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Alice ha quindi una missione da completare.
Paris Manhattan già dal titolo vuole operare ua sorta di crasi tra la tipica commedia sentimentale francese e l'ironia aguzza, a tratti sferzante del maestro newyorkese la cui presenza da valore aggiunto si trasforma in vero e propria zavorra per le ambizioni creative dell'esordiente Sophie Lellouche, apprendistato importante dal quasi omonimo Lelouch, che denota una preoccupante carenza di personalità nella stesura del canovaccio di questa commedia.
Non è questione di ingredienti perchè la confezione è ottima e gli attori sono tutti adeguati ai loro ruoli.
Ci sono anche alcuni dialoghi molto spiritosi. Il problema è che questi ingredienti sembrano mescolati male e , nonostante la durata sia appena sopra i 70 minuti, titoli di testa e di coda compresi, c'è anche il tempo di far affiorare una punta di noia.
Mi piacciono molto le commedie sentimentali, adoro in particolar modo quelle francesi ma Paris Manhattan non mi ha dato veramente nulla, regalandomi, anzi , l'impressione che si trascini piuttosto stancamente verso il finale atteso da tutti.
Del resto sappiamo fin dall'inizio che i due protagonisti, come poli opposti di una calamita, prima della comparsa dei titoli di coda, saranno appiccicati come cozze allo scoglio, come prevede la codifica del genere.
Altrimenti che commedia sentimentale sarebbe!
Alice Taglioni che solo qualche anno fa era il sogno erotico (in)confessato di Auteuil in Una top model nel mio letto ora, più scarnificata e meno cammellona galoppeira di prima, è diventata di una bellezza più fine e che cresce col passare dei minuti . E non risulta neanche troppo antipatica come dovrebbe essere una che ha sempre l'aria di guardarti dall'alto verso il basso.
Se Paris Manhattan voleva essere un ideale punto di incontro tra la commedia sofisticata americana degli anni d'oro ( Lubitsch, Capra) citando a piene mani il verbo del primo Allen e la classica rom com contemporanea , allora direi che non ci siamo proprio.
Il messaggio del film è che per volare bisogna affrancarsi dai modelli troppo ingombranti che tarpano le ali.
Parole sante signora Lellouche! Le si addicono perfettamente.
Mai come in questo film mi sono accorto che Woody Allen non è più un regista o l' esponente di punta di un genere cinematografico.
Ormai è diventato una categoria dell'anima.
( VOTO : 4,5 / 10 )
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