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Paolini incanta il Regio

Creato il 18 novembre 2013 da Exnovomen

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Verdi, narrar cantando. In questo caso – diversamente dalle opere classiche – lo spettatore non può indovinare quanto accadrà a teatro, né immaginare come si articolerà la serata o scommettere su quale sarà l’attacco della narrazione. Ed effettivamente in pochi si accorgono che l’opera è davvero cominciata.

La maestra di coro Francesca Breschi – che veste i panni della “signora delle pulizie” – canta dalla platea, perfettamente mescolata a un pubblico che solo in colpevole ritardo scopre l’incipit dello show. “Qualcosa è accaduto: non si può negare!”, ribadisce a colpi di mattarello bolognese un Marco Paolini in versione “maschera” da multisala.

Fortunatamente parte solidale l’applauso. Le luci si spengono e lo spettacolo può continuare. Da lì in poi, il teatro pirandelliano si incrocerà allo stile narrativo di Dario Fo, esaltando la geniale interpretazione dell’attore veneto. Ma non è tutto. L’accompagnamento d’autore (armonium di Stefano Nanni + violoncello del maestro Brunello), il sublime monologo esegetico su vita e opere di Verdi e il coro composto dal pubblico in sala saranno i reali ingredienti di un progetto meraviglioso per intenti e qualità di esecuzione. 

Il racconto parte dall’Otello, prosegue col Nabucco, poi l’Aida e termina con la cosiddetta trilogia popolare: Rigoletto, Trovatore, Traviata. Numerosi i “pezzi” cantati. Memorabili “Libiamo nei lieti calici” e “Parigi, o Cara” (entrambi in Traviata). Ed è proprio sulle note di quest’ultima aria – «Parigi o cara noi lasceremo, la vita uniti trascorreremo. De’ corsi affanni compenso avrai, la tua salute rifiorirà. Sospiro e luce tu mi sarai, tutto il futuro ne arriderà.» – che cala il sipario sulla serata dell’orgoglio nazionale, rivincita per quegli aficionados di lirica ieri costretti al silenzio, oggi prime voci delle opere amate.

Dunque il pubblico canta, si emoziona e applaude a lungo. Produzione vincente, suoni e atmosfere da brividi. Chapeau.      

Paolo Fassino


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