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A soli due mesi dall'uscita di L'arrivo di Wang (pochissime copie per un lavoro che meritava molta più visibilità) i Manetti Bros, paladini italiani del cinema di genere a basso costo (Zora la vampira - Piano 17 - L'arrivo di Wang e la serie Tv L'ispettore Coliandro), con cinque attori e un paio di comparse si lanciano nel genere horror con la loro tradizionale cifra stilistica che comprende una buona dose di ironia, trame compresse in ambienti chiusi e tanta professionalità.
C'è da dire che la trama è per lunghi tratti canonica (altrimenti non sarebbe cinema di genere), le strategie usate hanno un sapore un po' datato e soprattutto i protagonisti in almeno un'occasione si comportano in maniera stupida, ma in fin dei conti è quello che ci si aspetta dai Manetti Bros e dal loro cinema artigianale.
D'altro canto però ci sono parecchi meriti da riconoscere come la particolare cura per la dimensione psicologica dei personaggi, la regia mai convezionale, l'uso non banale del 3D e i meravigliosi titoli di testa. Paura 3D probabilmente è il lavoro meglio curato e studiato di tutta la filmografia di Marco e Antonio Manetti e a differenza de L'arrivo di Wang e soprattutto di Piano 17 gode di una distribuzione (Medusa) massiccia e sarà messo nelle condizioni di raggiungere una platea più vasta del solito, altrimenti composta quasi esclusivamente dai fan dei fratelli romani.
In definitiva, l'ultimo lavoro dei Manetti, ispirato alla vicenda di Natascha Kampusch, è destinato a non entusiasmare gli appassionati del cinema horror di ultima generazione, ma è senza dubbio in grado di soddisfare il palato dagli amanti del glorioso cinema di genere italiano '60-'70, che sapranno apprezzare l'intelligenza, il coraggio di osare, l'artigianalità e il politicamente scorretto dei fratelli capitolini, gli unici in grado di far arrivare sugli schermi pellicole di genere in un Paese dove si girano quasi esclusivamente commedie (brutte) o film d'autore.
Ottimo Peppe Servillo (fratello di Tony e cantante degli Avion Travel) che grazie alla sua fisicità e al sapiente uso della voce rende indimenticabile il personaggio del Marchese Lanzi, mentre Lorenzo Pedrotti con la sua cadenza nordica risulta poco credibile come romano (nessuno degli attori lo è).
Infine una curiosità per cinefili: il film che i tre protagonisti guardano in tv all'interno della villa del marchese è I corpi presentano tracce di violenza carnale diretto nel 1973 da Sergio Martino, fratello di Luciano Martino fondatore della Dania Film che coproduce Paura 3D.
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