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Paolo Ruffini

Creato il 15 febbraio 2012 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Leggendo il suo curriculum emerge subito una grande varietà di esperienze nel mondo dello spettacolo.
Teatro, cinema, televisione. Ha una preferenza?
Non ho una vera preferenza. Da livornese mi piace pensare che teatro, tv e cinema siano come gli ingredienti di un buon cacciucco: messi in un minestrone, riescono a dare il sapore che mi piace. Sarà la gente a decidere cosa mi riesce meglio e quindi cosa farò in futuro, in fondo il mio lavoro è molto democratico in questo.
I tre mezzi esprimono linguaggi molto differenti: riflettendoci, la tv è il posto in cui appaio più piccolo; il cinema quello dove appaio più grande; il teatro quello in cui appaio più vero.
Con lo spettacolo teatrale “Tre cuori in affitto” mi sto accorgendo sempre di più della bellezza del rapporto con il pubblico: sentire in tempo reale risate e applausi è un grande vantaggio. Ed è forse ciò che apprezzo di più del teatro.
Confesso che quando esce un mio film, mi piacerebbe essere in tutti i cinema d’Italia, per capire se le mie battute arrivano davvero al pubblico.
Se dovessi dire cosa apprezzo maggiormente del cinema, risponderei senza dubbio la sua capacità di regalare emozioni senza tempo e senza confini.
Della televisione, invece, amo la grande opportunità di entrare nelle case di tutti e di tenere compagnia a tante persone
.

Il 10 febbraio sarà in scena a Bergamo con “Tre cuori in affitto”, con Arianna Bergamaschi e Justine Mattera.
Si tratta di una sit-com in versione teatrale nella quale viene raccontata la convivenza di tre ragazzi che condividono un appartamento…le è mai capitato di avere dei coinquilini? Che ricordo ha?
Quando ero più giovane ho abitato a Roma con due ragazze. Fortunatamente, al contrario di quanto avviene nello spettacolo teatrale “Tre cuori in affitto”, non sono stato costretto a fingermi gay per rimanere nell’appartamento con loro … in ogni convivenza, la cosa importante è trovare il modo giusto per esprimere la propria libertà senza ledere quella degli altri.

Quale ruolo interpreta nello spettacolo?
Jack, un attore italiano che va in America per cercare fortuna…si tratta di un ragazzo che, accusato dal padre di essere un nullafacente, viene cacciato di casa.
Jack decide di cambiare la sua esistenza e di scappare in America, prendendo parte  ad una carambola di equivoci e situazioni paradossali molto divertenti.
Per lui, la grande occasione arriva proprio quando prende un appartamento in affitto con due ragazze…
Jack, che è un vero donnaiolo, dovrà però fingersi gay, per non essere allontanato da un padrone di casa piuttosto bacchettone che non vede affatto di buon occhio le convivenza miste.

Come sono le attrici che interpretano le sue coinquiline nello spettacolo? Pregi e difetti?
Insieme formano una donna perfetta: una è bionda, l’altra è mora; una è precisa e l’altra è un pò svampita…sono due persone molto diverse ma il più grande pregio di entrambe è senza dubbio quello di non prendersi troppo sul serio e, in questo mestiere, è una cosa molto importante.
Ci tengo a dire che “Tre cuori in affitto” annovera attori comprimari davvero eccezionali: Claudia Campolongo, Mara Mazzei, Andrea Spina ed Emiliano Geppetti che mi darà lezioni di “gaytudine” per rendere più credibile il mio inganno al padrone di casa.

Tra le tante esperienze, ha lavorato con un regista italiano molto apprezzato dal pubblico e dalla critica: Paolo Virzì.
Aneddoti, insegnamenti, ricordi?
Paolo è un grandissimo regista, un grande direttore di attori.
E’ difficile recitare male con lui…i più grandi complimenti che ho ricevuto sono proprio nei film che ho fatto con lui. E’ anche un ottimo sceneggiatore. Ma il suo lato davvero eccezionale è evidente con gli attori: ha una capacità di interazione davvero straordinaria.
Credo che “La prima cosa bella” sia tra i più bei film girati in Italia negli ultimi dieci anni e per me è stato un onore partecipare ad un film così importante.

Come cataloga le esperienze televisive da VJ di MTV e da presentatore di Colorado Café con la bellissima Belen?
Esperienza decisamente molto formative.
Con MTV ho lavorato per cinque anni, nel momento di massimo splendore della rete. Essere in diretta tutti i giorni è una palestra assoluta per chi fa il mio mestiere; con MTV poi ho raggiunto grande popolarità presso i giovani.
La prima serata su Italia uno con Colorado Café ha rappresentato una soddisfazione assoluta. Mi sono ritrovato in un clima di comici davvero entusiasmante, c’è stato grande coinvolgimento e solidarietà, sembrava quasi di prendere parte ad una gita scolastica ogni giorno.
Devo dire che Belen, oltre ad essere indubbiamente una bella ragazza, è una collega molto divertente ed è proprio una brava persona,  molto autoironica.

Nel film “Maschi contro femmine” di Fausto Brizzi  interpreta Ivan, un giovane affetto da sindrome di Peter Pan.
Anche lei è stato mai investito da questa sindrome?
Ho fatto il tatuaggio di Peter Pan sull’avambraccio, sedici anni fa. Crescendo, mi sono reso conto che Peter Pan era un po’ vigliacco: è facile essere Peter Pan sull’Isola che non c’è, è molto più complicato esserlo nel mondo reale.
Sono convinto che bisogna sempre mantenere il cuore da bambino ma è necessario crescere come uomini, imparando  a fare le scelte corrette e a circondarsi delle persona giuste. Solo se cresci interiormente non ti annoi mai e apprezzi la vita nella sua completezza.

Ha toccato temi spinosi come quello della precarietà e delle raccomandazioni nel film “C’è chi dice no”, un film di Giambattista Avellino, con Luca Argentero, Paola Cortellesi, Myriam Catania, Claudio Bigagli. Secondo lei l’Italia è un paese meritocratico?
Nel mio settore credo che esista la meritocrazia perché se uno spettacolo non funziona, sparisce.
Sfatiamo i  luoghi comuni che danno il mondo dello spettacolo come pieno di raccomandati. Vanno avanti le persone e gli spettacoli che funzionano e che emozionano davvero. E poi, diciamoci la verità, se uno è raccomandato e fa televisione non fa molti danni, al pubblico basta cambiare canale.
Se uno è raccomandato e fa il chirurgo invece…i danni che può fare sono davvero gravi.

Progetti futuri?
Ci sono tanti progetti in cantiere…
In contemporanea, porto avanti televisione, cinema e teatro perché amo tutti questi splendidi mezzi di comunicazione e desidero continuare a stupirmi di tutto quello che la vita può offrirmi.


Si ringraziano Paolo Ruffini e la Colorado Film Management per la cortese collaborazione.

di Angela Laurino

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