Paolo Romani: “Odioso il servizio di Report”. Mancavano le tette come a “Colpo Grosso”
Creato il 19 ottobre 2010 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Se il reportage sul buen retiro di Berlusconi ad Antigua avesse mostrato tette e culi di piacenti signorine e il pisello di Emilio Fede, come le foto di Zappadu fecero con Villa Certosa, Paolo Romani non avrebbe avuto nulla da ridire, tantomeno avrebbe pronunciato quel “odioso” che ha fatto sobbalzare l’Italia che conosce il curriculum dell’ideatore di Colpo Grosso. Il rimprovero che il neo-ministro per lo sviluppo economico, e inventore della tivvù pecoreccia, fa alla Gabanelli è infatti quello di non aver contestualizzato una delle venti residenze del presidente del consiglio limitandosi a mostrarne solo la “spoglia” proprietà. Con le signorine in versione nude-look gli italiani avrebbero continuato a invidiare il Capo, ma così, con una serie di immagini che sembravano tratte da un dvd allegato ad Arredare, il popolo dei senzatetto si è solo un po’ incazzato, per la serie a chi troppo e a chi niente. Già preventivamente “attenzionato” dall’avvocato del Cavaliere, onorevole Niccolò Ghedini, il servizio di Report che poneva la domanda sul chi fosse il soggetto dal quale Silvio aveva comperato cotanta grazia della natura e dell’architettura, ha suscitato un vespaio di polemiche (finite puntualmente anche a Porta a Porta) che hanno coinvolto l’intero Pdl e tutta l’opposizione, con la sola eccezione dei finiani che se le sono godute alla grande. Intervistato da Enrico Mentana, Alessandro Sallusti ha tenuto a precisare che siccome Berlusconi è straricco (e Fini un morto di fame), può permettersi di spendere i suoi soldi come meglio crede, al contrario del presidente della Camera che non può turlupinare la “comunità di An” facendole incassare meno del valore reale dell’immobile di Montecarlo. Sallusti forse dimentica che la Gabanelli non ha criticato il Berlusconi ricco imprenditore ma quello che acquista le sue case da società off-shore, perché se è vero che è un delitto etico vendere beni immobili a società dalla dubbia provenienza, altrettanto dovrebbe essere quello di acquistarne. Il servizio di Report si chiedeva anche se il prezzo della magione (22 milioni di euro), rispecchiasse il valore dell’acquisto e la domanda sul chi siano i proprietari della Banca Arner (alla quale fa riferimento la controllata Flat Point), non è stata che la logica conseguenza dell’aver appurato che Berlusconi, e molti dei suoi amici, hanno dei depositi presso la stessa banca. Il sospetto che viene fuori dal reportage è insomma quasi un teorema del tipo: Banca Arner era la proprietaria della villa di Antigua, in Banca Arner Berlusconi "conta molto", non è che Silvio ha acquistato da se stesso la residenza caraibica? Perché se così fosse, la teoria del cosiddetto “mercato gonfiato dei diritti televisivi” avrebbe ragione di esistere. Ragionando di scatole cinesi ogni tanto anche a noi vengono dubbi e incertezze ma il reportage della Gabanelli ha avuto il merito (da qui l’incazzatura dei berluscones) di essere stato terribilmente chiaro. Non potendo passare alle vie di fatto sanzionando la Gabanelli come Santoro, Masi sta pensando seriamente di togliere la tutela legale a Report, questo significa che in caso di querela la giornalista e il suo staff dovrebbero attrezzarsi autonomamente a risponderne in sede legale, con conseguenze disastrose per l’autonomia e la “serenità” di giudizio della trasmissione. È come se Porro scrivesse un articolo per il Giornale e il direttore della testata gli negasse l’assistenza in caso di guai giudiziari (nel caso di Porro potrebbe essere una soluzione anti-cazzate): ipotesi inverosimile. A proposito di tutela legale. Da Vespa, Masi ha dichiarato che ha rifiutato l’arbitrato interno e che si è già rivolto alla magistratura ordinaria per tutelare la sua persona e il ruolo di direttore generale della Rai contro le offese di Michele Santoro. Lo abbiamo scritto e lo ripetiamo, conoscendo i tempi della magistratura ordinaria con ogni probabilità il verdetto verrà emesso quando Masi non sarà più direttore generale. E poi dove sta scritto che la magistratura gli darà ragione?
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