Paris. Montmartre, Pigalle e le Ninfee

Dico io: vogliamo o non vogliamo andare avanti col racconto di Paris, che aspettiamo?
Sono di poche parole oggi, che tante, ne ho comunque spese su questa straordinaria e immensa città. Forse magari stavolta, perchè no, posso lasciar parlare le immagini al posto mio, che saranno sicuramente più evocative ed efficaci. Potrei giusto limitarmi a dirvi di che si tratta, dove le ho scattate, che qualche info in più può essere sempre utile.
Massì và, oggi facciamo così.
22 aprile 2011 - ovvero il secondo giorno
Siamo andati a Montmartre e appena arrivati quasi mi sequestrano la Nikon cazzo! Me la son vista brutta perché c'è una strada piena di negozietti colorati, soprattutto di parruchieri o che vendono parrucche, gestiti solo da neri. Ecco lì in quella stradina una foto non fatela mai, e per mai intendo proprio MAI. Bene che vi và esce una ragazza formosa e vi invita, in modo garbato ma deciso, a smettere, male che vi và, invece, esce il nerboruto fidanzato, o chi per lui e vi obbliga a cancellare la foto. Lasciando intendere (tra le righe) che vi sta riservando un trattamento di favore.
Robba che tu, mentre ti allontani con la coda tra le gambe, lo ringrazi pure.
Aivoja a cercare di spiegargli in inglese (a un francese! Doppio affronto!) che sei turista e tutta quella vivacità di colori ti piaceva e volevi solo un ricordo. Non ce n'è per nessuno. Chiuso il discorso. A tutt'oggi ci stiamo domandando il perché.
Avevo detto che sarei stata coincisa, perciò eccovi Montmartre, o meglio i negozietti. Lo so che sono monotematica ma che vi devo dire, sono la cosa più eccentrica e originale che ho visto.
Ditemi se non ho ragione, sono incantevoli.







ILA SEI PRONTA? Queste sono le due foto che ti ho promesso (dopo questo tuo post), quelle che ti dedico....mia cara Miss Cupcake!

E ho scoperto anche come si chiamano i Puffi in francese! Ma le gambe...ma le gambe... a me piacciono di piùùùù!

Saggezza popolare (e di sinistra). Condivisibile anche per chi è digiuno di francese no!

Miss Scatto a zonzo che scatta e suda e sbuffa.

E poi sosta per un caffettino (altri 5 euro regalati) perché siamo italiani, che tradotto vuol dire drogati. Impossibile farne a meno. Questo è Halle Saint Pierre ex mercato coperto, in ferro e vetro, che ospita un museo consacrato all'arte Brut e Naif. Dentro c'è anche una libreria specializzata e una sala da tè.
E Mister Mappina non perde occasione per fare il punto della situazione.

Poi volevo proprio fare un salto a Pigalle il quartiere del sesso e della perdizione, ci tenevo a vedere il Moulin Rouge (la Tour Eiffel no, il moulin rouge si!). Epperò son rimasta delusa, è piazzato tra i palazzi, decontestualizzato ha un senso, ma circondato da normalissimi appartamenti perde tutto il fascino che immaginavo avesse. Giri l'angolo di rue Lepic e te lo ritrovi così, sovrastato dalle facciate degli edifici e mezzo coperto dai furgoni in sosta davanti. Poi ti fai Boulevard de Clichy e scopri che è tipo il quartiere a luci rosse ad Amsterdam, una sfilza di sexy shop e localini hard. No, non mi sono riportata nessun souvenir dal Toys Palace.

Dopodichè siamo ritornati dall nostre parti e ci siamo regalati il Musèe de l'Orangerie.
Io lo consiglio a tutti, andateci. Qui ci sono le Ninfee, donate da Monet nel 1922. Le stanze che ospitano i dipinti sono ovali e sembra quasi di entrare in bolle d'aria e di luce, sospese nel tempo e nello spazio. E' un'esperienza quasi mistica, provare per credere. Ti avvolge un senso di pace interiore indescrivibile (tipo la copertina di Linus), che poi ti porti dietro per il resto del giorno. E tutto questo per soli 7 euro e mezzo!



E poi nel seminterrato c'è la collezione d'arte moderna di Guillaume: 144 opere di Cézanne, Matisse, Picasso, Modigliani, Soutine...(e lo ripeto: a soli 7 euro e mezzo).

Questa invece è la francesissima Mela da passeggio. L'ho trovata in un negozio, nel banco frigo e non ci potevo credere. Non ho resistito e l'ho dovuta immortalare questa ennesima prova di eleganza e stile (inutile, lo so, ma troppo chiccosa no!)

Il meritatissimo aperitivo nel Tapas Bar sotto casa, momento di relax ma anche di scrittura creativa (teniamo sempre una sorta di diario di viaggio) e di brain storming sul giorno dopo.

E poi lo svacco più totale, quello selvaggio, a casa, con i piedi fumanti (vi ricordate che era estate vero?) e le gambe a pezzi. Giornata densa e vissuta. La cena che ci siamo preparati, viste le scarse energie, è a base di burger vegetali e verdure già pronte, cariche di salse maialissime e poco sane (che a Paris vanno tanto).

Anche per oggi è tutto.

- Le puntate precedenti:
Il rientro in Italia
Svegliarsi a Parigi
Primo giorno