Una volta tanto la lucidità di analisi della situazione politica che i commentatori ostentano nei media non si annacqua o si perde per strada quando si entra in prima persona nella politica attiva. E' il caso di Oscar Giannino che da commentatore attento, preparato ma sopra tutto semplice e comprensibile nel linguaggio conserva queste virtù e le utilizza al meglio nella sua campagna in vista delle elezioni poltiche di primavera. Di vincere nemmeno a parlarne, di ottenere ascolto ed appoggio di alcune delle sue tesi dai Big Competitors difficile ma auspicabile. Dell'intervista concessa da Oscar al quotidiano Oscar a "Il sole 24 ore" e ripresa sotto, sottolineo e condivido appieno questo passaggio fondamentale "Cambierei subito i vertici amministrativi, come la Ragioneria generale dello Stato. In quegli apparati tecnici c'è una continuità di politiche che ha determinato l'impossibilità a risolvere problemi.."Oscar Giannino scende in campo: "snobbato da Monti, corro come premier"
Oscar Giannino, lei sarà candidato premier per «Fare per fermare il declino». Si sentiva la necessità di un nuovo partitino? Al voto andiamo ancora come movimento e la decisione di trasformarci in partito avverrà solo dopo le elezioni. Rimango contrario ai partitini e tra i fondatori ho frenato molto su questa ipotesi. Quanto a me tornerò a fare il giornalista il più presto possibile. Non voglio cambiare mestiere. Lei ha detto: «Né con il Pdl di Berlusconi, né con il Pd della patrimoniale». Vediamo cosa accadrà a destra ma finché c'è Berlusconi il nostro è un no insuperabile. E i democratici? Ci siamo spesi per Renzi. Rispetto la sua lealtà al partito ma la sua offerta politica viene trattata come qualcosa di estraneo al Pd. Resta Monti. Il Professore però vi snobba. Sono rimasto sorpreso dalla mancanza di risposta di Monti e della sua decisione di affidarsi a Luca Cordero di Montezemolo per la rappresentanza della società civile. Capisco Corrado Passera quando dice che i criteri di selezione dovevano essere più alti. Qualcuno ha fatto cambiare idea al premier. Noi però non desistiamo. Colpa di alcune delle vostre dieci idee per rilanciare la crescita? Forse il problema è il nostro modo di dire le cose che io ho sempre definito "irriducibile" e "immoderato". Il nostro è un linguaggio netto e tagliente che dice con chiarezza le cose in cui non ci ritroviamo. Gli errori fatti nell'ultimo ventennio che hanno portato al declino dell'Italia rispetto agli altri Paesi e l'accelerazione degli ultimi due anni sono figli delle scelte sbagliate della politica italiana. L'Agenda Monti non va bene? Intendiamoci: nelle sue scelte di fondo è totalmente condivisibile. Il problema è che non c'è nemmeno un numero. Tranne quello di un anno, il 2015, da cui si dice che ci sarà un'accelerazione. Peccato che siamo all'inizio del 2013. Il cambio di mix con l'accelerazione dell'abbattimento del debito da dismissioni pubbliche deve essere molto più rapido di quanto indicato in quel programma. Da dove partireste con le alienazioni? Dal mattone. C'è un patrimonio da 480 miliardi di euro. Si dovrebbe fare una grande gara internazionale gestita da privati. L'annuncio di Monti di un punto di pressione fiscale in meno vi convince? Va bene ma deve ripetersi per cinque anni. Ci vogliono ovviamente tagli di spesa commisurati. Quello che nell'agenda manca è un patto preciso con gli italiani: visti gli enormi ostacoli che interventi del genere incontrano, il premier avrebbe dovuto dire agli elettori "datemi la forza per attuare i tagli e garantire meno pressione fiscale". Ma questo non c'è. Quale sarebbe il suo primo provvedimento da presidente del Consiglio? Cambierei subito i vertici amministrativi, come la Ragioneria generale dello Stato. In quegli apparati tecnici c'è una continuità di politiche che ha determinato l'impossibilità a risolvere problemi. Contribuirà con sue risorse alla campagna elettorale? Ho doverosamente azzerato tutti i miei redditi e attinto ai risparmi. Finora ho speso qualche centinaio di migliaia di euro. Riccardo Ferrazza Da "Il Sole 24 Ore" 03 gennaio 2013