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"Pasolini e la politica", un convegno a Casarsa

Creato il 05 febbraio 2012 da Gaetano61

"Pasolini e la politica", ne hanno discusso ieri a Casarsa alcuni studiosi in un convegno organizzato da: Centro Studi Pasolini, Comune di Casarsa, LiMes Club Pordenone, HistoriaGruppo Studi Storici e Sociali Pordenone. Adalberto Baldoni e Gianni Borgna hanno parlato di Pasolini dal loro punto di vista di  destra e di sinistra (i due sono coautori di un libro sull'argomento: "Una lunga incomprensione. Pasolini fra Destra e Sinistra, Vallecchi, 2010), Davide Rondoni ha scandagliato il rapporto tra Pasolini e il sacro, Luigi Gaudino - giurista dell'Università di Udine - ha esposto alcune vicende giudiziarie che interessarono il Pasolini regista, Guglielmo Cevolin - altro giurista docente nell'ateneo udinese - si è occupato del Pasolini che s'interessò ai temi dell'autonomia friulana. Diversi gli spunti emersi dalle relazioni e tra questi, con il rischio di semplificare: la riscoperta, fatta dalla destra, di un autore che, seppur ebbe con il Pci un rapporto tutt'altro che idilliaco, fino all'ultimo si definì "un marxista che votava comunista" (intervento postumo al congresso del Partito radicale, novembre 1975); Davide_Rondoni, poeta ed editorialista di Avvenire, ha parlato della "passione per la realtà, carnalità irragiungibile" di Pasolini, quale emerge soprattutto nella sua poesia, una definizione che richiama tutta la persona di Pasolini, il rapporto con il proprio corpo e i corpi e il senso del sacro in un autore che si definiva ateo. Ma l'intervento che ha chiuso l'incontro, quello della direttrice del Centro Studi Pasolini di Casarsa, Angela Felice, è quello che ha reso meglio, secondo me e senza togliere nulla agli altri relatori, il senso della mattinata al Teatro Pasolini: al di là delle visioni di destra o di sinistra sull'opera e la figura di Pasolini, Angela Felice ha detto che rimane centrale, nella valutazione dell'intellettuale casarsese, la visione che ebbe del "Potere", risultante in particolare dagli articoli pubblicati sul Corriere della Sera: in quegli interventi, Pasolini parlava dell'"arbitrarietà del potere", dell'arroccarsi del "Potere" all'interno del "Palazzo", della richiesta di processo per i dirigenti del potere democristiano. In Salò, Pasolini giunse all'estrema descrizione del Potere che si espande fino a diventare potere sui corpi e a trasformare le vittime in carnefici, in un meccanismo che non vede vie di salvezza. E ancora: le sue analisi del potere invasivo del nuovo media, la televisione, capace di assorbire ogni residua capacità critica delle persone, e quindi essa stessa, strumento del "Potere". Con questa lucida analisi Angela Felice ha voluto anche tracciare gli ulteriori approfondimenti che il Centro Studi Pasolini intenderà dedicare all'opera dell'intellettuale.   

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