Le ultime stagioni sono state un successo dal punto di vista personale ma un po’ meno dal punto di vista della sua squadra, Tony Parker infatti sta giocando ormai da 3-4 anni ai livelli dei candidati alla vittoria del premio di MVP stagionale, ma i suoi San Antonio Spurs, tranne quest’anno che sono in finale di Conference (e avanti 2-0 sui Memphis Grizzlies), hanno trovato sempre qualche problema nella post season, uscendo eliminati ed alimentando le voci che volevano una rifondazione per poter tornare ai vertici. Il gruppo allenato da coach Popovich invece ha risposto ancora una volta presente, e se il leader spiriturale della squadra rimane Tim Duncan, e quello in grado di fare le giocate più importanti spesso è Manu Ginobili, la leadership tecnica è ormai tutta nelle mani del play francese.
In stagione regolare ha trascinato i neroargento al secondo miglior record della Western Conference, nonostante qualche acciacco fisico che l’ha costretto a stare seduto qualche partita. 20.3 punti, 3 rimbalzi, 7.6 assist e un 52.2% dal campo che la dice veramente lunga sul suo impatto non sono sualla squadra texana ma sull’intera Lega, considerando che Parker è 188 cm per 84 kg. Stiamo parlando di numeri da MVP ovviamente, che infatti gli hanno permesso di essere inserito spesso nei discorsi a riguardo. Ma la cosa che più sta impressionando è il fatto che nei playoff ha cambiato ancora una volta marcia, elevando il suo livello: contro i Lakers è stata una passeggiata non avendo contro praticamente nessuno al suo livello; contro i Warriors le cose sono state più complesse, sia per la difesa di Thompson e Jack su di lui, sia perchè nella sua metà campo ha dovuto spesso seguire (o inseguire) Steph Curry. Ma il livello del suo gioco non è mai sceso, e gran parte della vittoria contro i californiani va data a lui e alla sua abilità di tagliare in due la difesa con più soluzioni.
Con Memphis nelle prime due partite è stata la stessa cosa: in gara 1 ha attaccato senza sosta chiudendo con 20 punti e 9 assist costringendo coach Hollins a cambiare modo di difendere su di lui nella seconda partita della serie. Nessun problema, Parker si è adattato benissimo e ha cambiato i suoi piani, cercando con continuità i compagni e chiudendo con 15 punti e 18 assist (nuovo suo massimo in carriera).
Il futuro prossimo (i playoff) e meno prossimo (la ricostruzione della squadra) passano per lui. Parker è ormai maturato e pronto a essere la faccia degli Spurs nelle prossime stagioni.