Situazione sempre più drammatica in Italia: gli animalisti liberano venticinque cuccioli ma per la legge sono passibili di arresto per violazione di domicilio, la ricorrenza del primo maggio non attutisce il dibattito sul lavoro ma mentre la Spagna scende in piazza bloccando il paese, l’Italia se ne va al concerto. Il dissenso al regime si esprime adesso per mezzo di atti dimostrativi discutibili ma che tutti si aspettavano e Renzo Bossi si laurea in un anno. A Tirana…
Successo storico degli animalisti che, per una volta, registrano una vittoria della loro causa, pienamente condivisa anche dall’opinione pubblica e portata alla ribalta con un successo mediatico senza precedenti: venticinque beagles destinati alla vivisezione ed agli esperimenti delle industrie cosmetiche e farmaceutiche vengono tratti in salvo dai militanti. Le foto raccontano più delle parole: mani di uomini, mosse da un cuore, che accolgono amorevolmente cuccioli spaventati ed inconsapevoli delle torture che avrebbero potuto porre fine alla loro vita. Nei viali adiacenti, folle di manifestanti si schierano dietro agli striscioni: ci sono le sigle classiche della difesa dei diritti degli animali come Occupy Green Hill, ma anche persone comuni disgustate dalla presenza di quell’antro delle belve e persino un gruppo di motociclisti incazzati come bestie. Non può essere tollerato alcun altro gesto di umana avidità che comporti la sofferenza di quei cuccioli. Grida, applausi, pianti di commozione: quelle bestioline indifese sono finalmente libere, è una vittoria di quel po’ di buon sentimento che questa crisi economica non è riuscita a portarci via. Siamo ancora uomini, dunque. Inutile parlare degli attestati di solidarietà che la rete tributa ai “dodici”, apostoli di un’umanità ormai smarrita, annunciatori di un nuovo modo di intendere la vita in cui non è sempre il più forte ad imporre soprusi ai più deboli. Attendiamo con trepidazione la conclusione positiva della vicenda per chi ha dato ancora importanza agli ideali, rifiutando il profitto.
E’ l’ultima settimana della campagna elettorale per le prime amministrative del dopo Nanofolle. Grillo scivola rovinosamente in terra sicula, dichiarando placidamente che lo stato strangola più della Mafia. Lungi dalle intenzioni del comico genovese, crediamo, il voler dire che Cosa Nostra sia un male minore di Equitalia, ma sull’opportunità di un’affermazione del genere c’è più di un appunto da muovere. Non si può pretendere di dettare un nuovo corso politico con una dichiarazione non condivisibile dal popolo che ha visto morire gli eroi dell’antimafia, Falcone e Borsellino su tutti. Topo Galileo è un comico ma la politica non è uno scherzo: e ce ne accorgiamo, avendola lasciata in mano a troppi buffoni negli ultimi 40 anni. Sarebbe opportuno riflettere, contare fino a 10 prima di parlare, altrimenti i suoi detrattori non gli daranno scampo.
Intanto in Spagna il popolo fa sul serio: si scende nelle piazze, milioni di persone vanno contro le decisioni del governo Rajoy. I mass media stanno ben attenti a non riferire delle manifestazioni, preferiscono dirottare l’interesse sulle manifestazioni nostrane per la festa dei lavoratori: mentre gli spagnoli fanno paura e marciano uniti contro l’oppressore, gli italiani vanno al concerto e sono fieri di farlo. La vera vittoria del sistema è quella di far credere loro di essere alternativi nel momento stesso in cui si sono omologati. Magari diranno che il concerto è un momento di lotta. Gente strana, Dio l’aiuta e forse non è difficile capire perché versiamo in queste condizioni.
Ma il governo Monti ha ancora un asso nella manica per risollevare le sorti d’Italia: la spending review. E’ una sorta di task force che ha il compito di tagliare gli sprechi della spesa pubblica. E per prendere in giro gli italiani e poter dire loro che il governo ascolta i suggerimenti dei sudditi, istituisce una pagina internet dove i cittadini possono indicare gli sprechi! Metteremo nello spam tutti i messaggi che nel corpo del testo conterranno le espressioni “riduciamo i costi ai partiti” o “non bastano 300 deputati e 30 consiglieri per ogni regione?”. D’altronde, cosa volete che possano incidere i dodicimila euro mensili che ciascun parassita della politica ingurgita? Ovviamente, per un compito così delicato, Monti si avvale di giovani di successo: Enrico Bondi, classe 1934. E tutti si domandano dove abbia messo la pala da becchino per questa nazione morente…
Le cronache non lasciano tranquilli un attimo: a Gravina di Catania, un trentacinquenne disoccupato si lascia andare alla depressione e si lancia nel vuoto. Un volo di circa 20 metri, un sordo tonfo e la fine di tribolazioni derivanti dalla mancanza di prospettive e dal furto della dignità. Monti è tuttavia soddisfatto: non abbiamo nemmeno la metà dei suicidi che si sono registrati in Grecia. Possano le anime dei martiri del lavoro tormentare il sonno di chi sta causando questo malessere sociale.
C’è chi decide di percorrere strade che conducono a proteste eclatanti: Luigi Martinelli sequestra una ventina di persone in una sede dell’Agenzia delle entrate di un paesino in provincia di Bergamo. La sua colpa, quella di avere un debito con il fisco per circa 44000 euro. La sua forza, un fucile a pompa con cui tiene sotto scacco l’ufficio e vuole attirare a sé l’interesse per la situazione drammatica in cui versa un popolo taglieggiato dall’erario. Si arrenderà solo in serata, non voleva far male a nessuno. Avrebbe voluto parlare con il Premier per spiegargli cosa significhi vivere lontano da Goldman Sachs, vivere da lavoratore e non da massone servo dei banchieri. Ma non gli è stato consentito. Rischia otto anni, ma l’Italia è con lui, ha dato voce a tanti deboli che non lesinano di dire che “Ha fatto bene”. Adesso, guai ad abbassare la guardia, è concreto il rischio di emulazioni, magari più cruente. Intanto la Lega cerca di cavalcare la tigre e fare proprio il dissenso di Martinelli: un avvocato di fiducia del Carroccio si farà carico delle spese legali. Ma dubitiamo che questo provvedimento demagogico e propagandistico possa limitare i danni nelle amministrative di domenica.
Per fortuna ci pensa il calcio a stemperare gli animi: la lite tra Delio Rossi ed Adem Ljajic divide l’Italia. C’è chi sta col tecnico, che ha aggredito fisicamente il giocatore sostituito nel corso del match tra Fiorentina e Novara. C’è chi invece si limita a deprecare un atteggiamento risolutore che poggi sulla forza fisica. Sarà pur vero che è sempre meglio parlare, ma siamo sicuri che il calciatore serbo abbia almeno imparato un po’ di educazione. Importanti rivelazioni riguardano la Lega Nord, partito del Dottor Renzo Bossi, laureatosi con profitto all’università Kristal di Tirana superando ben 29 esami in un anno accademico e senza mai mettere piede nella sede dell’istituto di alta cultura! Un vero genio!
Anche Nichi Vendola dà prova di intolleranza, in quel di Taranto dove sostiene la candidatura a sindaco di Ezio Stefàno. L’entourage di SEL è costretto a trasferire il comizio previsto in piazza, si temono contestazioni da parte di gruppi ambientalisti che Vendola non esita ad apostrofare con “fascistelli”, ascrivendosi una potestas vitae ac necisque sulle “minoranze” che vivono lì solo perché “glielo permettiamo noi”. A parte il delirio di onnipotenza, si nota un certo disprezzo per chi la pensa diversamente dal leader di SEL. Ed in questo, caro Vendola, non sei diverso dai Borghezio, dai Berlusconi etc. Per ora quindi l’unica diversità che possiamo riconoscerti è quella che non ci interessa. Perché non fa di te un buon amministratore…