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Una lettera a Putin e una (presunta) telefonata ad Assad.
Così Papa Bergoglio sta iniziando ad affrontare la questione degli interventi militari in Siria.
Il giornale argentino El Clarin ha infatti reso noto che Papa Francesco avrebbe effettuato una telefonata ad Assad con fini diplomatici, notizia subito smentita dal Vaticano, mentre è certa la voce secondo la quale il Papa stia scrivendo una lettera indirizzata a Vladimir Putin.
Il Vaticano, che ribadisce con forza la sua posizione a favore della pace, forse spera di trovare un alleato politico verso una deriva diplomatica, data la netta predisposizione della Russia verso un atteggiamento non interventista, al pari della Cina.
E proprio dalla Cina arrivano le considerazioni del vice ministro alle Finanze di Pechino Zhu Guangyao, che ha messo in guardia sui rischi di un eventuale conflitto in Siria: “Una simile azione militare avrebbe certamente un impatto negativo sull’economia globale, specialmente sul prezzo del petrolio” ha detto da San Pietroburgo, dove si trova in vista del G20. Secondo il vice ministro, infatti, un aumento del prezzo del petrolio di 10 dollari a barile porterebbe a un calo della crescita globale dello 0,25%, rendendola instabile e “più carica di sfide”.
Intanto l’Iran, con una dichiarazione dell’ Ayatollah Ali Khamenei, ha ribadito con forza il suo sostegno ad Assad: “Gli Stati Uniti e gli altri alleati”, ha detto, “utilizzano la scusa delle armi chimiche come un pretesto, dicendo di intervenire per ragioni umanitarie”. Il capo della Qudrs Forse, le unità di elite iraniana, Quassem Soleimani: “L’unico obiettivo degli usa è di distruggere il fronte che si oppone a Israele”.
Proprio al G20 si riuniranno oggi, per discutere dell’intevento siriano, i presidenti Usa Barack Obama, russo Vladimir Putin e francese François Hollande, il segretario generale Onu Ban Ki-moon, il premier turco Recep Tayyip Erdogan, il premier italiano Enrico Letta, il principe saudita Saun Al Faisal al Saud.
L’Italia intanto ha diretto la nave Andrea Doria verso il Libano, con quasi 200 persone a bordo. il cacciatorpediniere italiano è una imbarcazione versatile per contrastare le offensive aeree, marine, sottomarine e anfibie oltre che a poter dare supporto alle unità a terra.