Riflessione che inizia con il prendere atto che il caso dell' "agronoma" Paola Migliorini non nasce dal nulla, anzi, è l'atteso frutto di quei semi dell'inganno (cit) seminati una decina di anni fa.
Se pensate che questo sia un libro serio: leggete qui.
Mettevi comodi, perchè vi stiamo per raccontare una storia di cappa e spada, con tanto di castelli (non solo in aria).C'era una volta...
...suppergiù 10 anni fa, il momento di gloria degli anti-OGM.
Nel decennio precedente avevano sfondato sui media, anche grazie ai loro imponenti uffici stampa e a campagne di efficace terrorismo psicologico (fragole pesce, chernobyl genetiche...).
Tra la fine degli anni '90 e l'inizio del terzo millennio, proprio partendo dal loro potere di pressione mediatica e attraverso una folta schiera di agguerriti lobbisti, erano però riusciti a sfondare anche nella politica.
In quegli anni sono riusciti a ottenere, sul nulla, una moratoria (di fatto) europea sull'approvazione di nuovi OGM, l'avvio di una procedura di riscrittura, in chiave ancor più restrittiva, di tutta la normativa comunitaria (che ha portato dalla 90/220 alla 2001/18 con annessi regolamenti) e l'invocazione da parte di diversi paesi della clausola di salvaguardia. Tra questi anche l'Italia che, nel torrido agosto del 2000, blocca, con il "Decreto Amato", i prodotti derivati da 4 mais GM (farine) per mancanza di un'analisi di impatto ambientale (delle farine, of course).
Presi dunque i media e la politica, mancava loro solo la scienza.
E la scienza, allora, aveva ancora il potere di fermarli (1).
Diritti Genetici violati e Università di dubbio gusto
Per far fronte ad una comunità scientifica compatta nel rifiutare gli allarmismi degli anti-OGM (con prese di posizione ufficiali delle Accademie nazionali ed internazionali, oltre ai consensus documents delle Società Scientifiche) nascono in tutto il mondo associazioni pseudo-scientifiche come il CRIIGEN di Seralini in Francia (quello che non ha mai passato l'esame di statistica, per capirci) e il Consiglio dei Diritti Genetici di Mario Capanna in Italia.
L'obiettivo di questa manovra è duplice: da un lato mostrare una comunità scientifica artificiosamente divisa a metà in modo da silenziarla, dall'altro quello di raccogliere risorse per svolgere "ricerche" ad hoc che mostrino la pericolosità degli OGM o che perlomeno li mettano in cattiva luce.
Ovviamente le sigle esistenti non erano adatte per raggiungere nessuno di questi 2 scopi in quanto, fin dal nome (Greenpeace, Verdi, FoE...), palesemente schierate e prive di competenze e personalità riconosciute scientificamente. Da qui la necessità di avere sigle nuove con la faccia pulita da organizzazione "neutrale" di stampo scientifico oltre che (soprattutto) "indipendente" (da cosa è tuttora materia di contesa).
Il divin filosofo
Questa idea del lavaggio in Arno dell'ambientalismo nostrano è sublimata nel Consiglio dei Diritti Genetici. Esso infatti non nacque da un gruppo di scienziati scettici sugli OGM che bla bla bla, ma fu una vera e propria costruzione politica guidata dai Verdi Ambiente e Società e Capanna, che ebbe una sua prova generale nel 2000 e il lancio ufficiale (senza la Montalcini per fortuna) nel 2002.
A consentirlo un pugnetto (due) di scienziati (veri) che li seguirono "sul serio" (Claudia Sorlini, che poi divenne anche preside di Agraria di Milano, e Nelson Marmiroli, prof. di biotech a Parma), pur rimanendo sempre in quote residuali e subordinati rispetto agli altri soggetti coinvolti. E' vero, c'era anche Claudio Malagoli, ma è uno scienziato?
Per chi volesse leggersi l'appello.
Sappiate che faceva già ridere allora.
Scientificamente parlando.
Le ragioni per cui questa gente abbia accettato le lusinghe dei VAS e di Capanna non ci sono note. Vuoi per affinità ideologica con il leader '68no, vuoi per viscerale luddismo, per presenzialismo, per semplice ignoranza (ovvero perchè credono veramente a quel che dicono), per aspirazioni politiche, per cercare di raggranellare qualche fondo in più in periodo di magra. Non lo sappiamo.
Di sicuro però la cosa ha funzionato. Più che altro per Capanna. Sì, è vero, in una prima fase, qualche (quasi) vero progetto di ricerca è partito. Ad esempio COOP ha finanziato dei progetti sulla coesistenza e sulle filiere a Marmiroli, Buiatti e Malagoli, ma visti i risultati non proprio conformi alle attese (4) (nonostante il titolone) non solo non sono mai stati pubblicati, ma nemmeno hanno avuto seguito nonostante gli annunci.
Il Castellaccio dei Monteroni
Però grazie a loro, e alla loro posizione di scienziati, Capanna ha potuto accreditarsi come Organizzazione in qualche modo scientifica e, tenendoli poi in disparte (non eccelsi comunicatori e con ancora una reputazione da difendere), grazie ai suoi attivisti (per lo più ex Greenpeacer navigati come Fabrizio Fabbri, ora Direttore Scientifico della FDG, e Luca Colombo) riciclati come "ricercatori" (soprattutto di fondi), presentare progetti come GeneticaMente (con annessa conquista, a spese nostre, del castello di Ladispoli) o il Biosafety Scanner che non hanno un valore scientifico, tantomeno pratico, ma puramente propagandistico. Per non parlare di iniziative imbarazzanti come il finto Referendum anti-OGM (forse il punto più basso che ha raggiunto il "dibattito" sulle biotecnologie agrarie nel nostro paese, anche se pare non ci sia limite al peggio).Il Castello di Pollenzo
Storia non dissimile quella dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ospitata sempre in un castello (dev'essere una fissa degli anti-OGM), la quale, soprattutto nelle prime fasi, ha cercato di imbarcare professori di un certo spessore, per infine imbottirsi di Malagoli e Migliorini, divenendo di fatto un house organ di Slow food, dove i ricercatori servono solo nella misura in cui sono funzionali a rafforzare la propaganda dell'associazione come ben ha dimostrato il caso della Migliorini vs Fidenato (5).Davanti a tutto questo, oggi, il mondo della scienza, le società scientifiche cosa fanno? Cosa possono fare?
Aprire qualche sparuto blog che non si fila nessuno? (6)
Mario Capanna vi ringrazia per la collaborazione
Note a Margine
(1) Tutta la normativa, nonostante i loro sforzi, rimaneva ancora ancorata alla scienza. Partiva ad esempio da un assunto scientifico per loro inaccettabile: gli OGM non esistono. Ovvero, esistono diverse piante geneticamente modificate e ognuna di esse (e non gli OGM nel loro insieme) deve essere valutata in modo scientifico e a sè stante prima di essere autorizzata. Se questa valutazione è positiva allora essa (e solo essa) può essere utilizzata. Così come una valutazione negativa per un evento non inficia gli altri. Non va poi dimenticato che la scienza o la sua assenza ha portato alla bocciatura del Decreto Amato e di tutte le altre moratorie locali invocate dai diversi stati. Per questo ora stanno richiedendo un'ulteriore riscrittura delle norme, non è difficile immaginare in che direzione.
(2) Daffonchio è senza dubbio un buon ricercatore. Ha un eccellente record di pubblicazioni e ricerche, tra cui alcune anche dedicate al trasferimento genico orizzontale di DNA GM verso la flora intestinale, latte e batteri del suolo. Da nessuno dei dati che sono usciti dal suo laboratorio emergono criticità legate all'uso di OGM (a quanto ci è dato di sapere). Come e perchè abbia fatto comunella con questa gente, che mente sapendo di mentire (sempre che non sia solo questione di profonda ignoganza), resta per noi mistero.
(3) Incredibile come molta di questa stessa (non si trova la parola per descriverla) abbia firmato le pagine della porcata (da un punto scientifico, si intende) di Slow food. Almeno in questo caso Sorlini, Marmiroli e Daffonchio ne sono rimasti fuori. Certo, se ne sono aggiunti altri, se vogliamo ancor più imbarazzanti (si veda ad esempio Pietro Perrino, dirigente del CNR, che nel suo pezzo non riesce a citare nessun altro esperto di OGM che Mae Wan Ho, quella che gli OGM causano il Morgellon, dicendola lunga sulla sua competenza in materia).
(4) Dei committenti si intende. Non certo della scienza, la quale è aperta ad ogni risultato. Essa chiosa semmai sui metodi e gli strumenti, ma i dati li prende per quel che sono: dati (lo dice la parola stessa).
(5) Sentirle citare il nome di Norman Borlaug fa venire i brividi tanto è profonda la disparità fra le 2 figure.
(6) Si è voluto rendere la scienza più "sociale", farla uscire dalla torre d'avorio, peccato che lo si sia fatto rinunciando alla competenza. Oggi si parla di scienza come di calcio. Siamo tutti allenatori della nazionale e esperti di OGM solo perchè leggiamo la gazzetta e il blog di Beppe Grillo. Dopotutto quanti uffici stampa hanno le società scientifiche? Quanti lobbisti? Che sistemi di controllo sulla deontologia professionale? E allora come si sperava di battere Capanna e co.? sul terreno mediatico e politico? Dandogli in regalo una credibilità pseudo-scientifica?
Quanti ricercatori o pseudo-tali sono stati richiamati per aver rilasciato dichiarazioni destituite di alcun fondamento scientifico? Quanti professori allontanati dal proprio incarico per manifesta incompetenza o per abuso della propria posizione in seno all'accademia?
Quando la comunità scientifica ha deciso di interessarsi più alla spartizione delle, pur sempre minori, risorse invece che a mantenere un livello qualitativo minimo garantito al suo interno, ha firmato la sua condanna a morte... e la vittoria dei Capanna e dei Petrini, che dalla loro hanno macchine mediatiche collaudate e legami politici inossidabili. Oggi camuffare il primo che passa da scienziato dopotutto non è così difficile. Basta un bel camice bianco. ...e, come al solito, se volete saperne di più, visitateci!