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Zach aprì un cassetto e trovò manette e collari, guinzagli e corde.La voce di Søren gli arrivò da dietro le spalle. «Notevole, non trovi?»«No», disse Zach. «È orribile».«Davvero? È una definizione molto forte per descrivere pratiche sessuali tra adulti consenzienti.[..]E immagino che non sia solo la combinazione di piacere e dolore che trovi inquietante, non è vero?»«La gerarchia è inquietante. Le donne rese schiave degli uomini. Hanno combattuto contro questo tipo di trattamento per centinaia di anni, e invece qui…».«Invece qui sono libere di esplorare gli aspetti della loro sessualità che la società ritiene meno accettabili. Uno studio ha rivelato che una percentuale incredibilmente alta di donne ha fantasie erotiche sullo stupro. Quante sono le probabilità che tua moglie faccia parte della minoranza che non ne ha?»(Tiffany Reisz, "Peccato originale. L'innocenza")
Quando un'amica mi ha prestato questo libro, l'ho guardata perplessa e alcune domande hanno cominciato a frullarmi nella testa. Le avevo forse soffiato qualche ragazzo, in passato? Le avevo sformato quel top blu che anni fa mi aveva prestato per una serata speciale?
Insomma, perché ce l'aveva con me al punto da consigliarmi di leggere un nuovo erotico?
Voglio dire, lei sa che in campo romanzi erotici la mia esperienza non è esattamente esaltante. Non ho apprezzato le Sfumature, ho riso per la trilogia La promessa, e per quel che riguarda A nudo per te, della Day, non sono riuscita a mettere insieme neppure due parole per farci un post—perché mi veniva in mente una sola parola per descriverlo, e la parola era: "insignificante".
Poi ho cominciato questo libro, e mi sono ricreduta. Non ce l'ha con me.
Affatto.
Il primo libro della serie Peccato originale, di cui parlerò oggi, è... non so come definirlo. Non bellissimo, perché le sensazioni che suscita sono troppo contrastanti per definirlo bellissimo. È qualcosa di diverso. Neppure "erotico", a dirla tutta; le scene di sesso (non numerose, anzi) sono tutto tese allo sviluppo della trama e dei personaggi, come nella migliore narrativa. Forse, per alcuni versi, è anche "metanarrativa", perché analizza la propria ragion d'essere, i fondamenti stessi della narrativa erotica, come si può in qualche modo capire da questa citazione:
«So che si tende a credere che la narrativa erotica sia un romanzo rosa con scene di sesso più esplicite» disse Nora. «Ma non è così. Se è un sottogenere di qualcosa, è all’horror che bisogna far riferimento».«All’horror? Davvero?»«Il romanzo rosa è sesso più amore. Il romanzo erotico è sesso più paura. Tu ti senti spaventato da me, vero?»
A volte la Reisz è un po' cerebrale, cosa che a me non dispiace affatto, anche perché è un'autrice bravissima, e fa cadere le cose così, con naturalità, senza mettersi su uno scranno. L'intelligenza trasuda da ogni frase del libro, da ogni dialogo; la Reisz tocca i tasti giusti per farci inquietare, interrogare, e quel che è più importante, capire. Perché va lì, a toccare le corde che sono in ognuno di noi. Parla di paure, di libertà vera e presunta, di colpa. Di morale e religione—a volte sfiorando la blasfemia, perché questo sfugge a molti, ma sacro e profano sono legati l'uno all'altro, anzi, sono fondamentali uno all'altro.
«È per questo che sono credente», continuò Nora. «Perché tra tutti gli dèi, solo Gesù può capire. Lui comprende lo scopo del dolore, della vergogna e dell’umiliazione».«Qual è lo scopo?», chiese Zach, con sincero interesse.«La salvezza, naturalmente. L’amore».
Se devo trovare un difetto nel libro è che l'ho letto più come un saggio che come un romanzo (anche se alla fine mi ha coinvolto fino a farmi piangere). Ma è un limite mio. Vedete, il sesso con dolore (BDSM, e spiegato in un modo che, ragazze, vi lascerà senza fiato) isn't my thing; non sono riuscita a leggere con leggerezza le parti erotiche dolorose. Non sono riuscite ad eccitarmi, ma solo a spaventarmi, e non per me, ma per i personaggi, per i quali fatico a immaginare un lieto fine.
Lo saprò alla fine della serie, se ci sarà un lieto fine. Per ora posso dirvi che, per quanto non abbia letto questo libro "con una mano sola" (come direbbe Nora, la protagonista del romanzo, parlando di letteratura erotica), lo trovo uno delle migliori letture di quest'anno e, considerando anche i vari livelli di profondità del libro, mi sento di consigliarlo a tutte.
Forse avvertendo il suo disagio, Søren riprese a suonare. «La Sonata al chiaro di luna è un pezzo strano», disse. «È stata definita “lamento”. E quando la suoni, nelle infinite ripetizioni senti il dolore e il bisogno. È semplice da suonare, ma incredibilmente difficile da suonare bene. Gli arpeggi consentono una grande libertà di espressione. Troppa libertà in mani non addestrate e inesperte. Dicono che Beethoven l’abbia scritta per una contessa di diciassette anni, Giulietta Guicciardi. Forse l’amava. Ma è più verosimile che stesse solo cercando di sedurla».«Con me avrebbe funzionato».«Con te ha funzionato»
E allora ascoltiamocela, questa bellissima "Sonata al chiaro di luna", tanto importante per l'oscuro Søren e la meravigliosa protagonista, Nora.
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