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Paolo Cognetti: il Nero Sta Bene a Tutti

Creato il 30 gennaio 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Claudia Santonocito Paolo Cognetti: il Nero Sta Bene a Tutti

Continuo a pensare che Sofia Muratore sarebbe stata mia amica, magari con qualche alto e basso, ma lo sarebbe stata. Ammetto di avere una propensione particolare per le persone comunemente definite “strane”. Probabilmente trovo più interessante la stranezza presunta rispetto alla normalità standard. E Sofia è una di queste: tutti nel corso della nostra esistenza dobbiamo prima o poi imbatterci in una Sofia Muratore e restarne affascinati. Sofia Muratore è la scheletrica e complicata creazione della penna dello scrittore milanese Paolo Cognetti che prende vita nel suo ultimo romanzo Sofia si veste sempre di nero, edito da minimum fax. Il romanzo è composto da dieci racconti che ripercorrono i trent’anni di vita di questo inquieto personaggio supportato da una famiglia borghese contaminata da tutti i mali del nostro tempo. La madre è un’ex pittrice che ha rinunciato a tutto per la famiglia e le formalità, ma che non ci pensa mai due volte a far finta di fare le valigie e minacciare di andare via di casa, depressa fino al midollo trascorre metà della sua esistenza tra lenzuola e cuscini. Il padre è un ingegnere / uno di quelli che contano all’Alfa Romeo, uomo tranquillo che cerca di trovare respiro dalle paturnie della moglie con la collega Emma che ad un certo punto gli chiederà inevitabilmente di scegliere. Poi c’è la zia Marta, single, indipendente, politicamente impegnata e militante. E infine c’è Sofia, strafottente e sfacciata. Nasce prematura, ama le storie di pirati, ha un leggero strabismo, due letti in camera in attesa di un fratellino che non arriverà mai. Da adolescente comincia a vestire rigorosamente di nero, tenta il suicidio ingerendo un’intera confezione di Valium, si innamora sempre di uomini sbagliati da cui cerca sempre di assorbire un po’ d’amore e qualche perla di saggezza, e infine scopre che la sua strada è quella della recitazione con annessi traslochi, trasferimenti e cameratismo tra inquilini.

Paolo Cognetti: il Nero Sta Bene a Tutti

E il luogo preferito in questo iter vitae resta sempre lo stesso: la vasca da bagno piena fino all’orlo di acqua bollente, pronta a lavare via il mondo esterno e accogliere la protagonista in un universo ovattato. È possibile non tollerare i modi bruschi e i mutismi di Sofia, ma, man mano che la narrazione si dipana, è impossibile non amare la sua fragilità e la sua instabilità umorale. Tecnicamente anche la stesura del romanzo è instabile, procede per frammenti. Frammenti composti da frasi minimali e semplici, che scorrono via veloci. Impossibile dunque non paragonare Cognetti agli autori americani che lui stesso cita come suoi mentori, dalla Munro alla Egan senza dimenticare i più conosciuti Hemingway e Salinger. Cognetti con il suo stile privo di orpelli ha messo su un mosaico di umanità, un insieme di personaggi che ruotano e si incastrano con la controversa figura di Sofia che inconsciamente è la protagonista involontaria e la cui vita si compone in una sorta di neorealismo moderno pagina per pagina. E secondo questo gioco di incastri neanche il lettore uscirà indenne dalla vita di Sofia: tiferà, odierà, si riconoscerà in un personaggio o in una situazione, non potrà fare a meno di rileggere frammenti di frasi e descrizioni che hanno il potere di far riflettere o desiderare. Un piccolo gioiellino nella matassa editoriale italiana che merita di essere tenuto in considerazione, probabilmente qualche piccola banalità ci scappa ma senza cadere mai nel patetico. È talmente piacevole la lettura da poter soprassedere anche sulle imperfezioni, del resto neanche Sofia è perfetta.

Paolo Cognetti: il Nero Sta Bene a Tutti


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