“Le cose belle della vita non sono le nostre certezze, ma sono i nostri cambiamenti”. E’ la frase che racchiude tutto il significato di Passione Sinistra, commedia romantica firmata Marco Ponti dal 18 aprile in 250 sale. Si ride poco, ci si concentra soprattutto sulle divergenze di opinione in un’Italia, la nostra, che ha perso tutti i punti di riferimento. Dove Valentina Lodovini interpreta una donna di sinistra che smania per sapere cosa ne pensi Marco Travaglio di tutti i drammi della sua esistenza e Alessandro Preziosi un riccastro destroide che frequenta circoli esclusivi. S’incontreranno, scontreranno e, forse, innamoreranno. Fa capolino, nel frattempo, la figura di un giovane politico, neo-sindaco di Roma, simil-Renzi: “Non pensavamo a Renzi – smentisce subito il regista Marco Ponti, che incontriamo a Roma con il cast- l’ispirazione è piuttosto il re dei Lemuri di Madagascar, emblema della stupidità al potere”.
Ci racconta la genesi del film?
Marco Ponti: La produttrice Donatella Botti mi ha proposto il libro, ciò che mi ha colpito della storia era partire dal presupposto dello scontro e vedere come potesse generare qualcosa di buono. Non era nelle ambizioni raccontare la dualità destra/sinistra, che mi sembra legato ad altri tempi. Volevo raccontare l’Italia di oggi, non più legata a quelle due tifoserie: è un film sul superamento di destra/sinistra, non sui passati 20 anni di questo Paese.
Come mai sono dieci anni che non dirige un film?
Ho fatto molti figli e dato priorità al lavoro di mia moglie. So che non è il massimo del carrierismo, ma è così.
Si nota una particolare attenzione alle donne in Passione sinistra.
Sì, mi piaceva inserirci un dna molto femminile. Il mio alter ego è Nina/Valentina Lodovini, un personaggio che ha una visione, un’ambizione ed è intrappolata in una situazione che la obbligherà a ritrovare se stessa. Do alle donne un ruolo tutt’altro che decorativo, in controtendenza rispetto a quanto forse fanno oggi i media.
Perchè ha inserito Marco Travaglio?
Immedesimandomi in Nina, pensavo avesse bisogno di un riferimento preciso, un uomo dalle idee chiare, con un’opinione su tutto. Ci divertiva, e ha divertito Marco, girare la scena in cui, nel momento stesso in cui chiedi a Travaglio veramente cosa pensi, il semaforo diventa verde e non lo sapremo mai.
Il film è tratto dal libro di Chiara Gamberale, com’è andata la vostra collaborazione?
Chiara Gamberale: Bene, ho affidato completamente la storia a Marco. Secondo me è la storia di un tradimento, una storia in cui ognuno rimane a casa sua, un viaggio nei mondi che crediamo di rifiutare: mi piaceva appunto raccontare il potere di attrazione che hanno le cose che rifiutiamo violentemente. L’aspetto politico è molto forte già nel libro, sono due persone molto forte con ideologia politica chiara, che invece di scontrarsi si incontrano.
Valentina, come definirebbe questo film?
Valentina Lodovini: Una commedia romantica che cerca di destrutturare luoghi comuni destra/sinistra, e il racconto di un’identità che si plasma, cresce. Interpreto una donna che scopre quello che vuole, per cui lotta veramente, un’Alice nel paese delle meraviglie che entra nel mondo e ne viene travolta, devastata, confusa, ma poi ritrova se stesso. Nina desidera un figlio, è la storia di una passione, più che d’amore: è una donna che cerca un futuro, l’unione di due ideali diversi. Personalmente ho sempre creduto che la diversità sia ricchezza, e il cambiamento sinonimo di evoluzione. Diffido da chi è categorico e rimane sempre fermo.
Geppi Cucciari, lei interpreta la migliore amica della protagonista: siete diventate effettivamente amiche sul set con la Lodovini?
Sì. Valentina era ospite nel mio programma su La 7, come attrice già l’apprezzavo, come donna mi è piaciuta subito, ritrovarla sul set è stato come trovare una amica che conoscevo. Interpretare il mio personaggio, cioè dire delle cose sgradevoli, fare la stronza, la diretta che ti dice come la pensa, non è stato uno sforzo. Tutti dovremmo avere vicino un’amica così che non fa giri di parole su quello che stai facendo, su come ti stai comportando ecc. Ponti ha gradito molto l’improvvisazione, io mi divertivo a cambiare qualcosa perchè da non professionista questo è il mio modo di recitare.
Eva Riccobono invece interpreta una “svampita”…
Eva Riccobono: Mi sono innamorata di Simonetta appena ho letto la sceneggiatura: vista la mia fisicità è sempre facile pensare al clichè della donna stupida, un personaggio su cui tante dive hanno costruito una carriera negli Stati Uniti. Io tante volte ho fatto la bionda per rispettare le credenze di tante persone. È un personaggio che mi ha divertito moltissimo.
Vinicio Marchioni, com’è stato calarsi nel ruolo dello scrittore donnaiolo?
Vinicio Marchioni: Ogni ruolo era già predefinito e scritto nella maniera migliore. Per me era difficile non scoppiare a ridere di fronte ad Eva che raccontava del suo piccolo maialino… cosa non si farebbe per andare a letto con una bionda. Ci sarebbero molte critiche da fare all’intellettuale italiano che rappresento io nel film, anche perchè se i protagonisti sono due personaggi che partono da grandi ideali, poi vengono contaminati, si scontrano ecc., il mio se ne frega, caratteristica che ha portato il nostro Paese lì dov’è ora.
di Claudia Catalli