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1983, Nando Cicero.
Dopo il grande successo della serie "Pierino"ad Alvaro Vitali non mancarono le occasioni di diventare protagonista principale della commedia ottantesca. Fulgido esempio ne è questo "Paulo Roberto Cotechino-Centravanti di sfondamento", in cui Arvaro nostro si sdoppia in due ruoli, il campione brasiliano del titolo (scoperta parodia di Falcao) e l'idraulico Alvaro Cotechino, ingaggiato da una copia peggiorativa di Bearzot, Marzotti (Cristiano Censi) allenatore del Napoli, per sostituire il giocatore sfruttandone la incredibile somiglianza.
Francesco Milizia e Nando Cicero giocano in casa, tanto per restare in tema, e scrivono per Luciano Martino un copione su misura per Vitali che con il senno di poi finisce con l'assomigliare al Maradona/Ron Jeremy di "Cicciolina e Moana ai Mondiali", il cui rimando non è tanto campato in aria visto che Moana, nel film di Cicero, compare per la nostra e la vostra gioia, dividendo la scena nientemeno che con Franca Valeri, proprio nel ruolo di un'adescatrice che ha il compito di sfiancare sessualmente i giocatori. Nel bis italico non si butta via niente. Chi apprezza, da queste parti può trovare una summa della commedia italiana dei primi anni ottanta. Era il periodo in cui le commedie sul calcio godevano di un certo successo e Cicero contribuisce da par suo con una serie di gag che vanno dallo scatoligico allo slapstick, con Alvaro ed il grande Mario Carotenuto protagonisti assoluti, più la solita parata di caratteristi sempre graditi a chi scrive, ma non solo, quali Vittorio Marsiglia (il direttore d'albergo), Enzo Andronico (lo jettatore), Nino Terzo e Tiberio Murgia. I quali, Terzo e Murgia, sono protagonisti della svolta inaspettata (più o meno) del plot, nel ruolo dei briganti sardi che al posto di Spadolini, decidono di rapire Cotechino.
Per chi scrive Nando Cicero rimane il più personale dei registi della commedia italica tendente verso il basso (fu anche autore di western pregevoli come "Il Tempo degli Avvoltoi" e "Professionisti per un Massacro", oltre che aiuto regista per Francesco Rosi) e i suoi film, i migliori come i meno riusciti, sono spesso calati in un'atmosfera surreale che li rende oggetti a sè stanti nel mare magnum del bis italico (vedi "L'Assistente Sociale Tutto Pepe" [1981] con Nadia Cassini). Se in "Paulo Roberto Cotechino" il plot prevalentemente incentrato sul mondo del calcio imbriglia un poco le redini del regista, ciò non vuol dire che non si possa assistere a ad una serie di gag assurde come quelle con Alvaro e Carotenuto alle prese con un distributore automatico di vivande molto particolare, tutta la parte dell'anonima sarda e i siparietti in cui Franca Valeri si fa scarrozzare in sedia a rotelle, armata di doppietta, nientemeno che dal mitico Bobby Rhodes in doppiopetto nel ruolo di Mandingo. Per il resto, Carmen Russo agita culo e tette ma non si concede più di tanto all'occhio filmico lasciando il povero Alvaro/Cotechino in panne e costretto a chiedere un passaggio ad una squadra di calcio di sole donne, facendosi uno e trino perchè vi incontrerà la sua controparte femminile. Da ricordare la presenza di Alfonso Tomas (Alfonso Mostacci, 1928-2005) nel ruolo dell'arbitro, attore teatrale e caratterista comico ricordato da una legione di appassionati per la sua performance strepitosa in "Vieni avanti Cretino" (1982) di Luciano Salce, nel ruolo del Dr. Tomas, il datore di lavoro pieno di tic di Lino Banfi.
Buona visione.
Belushi
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