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Partiti e massmedia, astensionismo e diritti universali

Creato il 31 dicembre 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

I partiti hanno bisogno di visibilità quindi si rivolgono ai massmedia, che hanno bisogno di testi con un titolo vicino alle inserzioni pubblicitarie. I partiti comprano i giornali, li aiutano, ne hanno necessità: è una legittimazione reciproca tra editori di giornali e partiti. C'è questa necessità perché i partiti devono aggregare il consenso: è il loro compito, stabilito anche dalla Costituzione. Non si può eccepire sul fatto i cittadini si uniscano in associazioni, gruppi, partiti, organizzazioni che intervengono liberamente nel dibattito pubblico: è un diritto inviolabile. Chi non fa parte di queste formazioni sociali dotate di soggettività politica è comunque portatore dei diritti universali riconosciuti a ogni persona. I partiti possono esistere e una soggettività chiara, programmi, idee, obiettivi e pratichino e diffondano un pensiero, una cultura, uno stile. Chi resta fuori da questo dibattito ha come gli altri gli stessi diritti. Chi amministra quindi può ben tenere conto di questa semplice banale ma sempre clamorosa realtà: chi non rivendica i propri diritti e non intende pesare all'interno di partiti e associazioni è comunque un essere umano. Proprio perché si fanno leggi che devono tener conto di diritti universali (se no è solo una lotta di potere), i partiti e le associazioni non sono esclusivi patrocinatori di tali diritti.

Lo si può dire più seccamente

Non si mettono ai voti i diritti che rendono possibile il fatto che si voti in Parlamento. Non credo quindi che la rappresentanza diretta o non diretta abbia un primato: si spera generalmente che i parlamentari votino la cosa giusta. Chi non si sente rappresentato dai partiti movimenti liste civiche insomma dai candidati vincenti o perdenti ha lo stesso il diritto a leggi scritte con spirito di giustizia e lungimiranza. Non dovrebbero essere approvate leggi fatte eventualmente solo per soddisfare chi ha votato i candidati e chi conta di più o abbastanza, bensì leggi giuste. Il diritto, o almeno il desiderio di essere amministrati correttamente rimane anche se non voti l'uno o l'altro candidato in campagna elettorale, perché quel che è giusto resta giusto. Ciò che è giusto viene inserito e pesato in un gioco di condizionamenti, di rapporti di forze, fra una pressione e l'altra. Il dato di fatto di forze esistenti che vogliono farsi sentire, pesare, eccetera, non toglie per me il fatto che quel che è giusto resti giusto e che la maggioranza non comanda su tutto, altrimenti non ha nemmeno diritto di essere la maggioranza di un insieme più ampio! Ecco perché considero non prioritario schierarsi, costruire cordate, gruppi per poi eleggere questo o quello. E' sufficiente esistere per poter chiedere leggi giuste ed esercitare diritto di critica


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