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PD e matrimoni gay

Creato il 14 luglio 2012 da Marvigar4

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   Indovinate un po’ quale documento ha fatto infiammare oggi l’assemblea del Pd? Ma è ovvio, quello sui diritti delle coppie omosessuali! La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la presentazione di due ordini del giorno da parte di Anna Paola Concia e Ivan Scalfarotto che prevedevano l’equiparazione del matrimonio gay al matrimonio civile. “Stiamo raccogliendo le firme, presentiamo un ordine del giorno sul matrimonio gay”, ha spiegato la Concia. L’intento era quello di integrare la carta dei diritti che la presidente del Pd Rosy Bindi sottoponeva al voto dell’assemblea. La proposta “laica” di Concia, appoggiata da Ignazio Marino e la parte più progressista del partito, non poteva ovviamente essere accettata dalla parte confessionale. È stato il parapiglia, il documento della Bindi approvato e gli ordini del giorno di Anna Paola Concia e Ivan Scalfarotto respinti con 38 no… Dal “pulpito” (sarebbe il caso ormai di chiamarlo giustamente così) dell’assemblea  ha tuonato l’esponente del Pd barese Enrico Fusco definendo quello della Bindi “un documento antico, arcaico, offensivo della dignità delle persone… È vergognoso, persino Fini è più avanti di noi”. Siccome il Pd sembra ormai ostaggio della componente cattolica, che vomita documenti vaghi e sostanzialmente interlocutori sulla questione delle unioni omosessuali, tanto per non inimicarsi l’Oltretevere, come fa la maggioranza della politica italiana, allora credo proprio sia giunto il momento per questo partito di cambiare nuovamente nome e chiamarsi finalmente Partito Democristo. Sembra una battuta, ma purtroppo è la realtà… Nell’Unione Europea siamo lo zimbello di tutti anche per questi tentennamenti sui temi delle unioni civili o matrimoni gay, schiavi di una visione che oltre ad aver distrutto quel poco che restava della famiglia tende a impedire a tutti i cittadini di vivere pienamente la propria affettività. Il disastro sociale che stiamo osservando evidentemente non è interessante per questi “signori”, chiusi come sono nella loro bolsa autoreferenzialità, però a pagare le conseguenze della cecità irresponsabile di costoro siamo tutti. Non è una faccenda per pochi quella della affettività gay, ma un segno di civiltà e di grande speranza per ognuno di noi… La crisi economica ci sta piagando, la sistematica indifferenza e l’ostinata demolizione dei diritti da parte di questi politici sciagurati sono il colpo di grazia. Avremo fra breve un paese più povero sotto tutti i punti di vista, almeno che non si inverta la rotta nel minor tempo possibile…

mvg



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