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Pari opportunità

Da Valepi

Pari opportunità

foto:flickr

Ultimamente vorrei che tra i miei lettori fossero rispettate maggiormente le quote azzurre in modo da poter parlare di pari opportunità non sempre alle solite donne che condividono (e come potrebbero non farlo!) ma anche a qualche maschietto in più.
Ci penso spesso, soprattutto da quando ho scoperto il blog di Stefano, Congedo parentale, che ho subito adorato per diversi motivi:
- intanto è italiano e scrive dalla Svezia, dove vive e lavora, ha una moglie e due bimbe che immagino stupende... e io adoro l'intera penisola scandinava e chiunque abbia l'opportunità e/o il coraggio di andarci a vivere è per me un miracolato;
- in secondo luogo racconta la sua paternità in modo carino, scanzonato e con gli occhi di chi scopre giorno dopo giorno che si può essere genitori senza necessariamente essere madri;
-  in terzo luogo, il signor papà Stefano è, al momento, in congedo parentale, sino a gennaio più o meno, se non ho capito male, per stare vicino alla bimba più piccola e permettere alla madre di portare avanti il suo lavoro... a gennaio insieme decideranno il da farsi e il suo eventuale rientro a lavoro.
Ora, è vero che la Svezia è lontana anni luce dall'Italia, sia in termini culturali che legislativi e che, effettivamente, qui il congedo parentale è ancora qualcosa di cui si parla come fosse l'ultimo ristorante straniero aperto in centro: esotico, nuovo, curioso, ma... chissà! una volta che passa la moda...
È anche vero che, al momento, il mio lavoro è precario e saltuario ed è, quindi, più facile per me organizzare (anzi riorganizzare) gli impegni presi in funzione degli impegni o delle malattie della bimba, eppure, ingenuamente, continuo a chiedermi quanti uomini in Italia lascerebbero, anche se per pochi mesi il loro lavoro per dedicarsi ai neonati figli. E mi chiedo quante donne dopo averlo fatto ritrovano tale e quale il loro lavoro (ovviamente non parlo di precarie, per le quali la risposta è scontata: no! non lo ritrovano).
E mi chiedo quanti padri sono in grado, in Italia, di fare una cosa del genere:

Ho prenotato un fine settimana lungo a Milano solo io e le bimbe senza mamma Anette per i primi di dicembre. L'ho fatto quando ho realizzato che è dal giorno del parto che Anette non dorme per 3-4 notti di fila senza essere svegliata almeno un paio di volte per notte... solo adesso sto realizzando a che cosa ho scelto di andare incontro! Io e le bimbe, soli (ok, parzialmente con i nonni), per sei giorni...urge allenamento!
Dal blog Diario di un papà in congedo prenatale.

Vado a prendere Princi in braccio... non sta ancora bene e vuole solo "braccio mamma".


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