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Parlando di Formula 1

Da Carlo69 @F1Raceit

Ieri e Oggi, dissertazioni sulla Formula 1 fra un avanzo di colomba pasquale e una previsione per la Cina

Inutile nascondere l’amarezza della delusione che da tifosa ferrarista ho provato domenica 24 marzo, e che ancora fatico ad elaborare. Tuttavia…

Ho letto tanti commenti su certa carta stampata, ma soprattutto sul web, e notato una spiccata tendenza alla recriminazione perniciosa e affatto costruttiva che ha portato molti a riproporre e rimpiangere nomi dei tempi che furono, compresi quelli recentemente messi alla gogna per le aspettative deluse.

Così capita di vedere adulatori sperticati tramutarsi in detrattori nell’arco di una giornata, o viceversa, gettandosi alle spalle in un nanosecondo quanto sostenuto, giurando e spergiurando, fino a un’ora prima.

Del senno di poi son piene le fosse, ripeteva spesso mia nonna e forse non aveva torto, ma in questo periodo l’ho sentito ripetere a sproposito e un po’ troppe volte…

Sarà l’età, ma l’amarezza fa brutti scherzi e porta con sé strane riflessioni. Così mi domando perché, in qualsivoglia ambito, il vizio, o il vezzo ditemi voi, nazionale è restare ancorati, anzi di più, tenacemente abbarbicati al passato al punto da farci perdere lucidità. E mi includo nel novero, ritrovandomi io stessa troppo spesso nel coro del rimpianto, ricordando ognuno solo ciò che gli piace ricordare.

Ma soprattutto oggi mi chiedo se in questo modo non ci precludiamo da noi stessi la possibilità di godere delle pur poche gioie che il presente può essere in grado di offrire. E se questo non sia profondamente ingiusto nei confronti di quanti oggi si dannano l’anima facendo del loro meglio.

Personalmente continuo a credere che con un apparato regolamentare “dignitoso e intelligente”, perché con ogni probabilità il nodo è tutto qui, anche i protagonisti di oggi ci darebbero le soddisfazioni di ieri o forse anche di più.

E in più, considerate le tendenze di una fronda reazionaria a prescindere, mi chiedo che senso abbia continuare a stilare classifiche e ostinarsi nel mettere a confronto questo o quello, quando non esiste più nessun parametro che consenta un realistico termine di paragone.
Tutto troppo diverso: diverse le auto, diverse le regole che puniscono ciò che un tempo era consentito e che faceva la differenza, diversi i circuiti, diverso lo spirito tutto teso al profitto e a uno spettacolo artefatto e artificioso, diversi gli ideali, diverso il pubblico, diversi i punteggi, diverso il campionato.

Per mettere insieme lo stesso numero di gare o di punti quanti campionati ci volevano ai tempi d’oro, quelli che ci piace ricordare e collocare in un meritato Olimpo?

Con tutto il rispetto per i cultori dei numeri, non nascondo il fastidio  che provo nel sentir proclamare che il tale o il tal altro “ha raggiunto o superato il record di un autentico mito” perché non è mai vero.

La grandezza non si misura con la matematica e la statistica per avvicinarsi, anche minimamente, alla realtà avrebbe bisogno di troppi correttori, considerando quante e di quale rilievo siano le variabili intervenute nel corso degli anni. Che significato possono avere i numeri assoluti se in un paio di campionati, oggi, si hanno a disposizione tante gare e tanti punti quanti, agli albori della F1, non se ne avevano a disposizione in un’intera carriera?

E’ millantata gloria per l’oggi e un insulto per uno ieri che valeva quanto la vita.

Forse anche questa è una diversa “sfumatura” di nostalgia, oggi che le “sfumature” vanno tanto di moda, ma voglio sperare che domani torni ad essere un orizzonte cui guardare. In ogni campo.

di Francesca Montomoli  – 04 aprile 2013

 


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