Parabole in versi
Creato il 28 settembre 2013 da Albix
Il ricco epulone
C’era una volta un uomo molto ricco
Che vestiva abiti fini e lussuosi,
desinando con persone di spicco
ogni giorno con banchetti fastosi.
Giaceva alla sua porta un mendicante
Di nome Lazzaro, afflitto da cisposi,
foruncoli e da piaghe purulente,
affamato a tal punto da bramare
il cibo che cadeva sottostante
dalla mensa del ricco. A leccare
le tante piaghe del suo corpo gramo
c’erano i cani! Vennero a portare
Lazzaro in seno al profeta Abramo
Quand’egli morì, gli angeli in schiera!
Morì anche quel ricco e fu preso all’amo
Dal demonio ove ognuno si dispera
E piange, se vi è condotto. Da lì,
levando gli occhi oltre la coltre nera,
vide il padre Abramo e Lazzaro gli
stava accanto. Disse allora gridando:
-“ Padre Abramo, per pietà, manda qui
Lazzaro, perché egli possa, bagnando
La mia lingua con dell’acqua, alleviare
Questa fiamma che mi va torturando!”
Ma Abramo disse: – “E’ d’uopo ricordare,
figlio, che hai ricevuto il tuo conforto
in vita, mentre era Lazzaro a stare
nei tormenti. Ora va tutto storto
a te; Lazzaro è invece consolato.
In più, tra noi, vi è come un tratto morto:
chi da qui vuol passar al vostro lato
certo non può; né di costì si può
attraversare sino a noi!” – “Allora,
padre, ti prego –colui replicò-
di mandarlo a casa mia perché ancora
cinque fratelli sulla terra io ho!
Li ammonisca perché questa malora
Mia non tocchi pure a loro!” Rispose
Abramo: – “ Hanno Mosè e i profeti;
li ascoltino predire queste cose!”
E lui: – “No, padre Abramo, ché se feti
Della madre terra in loro ch?ose
Forse udissero, si ravvederebbero!”
Rispose Abramo: – “Non voglion sentire
Mosè ed i profeti; non sarebbero
Persuasi neppure se dalle spire
Della morte ritornasse un riverbero
Di vita a contrastar le loro mire!”
E di lui le fiamme, pietà non ebbero!
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