Una terribile notizia rompe il quotidiano di Matt King: la moglie ha avuto un incidente ed è ora in coma. L’uomo dovrà fare i conti con il suo rapporto con lei, ma anche con le figlie e tutto ciò che li circonda, in quel paradiso. Paradiso Amaro sarà tra i nove film che il 26 febbraio si contenderanno l’Oscar più ambito, il miglior film.
Cosa rende Paradiso Amaro più meritevole degli altri? Proviamo a scoprirlo.
Innanzitutto dobbiamo dire che Paradiso Amaro è candidato in ben cinque categorie: il già citato miglior film, miglior attore protagonista (George Clooney), miglior regia (Alexander Payne), miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio. Come in ogni film degno di nota ciò che lo contraddistingue è la sua storia, il suo regista e i suoi attori; elementi che si fondono e confondono tra loro per creare un piccolo gioiello del panorama cinematografico attuale.
Payne torna alla regia dopo sei anni dal suo ultimo lavoro e lo fa con un film in cui crede fortemente e che fa suo completamente, ritrovandosi nei personaggi che ama: alle prese con la quotidianità (che spiazza, sorprende e mette KO), ma che combattono, nonostante i loro più che evidenti difetti. Nel film si combinano drammaticità, autenticità e comicità, in dosi quasi perfette, creando un’armonia deliziosa.
George Clooney è il fiore all’occhiello della pellicola: un’interpretazione straordinaria che è già stata additata come la migliore della sua vita. Non era mai stato padre di famiglia e marito, George, ma la sfida è forse parte della forza che contiene la sua interpretazione.
Storia. Regia. Attori. Meriteranno un Oscar?
di Emma Mariani
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