Così Nicola Niutta, capogruppo NCD, descrive questi primi sei mesi da consigliere.“E’ molto importante sapersi muovere correttamente – riflette – sono tenuto a partecipare a tutte le commissioni: in questo modo ho il polso della situazione su ciò che il Pd sta cercando di fare ma l’impegno è gravoso".
"Essendo da solo - aggiunge - ho il vantaggio di non dovermi confrontare con eventuali spaccature interne, come quelle del Pd, ma conciliare questo lavoro con la vita fuori dalle “mura” del Comune di Pavia non è sempre facile, anche se rimango convinto che esista ancora una vita al di fuori da qui. Occorre essere tuttologi pur non essendolo”. Il vero problema, però, non sembra essere questo. Niutta ravvisa nell’attuale maggioranza l’eco della vecchia partitocrazia. “Il modo in cui il Pd prende decisioni sembra appartenente ad altri tempi e ad altre forme di governo – ha riconosciuto - In commissione arrivano delle delibere blindate. Il lavoro della commissione dovrebbe essere di analisi, anche da parte della minoranza ma ciò non viene permesso: le delibere non godono delle tempistiche necessarie per essere modificate. Quella sul Polo Tecnologico, per esempio, è stata emendata dalla Provincia perché arrivata in tempi congrui; noi l’abbiamo trovata così com’è. Mi chiedo se il Comune di Pavia non stia diventando una succursale della Provincia e, soprattutto, mi domando la ratio di questo processo”. Impossibile non richiamare in causa “l’annuncite” contro la quale si è scagliato il consigliere M5S Giuseppe Polizzi qualche giorno fa, rifacendosi alla presunta smania della maggioranza di diffondere proclami a mezzo stampa senza poi assumersi l’effettiva responsabilità di eventuali fallimenti. “Annunciare determinate azioni comporta una presa di responsabilità nel giustificarsi quando non si riesce a portarle a termine – ha commentato Niutta - Nei casi di mancato raggiungimento degli scopi si è in alcuni casi dato la colpa alla mancanza della minoranza ai tavoli di discussione, quando invece eravamo stati a malapena invitati”.
a cura di Serena Baronchelli





