Magazine Africa

Parigi (Francia) /Disponibilità e timori per un intervento militare in Mali /Decisioni complesse

Creato il 16 novembre 2012 da Marianna06

Moleskine_pocket_plain_notebook

 

Rimane complessa e confusa la decisione europea, ma non solo questa, d’intervenire militarmente in Mali.

C’è sempre chi ventila,dentro e fuori il Paese africano, una soluzione negoziata con i gruppi islamisti rivoluzionari e i tuareg ribelli,che hanno occupato il nord.

Per quanto riguarda la partecipazione dei Paesi dell’Unione Europea bisogna attendere lunedì prossimo per una decisione formale che, comunque, dovrebbe esplicitare di supportare solo logisticamente le truppe dei Paesi della Cedeao / Ecowas anche se poi, nei fatti, spesso (lo sappiamo) accade anche dell’altro.

E la decisione toccherà ai 27 ministri degli Esteri europei.

Francia e Berlino sono decisamente molto favorevoli ad un intervento in Mali e da giorni non ne fanno mistero nelle dichiarazioni ufficiali.

E non è difficile immaginare il “perché” di tanto interesse.

Chi invece non vuole assolutamente un “cantiere” di guerra nelle sue vicinanze e in tutta l’Africa maghrebina è la Tunisia. E lo fa sapere a chiare lettere in una dichiarazione ufficiale rivolta in particolare all’Unione Europea.

Si tratta di salvaguardare, infatti, la sicurezza interna di un paese, la Tunisia, che da poco ha cercato di ritrovare un proprio equilibrio politico e sociale  dopo la “rivolta dei gelsomini”, che ha messo fine per sempre alla dittatura di Ben Alì .

La democrazia –sostiene il presidente Moncef Marzouki – non si può pensare di costruirla facendo ricorso alle armi. La guerra deve essere la soluzione estrema quando tutto è stato tentato e nulla è riuscito.

Dai colloqui parigini, inoltre, è emerso attraverso l’intervento del ministro degli Esteri del Niger tutto il groviglio di corruzione politica interna presente  nella stessa Bamako in merito alla questione.

Secondo il ministro nigerino “Aqmi” si sarebbe insediato nel nord del Mali già nel 2002 e aveva da allora contatti con il mondo arabo e i tuareg. E a Bamako nessuno vedeva o sapeva mentre, se si fosse voluto per davvero, tutto poteva essere impedito fino da allora.

In conclusione secondo il “nostro” ministro occorre drasticamente impedire la crescita in progressione geometrica di quella ricchezza degli interessati ai proventi del traffico di droga internazionale, e che nella nomenklatura maliana sono tanti, che attualmente prospera incontrollata.

Solo interrompendo di netto quel traffico lucroso, e  definitivamente, si dissotterrerà ogni seme di terrorismo nell’area .

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :