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Paul Cézanne e la trascendenza nell'arte

Creato il 27 marzo 2013 da Artesplorando @artesplorando

Paul Cézanne e la trascendenza nell'arte

Paul Cezanne, il negro Scipione

Chi non l’ha visto dipingere può a fatica immaginare fino a che punto, in certi giorni, il suo lavoro fosse lento e penoso. Nel mio ritratto ci sono, sulla mano, due punti in cui la tela è scoperta. Lo feci notare a Cézanne, che mi rispose: "Se la mia seduta al Louvre, fra poco, avrà buon esito, forse domani troverò il modo giusto di coprire questi spazi bianchi. Cercate di capire, ... se intervenissi qui a caso, sarei costretto a ricominciare tutto il quadro a partire da questo punto."
Ambroise Vollard, Paul Cézanne, 1914 
 Nato nel 1839 ad Aix-en-Provence da famiglia agiata, intraprese gli studi di diritto, interrotti per seguire la propria vocazione artistica. Dal 1861 vive tra Aix e Parigi. Nel 1861 si recò per la prima volta a Parigi, dove frequentò l’Académie Suisse per prepararsi al concorso dell’Ecole des Beaux-Arts, dove non fu ammesso. Deluso, tornò ad Aix e fino al 1862 lavorò nella banca paterna.

Paul Cézanne e la trascendenza nell'arte

Paul Cezanne, la casa dell'impiccato

Negli anni seguenti visse tra Aix e Parigi, frequentò quelli che divennero poi i pittori impressionisti ed espose al Salon des Refusés. Continuò comunque ad inviare i suoi quadri al Salon, roccaforte della cultura artistica ufficiale, che sistematicamente li rifiutava. Le opere di questo primo periodo si distinguono per i toni cupi, per i pesanti impasti di colore e per l’irruenza con cui è trattata la materia pittorica (Il negro Scipione). Durante la guerra franco-prussiana del 1870 si trasferì con Hortense Fiquet, sua modella e poi moglie, all’Estaque, in Provenza. Tra il 1872 e il 1882 si svolse la cosiddetta “fase impressionista” di Cézanne, influenzata soprattutto dalla frequentazione di Pissarro. Nel 1872 raggiunse l'artista a Pontoise, quindi si trasferì a Auvers-sur-Oise ospite del dottor Gachet, amico dei pittori “nuovi” (sarà anche l’ultimo amico di Van Gogh). Nel 1874 partecipò, senza successo, alla prima mostra degli impressionisti con tre opere, tra cui La casa dell’impiccato ad Auvers e Una moderna Olympia.

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Paul Cezanne, due giocatori di carte

 La sua partecipazione alle mostre del gruppo impressionista è limitata a due presenze: nel 1874 e nel 1877. Dopo questa data, praticamente si isola in Provenza non esponendo quasi nulla per circa vent’anni. Dal 1883 si ritirò in Provenza, concentrandosi sulla ricerca di una tecnica che prendesse le distanze da quella impressionista per esaltare, attraverso il colore, le volumetrie della forma. In questi anni rielaborò con insistenza gli stessi temi: visioni dell’Estaque, la montagna Sainte-Victoire, le molte nature morte, i ritratti della moglie (Madame Cézanne nella poltrona gialla, 1890-1894), motivi di vita quotidiana (Giocatori di carte, 1892 circa), le composizioni di Bagnanti (dal 1885). Le sue opere venivano apprezzate dai colleghi ma non ancora dalla critica; solo negli anni Novanta e agli inizi del Novecento arrivano i primi riconoscimenti: la personale del 1895 è un trionfo e così pure l’esposizione al Salon d’Automne del 1904 (nel frattempo ha partecipato al Salon des Indépendants del 1899, del 1900 e del 1902). Dal 1900, ammalato di diabete, rimane quasi sempre ad Aix-en-Provence. Negli ultimi anni di vita lavora a Le grandi bagnanti (1898-1905), grandiosa sintesi degli studi che sul soggetto aveva accumulato nei dieci anni precedenti.

Paul Cézanne e la trascendenza nell'arte

Paul Cezanne, le grandi bagnanti

I paesaggi sono, tra la produzione di Cezanne, quella più emozionante e poetica. Vi dominano i colori verdi, distesi in infinite tonalità diverse, tra cui si inseriscono tenue tinte di colore diverso. Sono paesaggi che nascono da una grande sensibilità d’animo e che cercano nella natura la serenità e l’equilibrio senza tempo.
Le nature morte di Cezanne sono quasi sempre dominate dalla frutta. Inconfondibili sono le sue mele che, come perfette sfere rosse, compaiono un po’ ovunque. In questi quadri gli elementi si pongono con grande libertà, cominciando già a mostrare le prime volute rotture con la visione prospettiva. Cezanne è interessato solo ai volumi non allo spazio. Tanto che egli affermò che tutta la realtà può essere sempre riconducibile a tre solidi geometrici fondamentali: il cono, il cilindro e la sfera. Questa sua attenzione alla geometria solida ritorna anche nei suoi ritratti a figura intera, tra cui spiccano le composizioni delle Grandi Bagnanti.

Paul Cézanne e la trascendenza nell'arte

Paul Cezanne, la montagna Saint-Victoire dai Lauves

La sua tecnica pittorica è decisamente originale ed inconfondibile. Egli sovrapponeva i colori con spalmature successive, senza mai mischiarle. Per far ciò, aspettava che il primo strato di colore si asciugasse per poi intersecarlo con nuove spalmature di colore. Era un metodo molto lento e meticoloso, per certi versi simile a quello di Seurat e dei neoimpressionisti che accostavano infiniti e minuscoli puntini. Cezanne è, tuttavia, molto lontano dai risultati e dagli intenti dei puntinisti. Egli non ricercava una pittura scientifica, bensì poetica. La sua rimane però una pittura molto difficile da decifrare e spiegare. Ma basti il giudizio di Renoir che di lui disse: «Ma come fa? Non mette neanche due macchie di colore su una tela, senza fare una cosa eccezionale!»
La sua ricerca fu estremamente solitaria e scevra di clamori. Anche per il suo carattere schivo e introverso condusse una vita molto ritirata nella sua Aix-en-Provence. La sua attività di pittore è del resto contraddistinta da una insoddisfazione perenne. Egli si sentiva sempre alla ricerca di qualcosa che non riusciva mai pienamente a raggiungere. La sua riscoperta e rivalutazione avvenne solo negli ultimi anni della sua vita. Nel 1904, due anni prima della morte, il Salon d’Automne espose le sue opere dedicandogli un’intera sala. Dal 1906, anno della sua morte, la sua eredità venne ripresa soprattutto dai cubisti che in Cezanne videro il loro precursore.

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