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Per fare questo la loro sceneggiatura propone un alieno sui generis ( comunque non nell'aspetto, a suo modo vintage) ma nella caratterizzazione: sbruffone, non si sa fino a che punto millantatore, qualche problema intestinale di troppo, ama fumare e ballare al ritmo di Marvin Gaye.
Il Paul del titolo ,è un alieno adorabile o anche insopportabile a seconda dei punti di vista.
Pegg e Frost accettano volentieri di fargli da spalla non spingendo più di tanto la contrapposizione tra il loro essere fieramente british e il lato deteriore dell'America che frequentano: quella delle conventions tra fans di serie tv, libri di fantascienza e fumetti e quella che è riuscita a tirare su dal nulla il turismo dell'alieno, da Roswell all'Area 51 e a tutti gli altri misteri connessi con misteriose apparizioni di UFO o forme viventi non convenzionali.
Paul deve essere eliminato proprio perchè sa troppe cose ma gli inseguitori sono una masnada grottesca di incapaci.
Il problema del film è proprio in questo: i due protagonisti sono schiacciati dall'onnipresenza scenica dell'alieno che comunque porta in dote alcune scene francamente irresistibili, dalla telefonata a Spielberg per suggerirgli il soggetto di un film di successo, alla scena in cui fa resuscitare un uccellino appena morto per poi divorarlo in un boccone appena un secondo dopo.
Del resto , trattandosi di Hollywwod appare inevitabile l'evoluzione del personaggio di un alieno così scorretto politicamente in qualcosa di più malleabile e anche le sue capacità di guarigione vengono messe efficacemente a frutto.
I due nerd inglesi, anche loro personaggi che avrebbero potuto far faville, praticamente rimangono sullo sfondo oscurati anche da un accecante cameo di Sigourney Weaver nei panni di una cattivissima che però fa subito una brutta fine come vogliono le regole non scritte della cinematografia hollywoodiana, propugnatrice indefessa della teoria che il lieto fine fa moltiplicare gli incassi.
Paul da parodia degli alieni spielberghiani,da nipotino degenere di E.T. si trasforma in figura positiva , troppo corretta politicamente, lasciando decisamente una sensazione di amarognolo perchè fa pensare a un'occasione sprecata, a un film di compromesso per stare nell'alveo della produzione hollywoodiana.
Non ha insomma la carica dissacrante delle produzioni precedenti del duo, sicuramente più a basso budget ma decisamente più libere e scorrette.
Sarà che abbiamo tutti sottovalutato l'apporto della regia del bravo Edgar Wright qui sostituito dal più standardizzato Greg Mottola?
Sta di fatto che Paul fa comunque divertire ma meno di quanto fosse lecito aspettarsi dalla genialità di Pegg e Frost.
Sarà l'influenza negativa di Hollywood?
( VOTO : 6,5 / 10 )
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