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Passeggiata in due tappe (più una intrusa) nella Bologna del tè

Da Lasere

E rieccomi di ritorno dai miei giorni nella tanto amata Bologna, di cui i tre quarti, ahimè, passati in ostaggio di uno dei miei peggiori attacchi di emicrania: di quelli che a malapena ti trascini oltre la sponda del letto e che non vanno via neanche con dosi da cavallo di schifezzerie varie. Difficile godersi la città e le millemila cose belle che ha da offrire, in tale stato; e infatti non è che stavolta me la sia goduta granché… ma ho ugualmente fatto il mio dovere di irredimibiletea-addicted ed eccomi qui a raccontarvi la mia “Bologna del tè”, seppure in versione ridotta ;-)

Mentre scrivo ho in tazza una miscela di tè aromatizzato chiamata “Geisha”, composta da tè verde Sencha, scorze d’arancia, petalini rossi e gialli non meglio identificati e infine rosmarino, la cui nota inconsueta mi stuzzica piacevolemente. Partiamo dunque da qui, se non vi spiace: dalle celebri miscele aromatizzate del negozio StregaTe (sito), in via Porta Nova.

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Riflettendoci mi è venuto il dubbio che la mia passione per il tè abbia avuto consapevole inizio proprio qui, in questo piccolo negozietto colorato, quando anni orsono mi ci recavo col compagno di allora: sceglievamo ognuno le miscele preferite e poi le assaggiavamo entusiasti, nell’una o l’altra delle nostre “tane provvisorie”, in quegli scuri pomeriggi invernali così malinconici, così belli da camminare sotto i portici bui con Bologna tutta intorno (che per me è città meravigliosamente viva quanto inconfondibilmente straziante, un po’ come tutta l’Emilia, del resto), così vividi nella memoria e sottilmente dolorosi, come sempre sono, in me, i ricordi più cari… Ok, stop alla deriva sentimentale! ;-)

E forse è per questo che, nonostante la mia passione sia maturata molto in questi anni, sono rimasta una bevitrice di tè tutto sommato “flessibile”, consacrata ai tè naturali più puri e ortodossi ma che di quando in quando non disdegna la fantasiosa creatività di certe miscele, purché fatte come si deve (cosa che accade assai raramente); quelle di StregaTe, secondo il mio modesto parere e nei limiti di quelle sperimentate, sono tra queste.

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I tè aromatizzati in catalogo al momento in cui scrivo sono oltre sessanta, tra basi di tè verde e nero. Qualche esempio: il mitico “Bacio di Dama”, una miscela di tè neri con praline al cioccolato, cacao, pepe rosa e petali di rosa; l’altrettanto amato e potentissimo “Sencha Zabaione” con rum e cioccolato; il più sobrio e raffinato “Mont Huang”, miscela di tè verde in perle e germogli con palline di Milky oolong, profumatissimo e mielatissimo.
E ancora, giusto per dirvi quelli la cui composizione mi incuriosisce di più: il tè nero alla violetta; il Darjeeling “Sacher Torte” con bergamotto, fiori di gelsomino e di Camellia sinensis (la pianta del tè); il nero “Tè del Bosco” con noci e manna; il verde “Green Rose” con peduncoli di ciliegio e petali di rosa; il nero“Tè degli Dèi” con fave di cacao, zenzero e cardamomo; etc. etc. (conosco persone che inorridirebbero leggendo un elenco del genere, e scapperebbero urlanti a farsi un bagno nel più ostico dei puerh; e li capisco, eh ;-).

Va da sé che StregaTe non è solo tè aromatizzati. La carta comprende anche un buon assortimento di infusi (a base di frutta, fiori, erbe e spezie) e una discreta scelta di tè puri, sui quali però poco posso dirvi: non ne ho praticamente mai acquistati, un po’ perché sono solita approvvigionarmi altrove, un po’ perché da questo lato StregaTe scoraggia con dei prezzi decisamente sopra la media. Stavolta ho comunque voluto provare ad acquistare 100 grammi di uno Yunnan verde, a modici 7 euro, per avere un tè “da ogni giorno” da preparare soprattutto alla famiglia, che ormai se non è verde non ne vuole sapere (li ho addestrati benissimo!! ;-)): un buon tè, aromatico, dal gusto intenso e dall’aspetto impeccabile, decisamente promosso nel suo essere un classico senza eccessive pretese.
E poi zuccheri e sali di ogni forma, aroma e colore; biscottini alla frutta, confetture e mieli dalle inconsuete composizioni, cioccolate sfiziose (una per tutte: cioccolato fondente ripieno di pecorino di fossa e vino passito!)… E ovviamente accessori, tazze teiere e compagnia, belli quanto tremendamente cari: da questo punto di vista credo sia il negozio di tè più esoso mai incontrato (a parimerito con “L’Arte del Ricevere” di Milano, forse), dai prezzi spiacevolmente eccessivi, per me addirittura irritanti. Peccato.

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Da via Porta Nova basta percorrere pochi metri per ritrovarsi in via Testoni, dove, al civico 5/d, incontriamo il pezzo forte della nostra passeggiata: ilMondo di Eutèpia (sito).

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Nato da poco, nel dicembre 2010, il Mondo di Eutèpia è un posticino di cui mi sono istantaneamente innamorata. Il termine “eutèpia” è una simpatica storpiatura dal greco “eutopia”, buon luogo, e ogni minimo particolare di questonegozio/sala da tè concorre effettivamente nel meritarsi a pieno titolo questo appellativo: la gentilezza sincera con cui si viene accolti, l’ambiente arioso e piacevolmente illuminato, gli arredi curatissimi in ogni dettaglio ma che al contempo comunicano una sensazione di estrema naturalezza, la presenza di fiori freschi (un bellissimo tralcio di orchidea e dei narcisi gialli, nei miei due giorni), dipinti e foto d’autore in bianco e nero appese alle pareti, musica jazz in discreto sottofondo… Tutto comunica armonia e cura, contribuendo a farne un luogo accogliente in cui ci si sente a proprio agio fin dal primo istante.

Come se non bastasse, qui si parla biologico ed equosolidale: dai tè ai mieli e confetture in vendita, passando per la preziosa sezione di erboristeria, con piante officinali biologiche sovente coltivate biodinamicamente (in armonia con i cicli della natura e degli astri) nella stessa Emilia Romagna.

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L’assortimento di tè non è dei più vasti, ma intendiamoci: è di gran lunga preferibile una selezione ristretta ma curata ad una rutilante abbondanza di qualità mediocre! Nei due pomeriggi in cui ci sono stata ho optato per due verdi, un cinese Long Jing e un giapponese Bancha dal colore incantevole, restando soddisfatta ambedue le volte.

Il mio compagno, che la prima volta ha scelto un tè verde alle roselline selvatiche (che se lo vedeste vi verrebbe da sogghignare anche a voi, per via dell’evidente contrasto tra l’idea di “rosellina” e il di lui sembiante, ihihi :-)), la seconda volta, mentre gli stavo recitando l’elenco delle tisane, appena sono arrivata a leggere “antistress” ha esclamato “quella!!!”, con inequivocabile e anche un tantinello indelicato impeto: questo, oltre ad informarvi sull’opportunità di degustare tisane composte con le erbe biologiche di cui sopra, ve la dice lunga su quanto possa essere rilassante la mia compagnia, specie se sono in fase emicranica (… ma diciamo pure sempre! ;-).

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I tè arrivano al tavolo già infusi e filtrati, senza foglie, e questo è forse l’unico aspetto che potrebbe far storcere un po’ il naso ai più esigenti (leggi: rompibiiip;-) tra noi, che magari preferirebbero aver modo di osservare le foglie asciutte per poi procedere con l’infusione in maniera più autonoma, gestendo tempi e modi… Ma bisogna anche rendersi conto che la soluzione adottata è senza dubbio la più pratica, che va incontro anche a chi non abbia tutta questa dimestichezza col delicato momento dell’infusione: diversificare il servizio a seconda del livello di preparazione del cliente sarebbe forse chiedere troppo. Ad ogni modo, la preparazione dei miei due tè era ottimale, e tanto mi è bastato per non rimpiangere minimamente il “far da me”.

Un altro aspetto che mi ha positivamente colpita riguarda le tazze in cui i tè vengono serviti: porcellana bianca, sottile ed eterea, dalla linea pulita ed essenziale: perfetta per osservare il colore dell’infuso nelle sue sfumature e per godersi al meglio qualsiasi tè, senza distrazioni.
Purché non decidiate di accompagnare la vostra teiera con una fetta di uno tra i numerosi dolci casalinghi e invitantissimi, anch’essi preparati con ingredienti biologici… in tal caso la distrazione sarà delle più dolci, e vi assicuro che vale la pena concedersela!

E se siete di Bologna e dintorni non dimenticate di tener d’occhio gli incontri che vi si organizzano, volendo aiutandovi con il loro profilo facebook: la domenica della nostra partenza, per esempio, c’era in programma un incontro di avvicinamento alla cultura del tè organizzato in collaborazione con AicTea (Associazione Italiana Cultura del Tè – sito), alla presenza di Barbara Sighieri, consigliera dell’Associazione nonché titolare della bottega milanese La Teiera Eclettica.

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L’ultima tappa che vi presento brevemente è un po’ un’intrusa, se vogliamo, ma ve ne parlo perché mi vien da dare per scontato che chi ama il tè sia al tempo stesso sensibile alle lusinghe della genuinità in generale, di cui questo posto è una sorta di tempio.

Avete presente il marchio biologico Alce Nero/Mielizia (sito)? Ecco, giusto un mese fa ha aperto un negozio/caffè/ristorante a Bologna, in via Petroni, tra Strada San Vitale e via Zamboni: “Alce Nero Caffè BIO”, s’intitola, ed è un posto secondo me spettacolare (sito). Mi dispiace non aver fatto neanche mezza foto, ma ero incantata e affamatissima, irrimediabilmente distratta; potete comunque visitarlo virtualmente.

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Foto tratta dal sito Alce Nero, ché io ero troppo impegnata a scegliere se prendere gli spicchi di zucca al forno o l’insalata di quinoa per riempire l’ultimo spaziettino vuoto del mio piatto; son poi riuscita a prenderli ambedue, impilandoli ;-p

All’Alce Nero Caffè BIO si può gustare una lauta colazione o merenda a base di yogurt e cereali, cornetti e crostate integrali farcite con confetture e mieli biologici e bagnate da tè verde o nero equosolidale (qui si parla ovviamente di bustine, eh), o fare spesa scegliendo tra gli innumerevoli prodotti a marchio Alce Nero/Mielizia (particolarmente ampio l’assortimento di prodotti dell’alveare e confetture, declinati nelle più originali varianti)… E non mancate di recarvici verso l’ora di pranzo, per accomodarvi ai tavoli della sala più grande, dove oltre ai piatti del giorno potrete scegliere di pranzare servendovi al buffet di verdure, legumi e cereali: semplicemente me-ra-vi-glio-so!!! Con dieci euro potrete riempirvi un piattone delle più salutari prelibatezze, il tutto annaffiato da un’ecologicissima acqua di rubinetto filtrata, da mescersi liberamente e gratuitamente da una postazione apposita. Infine, tra le bevande proposte per l’ora dell’aperitivo, spicca agli occhi di noi tèinomani un “Bollicine al tè verde e miele”, cocktail a base di prosecco, tè verde equosolidale e miele di acacia di Piemonte e Lombardia.

Dulcis in fundo, l’Alce Nero Caffè BIO ha ottenuto il marchio “Spreco Zero”da Last Minute Market, organo preposto al rilascio della certificazione in presenza di particolari condizioni “che garantiscano un uso razionale ed efficiente delle risorse e una gestione dei rifiuti ispirata ai principi di prevenzione, riutilizzo e riciclo dei materiali”, e che in questo caso sono, per dirne solo alcune: locale coibentato per limitare la dispersione del calore; elettrodomestici e lampade a basso consumo energetico; utilizzo di acqua alla spina filtrata in sostituzione delle bottiglie in plastica o vetro; riduzione al minimo dell’utilizzo di prodotti monodose e monouso; possibilità di portarsi via gli avanzi a mo’ di “doggy bag” in contenitori biodegradabili; eccedenze di prodotti alimentari ancora edibili cedute gratuitamente alla mensa di Santa Cecilia presso la chiesa di San Giacomo Maggiore a Bologna; e via dicendo.

Insomma mica male, no? Che aspettate a prendere e partire? :-)


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