Sono partita da sola, non era, assolutamente, possibile innamorarsi in due giorni di una città di cui non avevo assolutamente aspettative. Ho sempre sentito dire che fosse bellissima, ma, onestamente, non credo mai all'opinione altrui finché non la verifico di persona. Sono partita da sola, il mio primo weekend in solitaria, i miei primi giri in metropolitana da sola, le mie prime visite da sola, ero eccitata più per quello che per Parigi in sé.
E invece, mi sono lasciata plasmare, mi sono lasciata abbracciare dalle meraviglie che mi circondavano, in ogni angolo mi sembrava di tornare indietro ai tempi in cui Henry Miller passeggiava per Rue Delambre, prendendo un caffé a La Rotonde, anni in cui Hemingway non si stancava di passeggiare per Le Jardin du Luxembourg e sedersi fuori della Shakespeare and Co, a pochi passi da Notre Dame.
Passeggiare per le sue strade, prendere la bicicletta e non sentire la fatica della salita, ammirare i palazzi con il rischio di non vedere che il semaforo era diventato, ormai, rosso. Innamorarsi in due giorni di Parigi è possibile, soprattutto se la si gira a piedi, la metropolitana è pratica, senza dubbio, ma non può regalarvi quelle sensazioni che la strada invece può.Si sentono gli artisti suonare, le persone cantare, con con questa "r" moscia che dopo un po' diventa un'abitudine più che un fastidio, i pittori con le tele a Montmartre, e i sospiri di centinaia di turisti che, lasciandosi Le Sacre Coeur alle spalle, ammirano l'immensità di Parigi.
Mi sono persa, ma non in metropolitana, come sarebbe lecito pensare visti i miei precedenti, ma tra le strade di Montmartre, appena dopo essere scesa dalla scalinata suggestiva, che accompagna lo sguardo fino all'orizzonte.
Ricordo di aver preso la linea 6, tornando all'appartamento, che percorre un pezzo in superficie, e guardando i palazzi mi dicevo "io qui potrei viverci", non lo avrei mai detto di una metropoli, eppure mi son fatta rapire.
Mi ero ripromessa di non fare il solito tour , quello che tutti i turisti fanno, quello delle guide turistiche, ma una volta che sei lì, Parigi ti guida tra le sue strade, mostrandoti le sue meraviglie (o forse mi sono fatta semplicemente guidare dal parigino che mi ha ospitato grazie al Couchsurfing).
Due cose volevo vedere a Parigi in quei pochi giorni: Montmartre e Montparnasse, i due quartieri dove gli artisti hanno lasciato il meglio di sé, dove ancora si respira un'aria spensierata, che non sente il peso della modernità e delle regole auto-imposte. Sono rimasta così sorpresa nello scoprire che l'appartamento dove ero ospite era a pochissimi passi dai luoghi della vita quotidiana di Miller, ho perso minuti ferma ad osservare la strada, per poi chiudere gli occhi ed immaginarmela come nei suoi libri.
So che molti non mi capiranno, ma essere lì è stato come vivere un sogno, un sogno che prende forma e fa sì che innamorarsi in due giorni di Parigi sia assolutamente possibile.
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Liz Au
Elisa Pasqualetto, in arte Liz, nata a Venezia, città che adora per i suoi misteri e per il legame che da sempre ha con il mare. Appassionata di Marketing e Laureanda in Gestione dei Sistemi Turistici, Travelblogger per passione. Ama viaggiare e scrivere di viaggi e spera, un giorno, di rendere questa sua passione il suo lavoro.