Papa Francesco, nella Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, al termine dell’Angelus invita a non perdere la speranza in un futuro migliore.
Ecco un incontro tra Papa Francesco e Benedetto XVI (kairosnet.it)
“Oggi – ricorda il Papa – si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, sul tema Migranti e rifugiati: verso un mondo migliore“. Francesco rivolge un saluto speciale alle rappresentanze di diverse comunità etniche qui convenute, in particolare alle comunità cattoliche di Roma. E fa sentire forte la condanna: “No ai mercanti di carne umana”.
“Cari amici – è il monito di Bergoglio -, voi siete vicini al cuore della Chiesa, perché la Chiesa è un popolo in cammino verso il Regno di Dio, che Gesù Cristo ha portato in mezzo a noi. Non perdete la speranza di un futuro migliore! Vi auguro di vivere in pace nei Paesi che vi accolgono, custodendo i valori delle vostre culture di origine“. Il Papa invita i fedeli e i pellegrini riuniti in piazza San Pietro “a rivolgere una preghiera per i migranti e i rifugiati che vivono situazioni più gravi e più difficili”.
Nel pomeriggio poi Papa Francesco è arrivato alla Basilica salesiana del Sacro Cuore vicino alla stazione Termini di Roma nel mezzo di uno scroscio di pioggia. Il Pontefice non si scompone e anzi, salutando la folla di fedeli, afferma: “Che Dio ci benedica tutti con quest’acqua. Anche l’acqua è benedetta”.
Il pontefice rivolge poi un monito ai fedeli e ai pellegrini perché al posto della superbia ci sia l’umiltà, al posto del prestigio il servizio. “Che cosa significa per la Chiesa, per noi, oggi, essere discepoli di Gesù Agnello di Dio? Significa – spiega Francesco – mettere al posto della malizia l’innocenza, al posto della forza l’amore, al posto della superbia l’umiltà, al posto del prestigio il servizio. E’ un buon lavoro, eh. Noi cristiani dobbiamo fare questo”. Bergoglio ricorda che “essere discepoli dell’Agnello significa non vivere come una ‘cittadella assediata’, ma come una città, posta sul monte, aperta, accogliente e solidale. Vuol dire non assumere atteggiamenti di chiusura, ma proporre il Vangelo a tutti, testimoniando con la nostra vita che seguire Gesù ci rende più liberi e più gioiosi”. Papa Bergoglio commenta il passo del Vangelo nella scena dell’incontro tra Gesù e Giovanni Battista, presso il fiume Giordano. “Chi racconta – ricorda il Papa – è il testimone oculare, Giovanni Evangelista, che prima di essere discepolo di Gesù era discepolo del Battista, insieme col fratello Giacomo, con Simone e Andrea, tutti della Galilea, tutti pescatori. Il Battista dunque vede Gesù che avanza tra la folla e, ispirato dall’alto, riconosce in lui l’inviato di Dio”.