La produzione è legata all'allevamento degli ovini che ha sviluppato in Abruzzo una tradizione gastronomica specifica con il formaggio, ma anche con gli arrosticini di pecora, il coatto (spezzatino al sugo di pecora) o la pecora alla callara (callara è il nome dell'enorme calderone dove viene cotto l'animale).
In tutta la regione e nello specifico nella Prov. di Teramo, sul versante orientale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.
Il pecorino viene lavorato fin dall'antichità tanto che le prime notizie risalgono all'antica Roma con i testi di Tacito,Marziale, Plinio il Vecchio che ne esaltano il sapore e la bontà.
Da sempre il formaggio pecorino è stato preparato dalle donne, che si occupavano anche del gregge e e della produzione del caglio quando gli uomini erano occupati nelle battaglie o nei lavori agricoli più duri: la storia e la tradizione hanno fatto delle donne le custodi dell'arte di lavorare il formaggio, che dai Romani, come abbiamo detto, giunge fino ai nostri giorni.
Il pecorino più conosciuto è sicuramente quello di Farindola, lavorato con latte crudo di pecora, sale e caglio di suino. Dopo che il latte è stato scaldato e addizionato del caglio, viene rotto con le mani, riposto e pressato nelle fascere. Le forme vengono poi scottate brevemente in acqua o siero bollente e fatte maturare dai 20 ai 40 giorni.
Può essere consumato anche fresco, a fette, in farina e uovo sbattuto e fritto in abbondante olio d'oliva.