Uno cerca di fare una vita normale. Se ne sta a casa, guarda i cartoni animati come tutti i bambini, gioca con la plastilina e via dicendo. Poi a scuola tutti iniziano a parlare di quel nuovo cartone animato che fanno su Italia1, i Pokémon, e come tutti inizia a collezionare le figurine. Poi il bambino scopre che i Pokémon li fanno in Giappone e non in America come Bugs Bunny, ma la cosa non lo scuote più di tanto. Un dannato pomeriggio primaverile però arriva il cuginetto più grande che gli passa qualcosa di strano, delle videocassette di quei cartoni Giapponesi, perché ce ne sono alcuni di strani. Sono lunghi solo ventiquattro puntate ed hanno una storia che devi seguire per bene, che sennò ti perdi, e ci sono anche un sacco di fumetti che sembrano creare una strana dipendenza. E sapete com'è, ti ci avvicinano, gli amici ti dicono di provarne uno che tanto puoi benissimo smettere quando vuoi, e tu... beh, in poco diventi un jappominkia. Ed era quello che per un breve periodo della mia esistenza era successo a che a me. Ma anche quando la fissazione è scomparsa, la passione - quella vera - è rimasta, quindi a differenza di altri che sono cresciuti e si dedicano a cosa più serie, io ho persistito nella visione di animazione nipponica. Assistendo a cose che voi umani non potete manco immaginare, come questo anime qui...
Panty e Stocking sono due angeli scacciati dal paradiso per via del loro comportamento. Spedite a Daten City, un luogo a metà strada fra l'Inferno e il Paradiso, il loro compito è quello di eliminare i Ghosts, strani esseri mostruosi che infestano la città e ne terrorizzano gli abitanti. A ognuno che ne uccidono riceveranno un gettone, e dovranno guadagnarne abbastanza da assicurarsi la riammissione in paradiso. Le assiste il Reverendo Garterbelt, un prete dai metodi e dalle inclinazioni non molto ortodosse.
Solitamente una serie dovrebbe avere una struttura ben schematica. Una prima puntata incalzante, in modo che ti convinca a iniziare a seguirla, un episodio centrale che dia una rivelazione col botto in modo da stravolgere le idee che ti eri fatto fino a quel punto e un finale da urlo. Questi tre sono i punti che si devono curare maggiormente nella stesura di una storia e, soprattutto, bisogna stare ben attenti a fare in modo che si giochi sempre al rialzo per quanto riguardi la 'sconvolgenza' delle dichiarazioni o al pathos dei personaggi. Ovvio, creare qualcosa che sia sempre un crescendo puntata dopo puntata è impossibile, anche se sarebbe il sogno di chiunque, perché ovviamente ci devono essere per forza delle puntate di stallo che permettano allo spettatore di riprendere fiato e tirare le somme di quanto successo. Per questa serie invece non è così, perché tutto tende ad essere sempre più folle, esagerato, impressionante e a tratti quasi disgustoso... purtroppo. Perché, seriamente, non penso di essere stato abbastanza pronto nel momento della visione, ma comunque non lo sarei mai stato. E sottolineo la parola mai. Questo anime credo sia la cosa più folle e malata che io abbia mai visto, un delirio visivo/mentale che ha messo a dura prova le mie capacità mnemoniche per un bel po' di tempo perché... seriamente... non avrei mai pensato di dirlo, ma a tutto c'è un limite. Graficamente si presenta come un'emulazione/parodia del format cartoonesco americano, con questo design che ricorda le Superchicche e i contorni segnati da una spessa marcatura nera, cosa che nel mentre che concepisci che il tutto è stato concepito e prodotto in Giappone ti crea un momento molto uattaffacca. Anche perché questi soggetti pucciosi tutto spigoli sono coinvolti in situazioni ai limiti del grottesco, tantoché in alcuni punti ho cominciato a pensare che gli ideatori avessero dei seri problemi mentali. In un punto abbiamo la cacca che inizia ad attaccare le persone, poi si assiste a un'epidemia zombi, a seguire ancora a una partita di beach volley molto equivoca fino a che non si assiste alla vomitevole scena delle caccole che permettono di volare [lì stavo davvero sboccando, lo giuro] fino alla delirante sequela di episodi finali che vedono la superbattagliona ultima e la straniante comparsa di Dio - e qui non vi dico nulla per non rovinare la sorpresa. Ah, poi ogni volta che si elimina fisicamente un nemico compare il modellino in plastilina dello stesso che esplode, tanto per non farsi mancare proprio nulla. E si sa che da Hiroyuki Imaishi non ci si può aspettare qualcosa di scontato o già visto, ma qui si è superato in tutti i senti. Ed è questo il massimo pregio ma, al contempo, il maggiore difetto di questa serie. Perché è molto corta, solo tredici episodi, tutti fitti e concentrati delle peggiori assurdità che manco io, che non mi reputo una persona molto a piombo con la testa, riuscirei a immaginarmi. Avrei potuto sopportare lo svisceramento a più puntate di una o tre storie, ma tutto questo fottuto insieme alla lunga annerisce le cellule cerebrali e rischia di farle esplodere. Tutto questo però senza lasciare nulla, senza avere qualche particolare ricercatezza alla propria base, ma dimostrandosi come un qualcosa di assolutamente a sé stante attuo al mero ludismo. Ed è normale quindi porgersi la domanda se un tale dispiego di mezzi (le animazioni sono eccelse, per davvero) era proprio necessario per quello che a conti fatti è 'robetta' o se forse bisogna accontentarsi di un prodotto che, a differenza di altri, rimane impresso. Ma l'essere vagamente superiori a tante cose in un periodo dove si produce solo merda basta a compensare il vuoto che sta dietro un'opera che, con un altro trattamento, sarebbe potuto diventare geniale?
Incapace di decidere se sia un'opera di puro genio o una delle cazzate più immani della storia, rimane il voto mezzo. Diplomatico e che fa contenti tutti.Voto: ★★ ½