Come anticipazione di una conferenza stampa che indiremo a breve, in cui presenteremo il nostro Dossier sulla “Lista Policastro”, con le nostre osservazioni sugli interventi del Piano Parcheggi selezionati dalla “Commissione metro C e parcheggi” e inviati ai Municipi nell’autunno scorso, pubblichiamo un documentato punto della situazione del parcheggio di Via Giulia di Paolo Gelsomini: “Parcheggio di Via Giulia, quello che bisogna sapere” *
Il cantiere di Via Giulia il 12 marzo 2015
Ricordiamo che il parcheggio si trova nel cuore di Roma, in un’area di notevole rilevanza dal punto di vista storico, architettonico e paesaggistico, tanto che lo stesso Dipartimento all’Urbanistica aveva raccomandato il ricorso a un concorso internazionale per individuare la migliore soluzione per la sistemazione della piazza, anche con l’obiettivo di valorizzare adeguatamente le importanti preesistenze archeologiche rinvenute durante le indagini preliminari. Invece i reperti sono stati ricoperti e l’intervento è stato rimodulato, riducendo l’area di scavo ma aumentando di un piano il parcheggio (da tre piani a quattro), con un progetto che alla fine presenta un manufatto che emerge di circa 3 metri dal piano stradale sul lato di Via Bravaria e una piazza pubblica costituita da un piano inclinato con una pendenza del 5%.
E nonostante che una deliberazione dell’autorità anticorruzione (Deliberazione n. 57 Adunanza del 30 maggio 2012 del Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione) dichiari i PUP opere pubbliche e come tali soggiacenti alle normative vigenti (come del resto la soprastante piazza), non sono stati indetti nè un concorso per la progettazione nè una gara di evidenza pubblica, a nostro avviso obbligatori. Infatti, nel momento in cui il “sotto” viene disgiunto dal “sopra” (con la recente variante della convenzione) trattandosi di suolo pubblico e di opera pubblica, dovrebbe essere il Comune a farsi carico del progetto (indicendo un concorso) e individuare il miglior offerente (indicendo una gara) da pagare con gli oneri concessori del parcheggio. E in ogni caso desta meraviglia che – come riportato da una recente comunicazione del primo Municipio – sia il privato a “contattare progettisti di alto profilo professionale e con diverse competenze per la sistemazione dell’area superficiale del parcheggio” (pur nel “rispetto delle “ Linee Guida”, esito del “processo di partecipazione”). Noi non riteniamo sufficiente la semplice partecipazione della Soprintendenza e del Dipartimento Urbanistica alla futura conferenza dei servizi per la valutazione del progetto definitivo, perché dovrebbero essere coinvolti a monte del progetto e non a valle. Invece saranno convocati addirittura dopo che il progetto preliminare della sistemazione superficiale sarà sottoposto all’esame del Dipartimento Mobilità e Trasporti e del Municipio, al fine di “verificarne la congruità con le suddette linee guida”.
Parcheggio di Via Giulia, quello che bisogna sapere
di Paolo Gelsomini (segretario Coordinamento Residenti Città Storica di Roma)
In mezzo a indifferenze, distrazioni e leggerezze finora accumulate da parte di chi avrebbe dovuto tutelare il centro storico di Roma ed i suoi beni culturali, assistiamo alla manomissione di un tratto di via Giulia, la strada più illustre del Rinascimento italiano, con un devastante progetto di parcheggio parzialmente interrato nell’area compresa tra il Liceo Virgilio, il Lungotevere Sangallo-Largo Perosi, vicolo delle Prigioni e via Giulia. E’ vero che questo progetto si inserisce in una brutta ferita lasciata in eredità da un inizio di sventramento fascista degli anni ’30, ma questo antico e mai risolto vulnus urbano rischia di essere ricoperto senza un’idea complessiva di intervento come l’importanza del luogo imporrebbe.
Il progetto approvato in variante – che ha riguardato “esclusivamente i lavori di realizzazione del parcheggio interrato” affidando la sistemazione dell’area superficiale ad un processo di progettazione partecipata – comporta la realizzazione di 293 posti auto su quattro piani, uno in più del precedente progetto del 2008, con conseguente abbassamento della quota interrata. Il permesso di costruire del 2 gennaio 2015 (1), costituisce l’atto conseguente della delibera di Giunta del 3 luglio 2014(2) di approvazione della variante del progetto e della relativa convenzione tra il Comune di Roma Capitale e la società concessionaria C.A.M. (3) e ribadisce che il provvedimento si riferisce alla “realizzazione di un parcheggio interrato”.
Ma il parcheggio non è totalmente interrato perché il piano superiore, che determina un piano di copertura ben visibile da tutti i lati, parte dalla quota a livello stradale di via Giulia ed arriva ad emergere di ben tre metri sul lato opposto di via Bravaria verso Lungotevere con una pendenza di oltre il 4%.
Su questa spianata inclinata ed emergente che ricopre sia i piani del parcheggio nell’area verso il Tevere, sia i reperti archeologici rinvenuti nella parte verso via Giulia e frettolosamente sepolti sotto strati di pozzolana, dovrebbe essere realizzato da un architetto “di chiara fama”, scelto dalla concessionaria C.A.M., un progetto di sistemazione superficiale. Questo progetto, qualunque direzione prenda, sarà fortemente condizionato dalle geometrie e dalle esigenze impiantistiche del parcheggio ed a poco serviranno le scarne ed improvvisate linee guida prodotte da un imperfetto “processo partecipativo” gestito dal primo Municipio, che il Coordinamento Residenti Città Storica non ha esitato a dichiarare assai deludente, visto che le obiezioni e le posizioni di questo raggruppamento di associazioni non sono state inserite tra i contenuti delle linee guida, perché giudicate “non inerenti al tema del processo partecipativo”.
Ma quali erano questi temi “non inerenti”?
Innanzitutto l’inammissibilità della separazione tra il progetto del parcheggio sotterraneo (gestito dall’Ufficio Piano Urbano Parcheggi e dalla Soprintendenza archeologica di Roma) ed il progetto della sistemazione della vasta area che coprirà sia il parcheggio che gli scavi archeologici interrati (gestito dall’Ufficio Città Storica del Dipartimento Urbanistica e dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del Comune di Roma). Questa separazione, denunciata da più di un soggetto pubblico in sede di Conferenza dei Servizi, crea una pericolosa frattura tra il sotto ed il sopra di un progetto che dovrebbe essere unitario tra la sua parte archeologica, il parcheggio e la superficie sovrastante la cui funzione è ancora da concepire.
Inoltre, durante gli scavi sono stati individuati importanti reperti archeologici che testimoniano l’esistenza di un quartiere composto essenzialmente da due complessi: uno, di impianto monumentale con imponenti costruzioni con archi di travertino tamponati in opera reticolata, identificato come uno degli stabula, le scuderie delle factiones degli Aurighi che correvano nel Circo Massimo. Un secondo complesso, verso il fiume, con una strada lastricata su cui si affaccia un complesso termale (un balneum) connesso ad ambienti con pavimenti a mosaico in bianco e nero.
Il Coordinamento Residenti Città Storica si è limitato a chiedere, in sede di processo partecipativo, quali criteri avesse adottato la Soprintendenza per definire “decontestualizzabili” alcuni reperti e “reperti da conservare in loco ma da interrare” altri. E avrebbe anche voluto sapere come sarà tramandata la conoscenza del valore, non solo archeologico, ma anche architettonico ed urbanistico, dell’area antica in un contesto del genere. D’altra parte a Roma non è nuova la prassi di sacrificare l’archeologia alle grandi opere, alle ristrutturazioni di grandi edifici commerciali, ai parcheggi sotterranei che forse andrebbero profondamente ripensati anche sotto il profilo della mobilità alla luce del nuovo Piano Generale del Traffico Urbano (4).
Inoltre prima di approvare il progetto in variante del parcheggio e prima di accordare il permesso di costruire, sarebbe stato obbligatorio (5) un nuovo studio di impatto ambientale (S.I.A.) da parte dei progettisti, ed una nuova valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) da parte della Regione, per le interferenze con il complesso sistema idrogeologico del luogo del nuovo parcheggio, che arriva ad una quota di calpestio di m.9,97 al di sotto del piano di campagna, ben 2,40 metri in più rispetto al progetto del 2008 al quale si riferisce l’unica V.I.A. finora adottata (6) ed oramai insufficiente e superata dalle evidenti variazioni progettuali.
Infine, una sistemazione del vuoto annoso di Largo Perosi dovrebbe produrre una riflessione ai massimi livelli capace di coinvolgere l’intero contesto urbanistico che va dal Tevere con il paesaggio del Gianicolo sullo sfondo, fino all’ottocentesco corso Vittorio Emanuele ed al complesso Borrominiano della Chiesa Nuova e dell’Oratorio dei Filippini. La riflessione dovrebbe avere una sua naturale sede culturale e partecipativa di tutti i cittadini e dovrebbe fornire i criteri per un bando di progettazione internazionale dell’area (7).
Ma non si sta andando in questa direzione né a via Giulia né altrove.
Per tutte queste ragioni, che da tempo abbiamo portato in tutti i luoghi istituzionali, viste le sordità riscontrate e la gravità delle conseguenze che a breve potrebbero essere irreversibili, il Coordinamento Residenti Città Storica ha inoltrato due ricorsi al TAR, rispettivamente contro l’approvazione del progetto e contro il Permesso di costruire, di cui attendono gli esiti con fiducia. In nome della ragione.
Paolo Gelsomini intervistato nel corso di una trasmissione di Buongiorno Regione (Raitre) dedicata a Via Giulia
> Vai alla scheda/cronologia del parcheggio di Via Giulia
> Scarica il promemoria delle vicende del parcheggio fino al ricorso al TAR per motivi aggiunti con richiesta di sospensiva del permesso di costruire del Coord.Residenti Città Storica Promemoria vicenda via Giulia CRSC 14 3 2015
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