Umberto Boccioni, “Stati d’animo II. Gli addii” (1911)
La sostanza,
mi spiegava sul 71 un uomo seduto sulla sua barba,
non significa niente.
Proprio così:
Mentre io bruciavo l’aria
Sudando sulle cosce
di un’anziana forse morta,
lui fumava
fuori dal finestrino di Dio
e filosofeggiava di autostrade incoscienti
che io avrei attraversato,
grintose arrapature temporali,
addirittura paradisi magri,
trasparenti.