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Pecorella esce dal gregge del PDL

Creato il 30 dicembre 2012 da Strippi
Pecorella esce dal gregge del PDLPecorella (sin) e Berlusconi (dx) in una foto tratta da anarca-bolo.ch"Il giorno che la Camera dei deputati della Repubblica italiana ha votato una mozione nella quale si sosteneva che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Non ce l’ho fatta più, la mia coscienza si è ribellata. Esiste un limite, quel limite si era varcato"
"Persone che senza nessuna storia politica e con storie assolutamente non compatibili con la politica arrivassero in Parlamento e avessero poi anche incarichi importanti. Non faccio nomi. Diciamo comunque che erano cariche da ministro" (1)
Queste parole non sono state pronunciate da un pericoloso eversivo o dal solito comunista anti-berlusconiano.
Queste dichiarazioni portano la firma di Gaetano Pecorella.
Avvocato penalista, già legale di Silvio Berlusconi, è stato, fino al 22 Novembre 2012, deputato in quota Pdl, è stato presidente della Commissione Giustizia della Camera, è stato indicato dal Pdl come giudice della Corte Costituzionale (nomina poi ritirata) e attualmente ricopre l'incarico di Presidente della Commissione Parlamentare d'Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
Le dichiarazioni qui sopra riportate sono il corollario alla decisione di lasciare il Popolo della Libertà
per schierarsi con la lista facente capo a Mario Monti, parole importanti arrivando da , come abbiamo visto, un importante figura del centrodestra, non un deputatino del piffero.
In molti diranno, o penseranno, alla mossa politica per strappare una poltrona per altri cinque anni.
Dubbio più che lecito ma c'è un fatto da non trascurare.
Pur nella sua più cieca fiducia al sire, Pecorella è sempre stata una voce leggermente fuori dal coro.
Ha sempre firmato tutto e pure qualcosa di più - porta infatti il suo nome la legge che prevedeva l'inappellabilità delle sentenze di assoluzione fortemente voluta da Berlusconi e in larga misura bocciata dalla Corte Costituzionale - ma ha sempre fatto dichiarazioni in cui si poteva chiaramente leggere un certo imbarazzo e una buona dose di consapevolezza riguardo al marcio che si tentava di far passare per interesse pubblico (alcuni aggiungerebbero: anche una totale assenza di pudore).
Un esempio su tutti: "È vero, sono state fatte leggi funzionali a determinati processi. Abbiamo fatto il lodo Schifani, poi dichiarato incostituzionale e che in effetti in qualche parte lo era, per consentire a Berlusconi di governare" (2)
Incredibile, un esponente della maggioranza ammette candidamente l'esistenza di leggi varate con l'unico scopo di aiutare il Presidente del Consiglio.
Questo personaggio non è sicuramente un eroe ribellatosi al giogo del padrone, nei momenti più neri della democrazia è rimasto fedele ad un re assolutista e per nulla illuminato, senza mai tentare di fermarlo o di opporsi.
Assomiglia molti di più ad un complice deluso dalla troppa ingordigia del capobanda.
Ma questo non è un buon motivo per cassare le sue dichiarazioni fingendo di non vedere come anche i suoi più stretti collaboratori debbano ormai ammettere il fallimento dell'azione di Governo del Cavaliere e l'inutilità se non addirittura la pericolosità di un nuovo mandato elettorale per il Fantino di Arcore
Fonti: 

1)Corriere della Sera

2)l'Espresso

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