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PAVIA. Max e la sua Astronave c'è e la Feltrinelli fa il pieno

Creato il 30 giugno 2015 da Agipapress
PAVIA. Max e la sua Astronave c'è e la Feltrinelli fa il pieno PAVIA. Era gemita di gente la Feltrinelli oggi, tutti lì per lui Max Pezzali che con Pavia non ha mai interrotto il suo rapporto. Anzi: "La storia della mia musica è estremamente legata a Pavia, a doppio filo con questa città" ha detto mentre si èintrattenuto con i fan a firmare le copie del suo nuovo cd, Astronave Max, e per scattare foto con i suoi fan.
L'album di inediti sembra sancire un vero e proprio ritorno al passato per il cantautore. Un ritorno molto apprezzato dai fan dell'era 883 e dei racconti di una Pavia forse perduta per sempre.
"Ho avuto un riscontro pazzesco dai fan della prima ora - ammette Pezzali - che hanno ritrovato le sonorità e le atmosfere dei dischi degli 883. La missione è compiuta: il disco suona come una compilation".
PAVIA. Max e la sua Astronave c'è e la Feltrinelli fa il pieno Sono molti i pavesi che, ancora oggi, si riconoscono nelle sue canzoni. "È naturale che chi è nato e cresciuto qui provi empatia con le mie descrizioni - commenta Max - oggi, però, sono cambiate tante cose. Mi manca il bar Dante, dove andavo sempre. Passa il tempo, cambiano le situazioni e anche le atmosfere, come è giusto che sia. Ma la nostra generazione, purtroppo, è stata l'ultima a poter godere di quella socializzazione tipica dei bar di una volta".
Il cantante ricorda con affetto e un pizzico di nostalgia i tempi in cui lui e i suoi amici si davano appuntamento al bar o in piazza per decidere tutti insieme dove trascorrere la serata. "Oggi i ragazzi sanno già dove andare prima di uscire grazie ai social - riflette - quindi non c'è più bisogno del luogo 'di punta', che peccato! Pavia ai miei tempi era una città estremamente diversa. Rispetto a quando cantavo 'Con un deca' sono aumentate le farmacie ma le discoteche sono sparite del tutto. I centri storici sono preservati per evitare schiamazzi notturni quindi mettervi una discoteca è impensabile. Forse grazie a quelle canzoni i ragazzi, chiedendo ai loro genitori, ritrovano luoghi perduti per sempre".
di Serena Baronchelli


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