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“Passo passo” di Émilie Vast , Gallucci

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

passocopIl mito del diluvio universale, comune a tutte le culture, non cessa di esercitare il suo fascino e le sue suggestioni, sovente declinate nei codici dei racconti per bambini, seppure la natura piuttosto crudele e terribile della storia parrebbe sconsigliarlo.
Viene spontaneo chiedersi il perché di tanta fortuna da parte di una leggenda che, dal punto di vista religioso, è stata spesso usata per ribadire un profilo divino punitivo e intransigente, poco incline a farsi commuovere dalle suppliche umane e ben propenso a infliggere duri castighi là dove essi si fossero resi necessari.

Forse perché c’è anche del buono – e del salvifico – nella storia della grande pioggia che distrusse la razza umana risparmiando solo gli animali necessari a ripopolare la terra e, probabilmente, le specie vegetali.
Qualcosa che va oltre la severità di un dio e che parla direttamente al cuore della natura, che ribadisce che il mondo e i suoi tesori non sono di appartenenza umana, non rappresentano mezzi nella mani di chi se ne fa indebitamente proprietario per usarli o distruggerli a proprio piacimento.

Trovo che il delicatissimo albo di Émilie Vast, “Passo passo” – pubblicato da Gallucci – muova le sue pagine esattamente in questo senso, mettendo sotto il raffinato e sensibile riflettore delle sue splendide illustrazioni coloro che della terra sono – al pari dell’uomo ma infinitamente più deboli – i legittimi abitanti.

“A tutti gli animali, a tutte le piante del mondo” recita la dedica dell’autrice nel primo risguardo.
Ed infatti sono proprie le bestie – tante, a coppie, e tutte diligentemente nominate nella quarta di copertina – e i vegetali – uno soltanto, un albero come simbolo di tutte le specie esistenti – a fare da protagonisti a questo libro elegante e lieve, fine e dotato di una sua netta, ma accessibile, forza poetica.

Pochissime le parole – appena due o tre per pagina – ma legate da un filo musicale che le rende leggera filastrocca.
Poche ma non scelte a caso: le piccole frasi – staccandosi dalle figure e allo stesso tempo rimanendo in equilibrio con esse – lanciano brevi lampi in grado di accendere riflessioni e conferire all’albo una sua cornice e completezza.
Non siamo quindi davanti ad un silent-book, qui il, seppur minimo, testo racconta d’amore (“non c’è più tempo di guardarsi negli occhi”), di collaborazione e guida (“cammina, ti sto appresso”), di innocenza e di un pizzico di condanna nei confronti di chi si è reso responsabile della catastrofe (“certo, però, potevate stare più attenti!”)…tutti elementi che conferiscono umanità e dignità alle bestie, elevando loro – e non l’uomo – ad abitanti propri e rispettosi del mondo.

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Ma non solo questo. Visto dal punto di vista del bambino lettore, il libro possiede anche la piacevolezza che proviene dalla scoperta lenta e guidata.
Il piccolo che sfoglia non sa cosa accadrà, come al contrario comprende l’adulto che è in grado di anticipare grazie alle proprie conoscenze.
Si diverte a seguire l’ordine di dimensioni crescenti delle coppie di animali, a nominarli magari, a riconoscere quelli noti e a scoprire quelli sconosciuti e più esotici. Si lascia incuriosire, domanda, immagina.
Può dilettarsi nel notare il livello dell’acqua che sale, di tavola in tavola, dapprincipio assente a rivelare un suolo brullo e arso e poi via via sempre più alto a coprire quasi totalmente le specie che salgono, le quali paiono nel finale sul punto di annegare (e per fortuna che alla fine restano solo gli elefanti e le giraffe, che sono alti, e che chiocciole e insetti sono già al riparo!)

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Immancabile poi, dopo tanto lento defluire, la sorpresa dell’arca, grande e panciuta, che tutti li racchiude, magari un po’ mescolati come è giusto che sia.
E di nuovo via al gioco di ritrovare tutti gli amici che prima si erano susseguiti sulla lunga pedana di accesso…(ora nel cielo svolazza perfino la pacifica colomba, col suo tradizionale ramo di ulivo nel becco)
Fino al buon finale. Anche qui nulla di nuovo, tutto segue la tradizione ma ai piccoli suggerimenti – il terreno asciutto e un piano inclinato all’inverso dal quale scendono le due minuscole formiche dell’inizio – il lettore non potrà fare a meno di immaginare tutta la discesa dei passeggeri, stavolta più serena senza la minaccia dell’acqua ad agitare e preoccupare.

Un albo che non finisce quindi, che lascia aperte le sue porte all’immaginazione.
Rinfrancata però, e ben disposta, felice di ritrovare anche l’albero – elemento fisso e fermo di tutte le pagine che raccontavano la salita – finalmente fiorito, testimone del tempo passato e simbolo della vita che, comunque gioiosa e inesorabile, continua.

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Le incantevoli tavole di Emilie Vast sono allo stesso tempo di fattura fine e semplice, di un’eleganza agevole che incanta adulti e bambini.
Tratto e contorni decisi su una sfondo chiaro a delineare figure essenziali ma ben caratterizzate e complete, sobrie e calde insieme.
Anche i colori sono convinti e pieni, anch’essi armoniosi, vivi ma delicati, netti senza essere sgargianti.
Ne risultano piccoli quadri morbidi, piacevolissimi per gli occhi che non inciampano su alcuna sovrabbondanza, freschi, candidi, composti e naturali.

Una menzione merita in quest’albo la qualità della carta, spessa e ruvida, molto gradevole al tatto, segno di un’ottima cura editoriale, ad aumentare, e sottolineare, la pregevolezza dell’opera.

(età consigliata: dai 3 anni)

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