed essere votato, e poi può cadere perchè pescato a chiacchierare in privato con qualche signorina allegra: amico dei mafiosi si, amico delle mignotte no. E' la nostra ipocrisia. Cerchiamo di imparare che le intercettazioni servono a punire e non a sputtanare, anche perchè nel nostro paese quasi tutti hanno più paura dello sputtanamento che non del carcere, e questo francamente è paradossale. Sarà forse perchè il carcere non arriva mai?
Ora che rapporto c’è fra tutto questo e Napolitano? Semplice: accertato che, da quello che già lo stesso Ingroia ha sostenuto e dichiarato, nelle intercettazioni fra Mancino e il presidente della Repubblica: “ non c’è nulla di penalmente rilevante per chi è coperto da immunità” (traduzione: Napolitano non ha ucciso Borsellino), e visto che il conflitto sollevato da Napolitano non ha assolutamente intralciato i lavori dei pm (Mancino è stato rinviato a giudizio insieme a Totò Riina e Provenzano), si può anche provvedere a bruciare quelle benedette intercettazioni; questo per evitare altre “speculazioni miserrime”, altri cori da stadio, altri paladini del “ sacro onore di mani pulite”, e altri specialisti del papello che volessero ancora imbrattare pagine e pagine di giornali solo per dire una verità che sappiamo ormai tutti: la trattativa fra stato e mafia ci fu e lo stato abbassò la testa. Non doveva succedere, ma è successo.
Vorremmo invece sapere chi ha ucciso Paolo Borsellino, ma di questo (e Travaglio dovrebbe saperlo bene), i magistrati di Caltanissetta, Firenze e soprattutto Palermo si stanno occupando da anni seguendo una pista che con quelle due telefonate non ha moltissimo a che vedere. Ci siamo capiti? Semmai Mancino la facesse finita di dire che lui non incontrò mai Borsellino o se l’ha fatto non se ne ricorda, perché se incontri uno come Borsellino, normalmente te ne dovresti ricordare. Ci siamo capiti?
Peccato solo di una cosa caro presidente Napolitano: che abbia alzato la cornetta e abbia parlato con Mancino sapendo perfettamente che sarebbe stato intercettato e che lei con uno come Mancino non ci doveva parlare, ma chissà con quante altre persone avrà parlato anche peggiori di Mancino, migliori di lei, peggiori di lei. Chissà con quanta gente dai comportamenti "eroici", meno "eroici" o veramente eroici. E' la politica e la politica non è tanto una bella cosa. Salve a tutti e ben tornati dalle vacanze.
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