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Paul Ryan, il vicepresidente di Mitt Romney potrebbe essere la Sarah Palin del 2012?

Creato il 13 agosto 2012 da Pfg1971

Paul Ryan, il vicepresidente di Mitt Romney potrebbe essere la Sarah Palin del 2012?

Paul Ryan, il vicepresidente di Mitt Romney potrebbe essere la Sarah Palin del 2012?

Alla fine di una settimana in cui si erano rincorse mille voci e speculazioni, Mitt Romney ha scelto e ha deciso di nominare come suo candidato alla vicepresidenza il giovane membro della Camera dei Rappresentanti Paul Ryan.

 

Sono rimasti fuori quindi sia Tim Pawlenty, ex governatore del Minnesota che avrebbe aggiunto un tocco di middle class e colletti blu ad un ticket troppo snob e orientato verso le classi più abbienti e Bobby Jindal, governatore della Louisiana, che al duo dei candidati alla Casa Bianca avrebbe dato un tono più sudista e attento all’immigrazione.

 

Di solito, nella scelta del vice, l’uomo a un battito di cuore dalla presidenza, concorrono molti fattori, ma quello di maggior rilievo è la volontà di equilibrare il ticket.

 

Ad esempio se il candidato alla presidenza è originario di uno stato del nord, il suo vice potrebbe essere un uomo espressione del sud del paese, oppure come nel caso di Sarah Palin, 4 anni fa, il riequilibrio cercato non attiene a criteri geografici, ma a questioni di genere e così via.

 

Nel caso di Romney, l’ex governatore ha scelto Ryan per riequilibrare la connotazione, per così dire, ideologica del ticket.

 

Se infatti il vincitore delle primarie repubblicane è identificato come un conservatore moderato, Paul Ryan è considerato molto più a destra del suo compagno candidato alla presidenza.

 

Ryan è infatti il presidente della commissione Bilancio della Camera e soprattutto è l’autore della contro-finanziaria repubblicana, opposta a quella del presidente Obama, caratterizzata per una notevole spinta a destra, contro le spese dello stato, soprattutto sociali, in particolare il Medicare, il programma di assistenza gratuita agli ultra sessantacinquenni che Ryan vorrebbe privatizzare e a favore della riduzione delle tasse per i più ricchi.

 

Esponente dei giovani leader del partito repubblicano, i c.d young guns, insieme al suo collega Eric Cantor, è anche molto vicino agli estremisti anti stato e anti tasse del Tea Party.

 

In sostanza con la scelta di Ryan, Romney vorrebbe coprirsi a destra e rianimare così gli entusiasmi di una base conservatrice un po’ delusa dalle ultime fasi della sua campagna elettorale.

 

Non solo, nella scelta dell’ex governatore c’è un altro fattore importante da considerare. Ryan è originario del Wisconsin, uno stato che rientra tra quelli in bilico tra democratici e repubblicani, i c.d. swing states e quindi, con la scelta del deputato, Romney vorrebbe intascarsi i voti elettorali connessi alla conquista del Wisconsin da parte del suo partito.

 

Ryan è anche un cattolico e il suo credo religioso, unito alla sua netta scelta contro l’aborto e contro i matrimoni gay vorrebbe rassicurare la destra evangelica, non poco sospettosa di un mormone come Mitt Romney.

 

Tuttavia se queste sono le ragioni a favore della nomina di Ryan, molte di più sono le motivazioni contro, forse in grado di indebolire in modo definitivo le chance di Romney di entrare alla Casa Bianca.  

 

Ryan è infatti un candidato troppo spostato a destra che potrebbe alienare al ticket repubblicano i voti degli elettori moderati e indipendenti, spesso il vero ago della bilancia delle elezioni presidenziali.

 

La sua conclamata volontà di tagliare le tasse per i più ricchi a spese dei meno abbienti, attraverso la riduzione dei finanziamenti a molti programmi sociali estremamente popolari, potrebbe infiammare il confronto con la campagna elettorale del duo Obama-Biden, pronto ad approfittare di un candidato che non mancheranno di dipingere come un Robin Hood al contrario, che toglie ai poveri per dare ai ricchi.

 

Queste sue caratteristiche potrebbero nuocere al ticket repubblicano anche presso gli elettori ispanici, presenti in gran numero in stati in bilico come Colorado, Nevada e Florida e molto legati ai programmi di welfare.

 

Inoltre l’avversione di Ryan al diritto all’aborto potrebbe danneggiare i repubblicani presso un’altra importante constituency, le donne, in particolare le elettrici under 30, spesso attivamente pro-choice.

 

Infine, Ryan manca anche di una sostanziale preparazione in campo internazionale e quindi potrebbe cadere vittima di facili attacchi democratici per le sue mancate credenziali in tema di sicurezza nazionale. In definitiva i fattori contrari alla scelta di Ryan sembrano più rilevanti di quelli a favore e quindi pare lecito chiedersi, ma Paul Ryan potrebbe essere la Sarah Palin del 2012?   


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