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Parla Massimo Dubbio, leader del Partito degli Indecisi

Creato il 19 febbraio 2013 da Webmonster @mariomonfrecola

Incontro il sig. Massimo Dubbio in un elegante bar al centro di Roma. Siamo a pochi passi da Palazzo Madama, la sede del Senato della Repubblica.
Seduto dinanzi a me, ho l’uomo che può decidere le sorti delle prossime elezioni, il Presidente del primo partito italiano, il comandante dell’esercito degli indecisi, coloro che non hanno ancora una idea precisa se votare e – in caso positivo – chi eleggere.

Si avvicina un cameriere, cortesemente ci invita ad ordinare. «Per me una cedrata, grazie» confermo conscio di pagare la bibita quanto una coppa di champagne francese.
«E per lei?» insiste il giovane nella sua impeccabile divisa bianca stile capitano del Concorde. «Non ho ancora deciso, può tornare più tardi?» ribatte il mio uomo in coerenza col cognome che porta.

 

Parla Massimo Dubbio, leader del Partito degli Indecisi

 

D: sig. Dubbio, i sondaggi danno il «partito del non-voto» quasi al 35%. Ci descrive il profilo dell’indeciso-medio?
R: il mio partito è composto da gente perbene, chiariamo subito questo concetto. Siamo cittadini delusi dalla politica, italiani onesti che lavorano nei più svariati campi. Dall’insegnante al medico, dal banchiere all’operaio fino al disoccupato organizzato. Individui senza un rappresentante politico a cui appellarsi, nemmeno per un favore personale oppure per il voto di scambio. E’ una vergogna!

D: sig. Dubbio, ma si rende conto che vendere il proprio voto è illegale?
R: secondo lei, è più egoista chi elemosina oppure chi non regala nemmeno cinquanta centesimi ad un povero cristo che non può nemmeno mangiare?

La cedrata arriva al momento giusto, la tensione non favorisce lo scoop: «sono 6€, grazie» bofonchia il cameriere. Il volto inespressivo tradisce un sorriso beffardo a dimostrazione del godimento che prova nell’applicare tariffe da turisti giapponesi a due persone normali. E’ la sua quotidiana vittoria di Pirro.
Pago titubante e medito sul caro-vita, l’inflazione e gli stipendi/pensioni fermi da dieci anni.
Sospiro e riprendo la chiacchierata.

D: una considerazione: esiste uno zoccolo duro di persone che, indipendentemente dall’operato, vota sempre lo stesso partito: sono gli elettori legati ad un’ideologia. C’è poi una parte dei votanti che cambia ma resta sempre all’interno di una coalizione (chi è di sinistra o di destra in generale). C’è, poi, una terza componente di persone variabili che vota in base al giudizio legato all’azione del politico (si pensi ad un sindaco di una città eletto per i successi o bocciato per ciò che promette ma non realizza). Infine ci siete voi, gli indecisi. Forse sarebbe meglio definirvi disinformati?
R: la smetta di trattarci come ignoranti. Al contrario, siamo persone informate tant’è vero che valutiamo tutte le possibilità e fino all’ultimo secondo utile, prima di entrare nel seggio, siamo disposti a cambiare idea. Siamo gente aperta ad ogni ipotesi, scevri da pregiudizi e capaci di votare anche ex galeotti, politici inquisiti e letterine prestate al Parlamento. Dipende dall’offerta, se mi passa il termine. Noi siamo «clienti» e come tali dobbiamo e vogliamo essere trattati.

D: sig. Dubbio, cosa pensa dell’ideologia politica?
R: concetto anacronistico, oggi esiste il marketing, la promozione e bocciatura di un politico dipende da come si presenta, cosa promette e come parla. Non certamente da cosa realmente farà oppure, peggio ancora, se è comunista, fascista, di sinistra e di destra. Termini privi di senso per noi indecisi.

D: lei crede nel voto?
R: no: alla fine, ognuno agisce secondo una convenienza personale.

D:  la Grande muraglia cinese è lunga 8.851,8 chilometri: un’opera maestosa ma che, comunque, è formata da singoli mattoni.
R: lo sapevo, lei è un comunista!

D:  ma lei è un fissato, la smetta e inizi ad informarsi sui programmi e sulle idee che sono il motore della politica, almeno quella vera con la “P” maiuscola.
R: cosa c’entrano ora i programmi e le idee?

D: sig. Dubbio, mi consenta: lei non è un indeciso, lei è un perfetto idiota!
R: come si permette! Lei non sa chi sono io! Lei non immagina su quali amicizie posso contare! Con una telefonata la posso annientare e far chiudere quella specie di sito sui mostri che ha!!!

D: la ringrazio per l’idea, mi mancava il «mostro» di oggi. La sbatto in homepage senza indecisioni e questa non è una domanda ma un’affermazione! Scompaia dalla mia vita subito!
R: provi a pubblicare una sola riga di questa conversazione e la denuncio. La mia squadra di avvocati-squali non aspetta che un cenno per sbranarla.

A questo punto la conversazione termina, il sig. Massimo Dubbio si licenzia ed abbandona il locale. Rosso come un peperoncino, va via urlando minacce incomprensibili.
Raccolgo i miei appunti, sto per andar via quando si accosta il cameriere, spettatore divertito dello squallido show.
«Non si arrabbi, gli indecisi non sono dei veri mostri, la colpa non è nemmeno completamente loro, è la politica che non attira. Finché non cambierà il concetto di Stato, collettività e senso civile l’esercito degli indecisi sarà sempre ben nutrito» afferma con tono pacato.

Come dargli torto?
«Grazie, credo abbia ragione» replico sconfortato.

Sorrido all’uomo e corro a pubblicare lo scoop del momento, l’intervista mai realizzata a Massimo Dubbio, leader del partito degli indecisi.

MMo



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