Gennaio 2010: gli Alpini di Asti cercano una sede. Il Comune di Asti pensa di regalare loro un pezzo del parco cittadino Rio Crosio, l’autorizzazione a costruirci una palazzina e qualche soldo pubblico (30.000 euro, a quanto pare) in cambio della sorveglianza del parco. Sono 334 mq comprendenti sala riunione da 100 posti, punto ristorazione (un buon investimento), servizi.2 ottobre 2010: durante la “festa dell’acqua pubblica e Beni comuni” al parco Rio Crosio si è parlato della casa per gli alpini così da rendere partecipi i cittadini presenti.Novembre 2010: Associazione Nazionale Alpini dichiara la loro disponibilità a cambiare la localizzazione della loro sede.
Adriano Blengio, pres. alpini Asti.
11 Febbraio 2011: anche il Sindaco Galvagno (al termine di un incontro con il Movimento) conferma: l’alternativa c’è, ed è rappresentata dalla ex caserma Muti, nei pressi del nuovo Tribunale. Non basta. Altro annuncio “in anteprima” da parte del Sindaco: faremo un nuovo Piano Regolatore. Vantaggi per gli Alpini: meno onerosa ed impegnativa economicamente; adatta dal punto di vista logistico, per tipologia e dimensione, per dislocazione e disponibilità di parcheggio. Ma si riscontra un problema: il rinnovo del direttivo degli Alpini riporta “a galla” il vecchio progetto.
Ad inizio maggio 2011 appare una recinzione tipica di cantiere edile all’entrata del parco.
E oggi, 14 maggio, ci siamo trovati a riassumere, divulgare, manifestare, trovare una soluzione definitiva riesumando il caso. Invitato, ma non presente il nostro sindaco.
Le aree verdi per la nostra cittadina sono importanti, da dieci anni a questa parte occupa l’1% del territorio urbano contro i 13% di Torino e comunque un divario estroso dalla media nazionale dei capoluoghi di provincia (7,3%)! Il parco Rio Crosio in particolare è stato costruito in stile inglese, senza tante isometrie, lasciato libero di esprimere la biodiversità astigiana a 360°. Instaurare una costruzione in un’area “protetta” porterebbe a conclusione che si possa aggirare le leggi e costruire ancora. Nel solo comune di Asti si hanno una cinquantina di edifici in disuso, la soluzione al problema è già stata trovata con l’ex caserma, dov’è il problema? Il sindaco Galvagno ha scaricato la patata bollente al consiglio degli Alpini che è proprietaria del progetto e dei lavori. Questi non hanno risposto alle raccomandate inviategli dal dott. A. Mortarino (Movimento Stop al Consumo di Territorio).
Un’ennesima dimostrazione di consumismo convulsivo e ignoranza del vero bene comune. Rispetto per l’ambiente! Prevenzione, progettazione, riutilizzo, smaltimento.
Simone Novarese