La rete “L’abuso”, tramite il proprio blog (cliccare qui per leggerlo), rievova un’altra drammatica vicenda di pedofilia che ha coinvolto la chiesa cattolica. “Storia di ordinaria pedofilia”, come la definisce la rete “l’Abuso”, un’associazione di vittime di abusi sessuali, poiché i casi purtroppo non sono pochi e la soluzione al problema dopo tanti anni non è stata per niente attivata, malgrado reboanti proclami, dichiarazioni del Papa, promesse e relativa grancassa mediatica a favore della Chiesa che cambia. In realtà non cambia. I vescovi non hanno alcun obbligo di denunciare. Francamente pare incredibile. Che credibilità può avere la Chiesa se non riesce a fare chiarezza su questi casi? Se è vero che è tutta una montatura, perché non denunciano Francesco Zanardi?
La Chiesa purtroppo fonda il proprio potere sulla capacità di persuadere, sulla credibilità: la fede è appunto un atto soggettivo, non fondato da dati oggettivi. Si ha fede in Dio per motivi personali: la fede poi viene considerata dono di Dio. Ma proprio per questo, perché non considerare casi come questo? Perché le vittime degli abusi hanno così poco rilievo? La rete L’abuso presenta i documenti relativi a un caso accaduto nel seminario di Bergamo. Non resta che rabbrividire.
STORIE DI ORDINARIA PEDOFILIA. Diocesi di Milano Seminario di Bergamo
Documentiamo un’altra “storia di ordinaria PEDOFILIA”, una delle tante purtroppo. Questa volta parliamo degli abusi avvenuti non molti anni fa a un seminarista A. V. nel seminario di Bergamo, e della Diocesi di Milano, che tra qualche giorno ospiterà Benedetto XVI, attuale Papa, colui che non solo ha gestito ed insabbiato negli ultimi 40 ANNI i CRIMINI di PEDOFILIA avvenuti in TUTTO il MONDO, quando era a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede (Ex Santa Inquisizione) , ma colui che, nient’affatto pentito né minimamente intressato, ha chiuso le porte in faccia ad una delegazione delle vittime di preti pedofili, partita per un pellegrinaggio a piedi, da Savona a Roma il 22 settembre 2011 e giunta a Città del Vaticano l’11 ottobre 2011. Un teatrino per bambini gestito da criminali in abito talare, che abusano di loro in NOME di DIO e che alla luce delle linee guida emesse dalla CEI pochi giorni fa, dimostrano per l’ennesima volta di auto eleggersi PROTETTORI di PRETI PEDOFILI, a discapito delle vittime per l’immagine della Chiesa. Anche nel caso che andiamo a raccontare, il Cardinale Joseph Ratzinger era la massima autorità in materia e non fece NULLA !!!
IL TESTO CHE SEGUE è la versione integrale dell’esposto depositato presso la Procura di Milano dalla vittima, ho solo ritenuto di dover rimuovere il nome della vittima per tutelarla e i nomi di coloro che hanno contribuito a favoreggiare questi crimini. Doveroso sottolineare che la serie di perizie psicofisiche e l’assistenza legale, non è alla portata di tutti, per questo i PRETI PEDOFILI restano impuniti.
PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO
IL TRIBUNALE DI BERGAMO
DENUNZIA – QUERELA
Illustrissima Procura della Repubblica, vogliate accogliere e prendere visione della mia denunzia di cui alle seguenti pagine.
OGGETTO
DENUNCIA CONSEGUENTE A FATTI ILLECITI, VIOLENZE SESSUALI E PSICOLOGICHE, SUBITI DAL 1981 AD OGGI ANCORA, DA PARTE DI SACERDOTE MIO EX PADRE SPIRITUALE, DEL SEMINARIO VESCOVILE GIOVANNI XXIII DI BERGAMO.
Espongo e denuncio:
Io sottoscritto V. A., nato a Bergamo il 26.12.1970 e domiciliato in Via xxxxxx n°xx 20127 Milano, Tel. 366.xxxxxxx, mail [email protected], dichiaro di essere entrato nell’anno 1981 nel seminario Vescovile Giovanni XXIII di Bergamo per dedicarmi agli studi ecclesiastici con la fede e l’ardore che contraddistinguono un giovane credente di quella età ed una ritenuta vocazione per la vita sacerdotale.
Purtroppo però la mia vita è stata precocemente sconvolta dalle violenze sessuali subite nei primi due anni di seminario, a opera dell’allora mio padre spirituale Don A. B., poi deceduto nel luglio 2007 .
Ebbi a subire, fin dal mio ingresso in seminario e con una frequenza pressoché quotidiana, pesanti molestie da parte del richiamato sacerdote il quale le poneva in essere quasi tutte le notti entrando nella camerata che condividevo con altri ragazzi e almeno una volta la settimana nello studio dello stesso sacerdote ove venivano tenuti i colloqui personali con il padre spirituale.
Gli atti cui ci si riferisce sono chiaramente descritti (e qui si richiamano integralmente) nella relazione della D.ssa Alessandra Bramante, Psicologa e Criminologa clinica che da tempo mi ha preso in terapia e che ne ha valutato l’attendibilità delle sue affermazioni e la gravità della patologia che me ne è residuata e alla successiva relazione di consulenza specialistica psichiatrico-forense redatta, dopo visita peritale, dal Dr. Marco Garbarini, specialista Psichiatra Perfezionato in Psicopatologia e Psicologia Forense.
Il mettere in atto molestie da parte del prete in questione verso bambini del seminario messi nelle sue mani da parte di famiglie ignare di tutto ciò , viene confermato dal manoscritto dell’ex vescovo di Bergamo Mons. R., che all’epoca della mia prima lettera raccomandata denunziante i fatti subiti, confermava anche che da parecchi anni si era venuto a sapere di quanto questo prete faceva nella sua vita, ma comunque proseguiva indisturbato e non punito nella sua attività pastorale.
Viene menzionata nella relazione psicologica una tale gravissima turbativa che mi ha lasciato un trauma pesantissimo che non mi ha portato a termine gli studi seminaristici abbandonando il seminario nel 1986, a 16 anni.
Viene inoltre descritta Anche la mia successiva vita “laica” che è stata pesantemente turbata dai patiti anni di reiterate violenze subite con un continuo malessere malamente dissimulato ma sempre presente in ogni mia iniziativa prima di studio e poi lavorativa, ma ancor più nei miei rapporti sentimentali
Il malessere si è però pesantemente aggravato qualche tempo dopo attorno agli anni 2003-2004, quando, nel corso di un colloquio con mia madre che improvvisamente ed inaspettatamente mi chiese cosa mi fosse successo in Seminario, il ricordo di quanto subito si è violentemente quanto impietosamente riaffacciato alla mia coscienza e la stessa mia madre, mi disse che il motivo del mio abbandono del seminario, lei lo aveva intuito e per tutti quegli anni lo aveva tenuto sofferente dentro di sé.
Le violenze poste in essere all’interno del seminario, per la loro gravita, a parer degli specialisti che hanno seguito il mio caso, di cui intendo espormi di persona senza assistenza legale hanno sostanzialmente condizionato sin dall’inizio, ovvero a far tempo dal 1981, la mia vita affettiva e il mio equilibrio psicofisico i cui risvolti veramente devastanti sono chiaramente evidenziati sia nella relazione della D.ssa Bramante stessa che in quella del Dr. Garbarini e che qui vengono allegate, sia per evidenziare la descrizione degli spregevoli atti di violenza messi in atto sulla mia persona (all’epoca avevo undici anni) portati avanti per circa un biennio che per certificare la loro veridicità testata con professionalità dai qualificatissimi consulenti.
Dalla relazione del Dr. Garbarini, lo stesso ha infine quantificato la residualità del danno biologico riscontrata con valutazione medico/legale in ragione di un individuato disturbo post-traumatico da Stress Cronico Moderato, complicato da una patologica strutturazione della personalità valutabile in un valore che può arrivare fino al 25% (venticinque per cento).
In merito alla ricostruzione storica e probatoria della vicenda faccio presente che una volta rivisitata nella mia mente tutta la vicenda nell’aprile del 2004 decido di scrivere e spiegare questo mio tormento interiore all’allora vescovo di Bergamo, Mons. R. che riscontra addolorato e mi invita ad alcuni incontri presso la casa Vescovile di Piazza Duomo 4 Bergamo.
A tali incontri, nei quali viene sviscerata tutta la vicenda con la ricostruzione di quei drammatici momenti e con l’ammissione che la cosa era venuta a conoscenza delle autorità ecclesiastiche che provvidero ad allontanare Don B. dal seminario trasferendolo in altre sedi ecclesiastiche, partecipò anche un allora mio Prefetto nel seminario , Don A. L., con ruolo di segretario personale del Vescovo.
Inizia cosi una serie consistente di comunicazioni scritte e incontri, in merito alle molteplici mie richieste , di dar atto alla scomunica del sacerdote, che mai a nulla valsero. In quegli incontri, avevo inoltre, oltre che a sollecitare le mie richieste di scomunica, prospettavo anche la mia ipotesi risarcitoria da parte dell’Arcivescovado/Curia/Seminario quale unico responsabile e mio tutore sia per coprire le spese dei trattamenti sanitari/psicoterapeutici cui decisi di sottopormi, sia in particolare, per ristorare tutti i gravi patimenti che ebbi e che tuttora ho, oltre ai patimenti vissuti dalla mia famiglia per tutti questi anni, che all’epoca dei fatti, pensava di avere un figlio tra mura e mani sicure.
Purtroppo dopo la morte di Mons. R., avvenuta alla fine del 2009 ho interrotto la trattativa in corso con l’Arcivescovado di Bergamo , per poi riprenderle con il prelato sostituto Mons. Francesco Beschi, a Maggio del 2010 e dal quale non ho mai ricevuto risposta alcuna alle mie innumerevoli lettere raccomandate e tanto meno alle richieste risarcitorie avanzate da un legale all’epoca da me incaricato.
Un’unica riposta arrivò per tramite mail, da parte di un assistente legale dell’arcivescovado di Milano, ( Avv. Mario Zanchetti ) che in seguito ad indagini fatte, rispose che nella diocesi di Bergamo e nel Seminario, nessuno ricordava nulla di queste vicende a parte aver preso visione di tutta la mia documentazione postale inviata dal 2004 al 2010 e pertanto non vi fù nessun incontro o qualsivoglia valutazione risarcitoria per i gravissimi danni subiti.
Prosegue un insistente e praticamente settimanale fino al mese di luglio 2011, invio di richiesta scritta al seminario Vescovile in persona del suo rettore Don Pasquale Pezzoli e alla curia in persona del Vescovo Mons. F. Beschi di incontro, al fine di valutare la chiusura di questa vicenda.
Espongo richiesta scritta in particolare presso il seminario e in modo specifico al rettore Don Pasquale Pezzoli, in quanto lo stesso, all’epoca dei fatti era uno dei miei superiori e collaboratore con il Don B. e al corrente di tutto quanto succedeva. ( di ciò vi è testimonianza di un mio ex compagno non consacrato sacerdote e anche esso oggetto solo di tentata violenza, ma che esponeva all’epoca dei fatti a Don Pasquale Pezzoli, quanto il Don B. stava facendo su di lui e su altri suoi compagni tra cui me. Lo stesso don Pezzoli, rispose di stare zitto e non dire nulla perchè erano solo dicerie e malelingue ).
Ad oggi, dallo stesso don Pezzoli, una banalissima telefonata ricevuta nel mese di Giugno 2011, nella quale mi disse che non sapeva nulla e non poteva fare nemmeno nulla, chiudendo poi rapidamente la telefonata stessa.
Proseguono cosi a parer mio e degli specialisti che seguono il mio cammino psicologico, le violenze sulla mia persona a livello psicologico, dettato dal più completo silenzio alle mie missive, creando in me ancor più dolore e sofferenza interiore, amplificando la non autostima verso me stesso e non permettendomi di vivere normalmente, se non con l’utilizzo in quantità ingenti di prodotti antidepressivi e psicofarmaci.
Dei fatti di cui alla presente sono venuti a conoscenza, nelle varie fasi dello svolgersi della intera vicenda più soggetti che indico come testi ai fini di espletare una corretta istruttoria probatoria.
In ogni caso proprio dopo la forzata quanto sofferta interruzione delle richiamate trattative ho ritenuto di ricontattare tutti i vecchi compagni di seminario e i sacerdoti che allora ebbero con lui contatti e che ritenevo, e ritengo tutt’oggi, a conoscenza dei fatti di cui è causa al fine di potere in questa sede documentarli offrendo le relative informazioni e/o relazioni concessemi durante questi vari incontri.
Pertanto io sottoscritto A. V.
Chiedo a questa illustrissima Procura della Repubblica di Bergamo di precedere nei confronti di tutti i responsabili che verranno ravvisati e per la fatispece di reato ritenuto applicabile, anche con riferimento ai comportamenti omissivi di chi ne era a conoscenza e del relativo concorso ai reati.
Mi riservo di far valere nelle sedi competenti il diritto al risarcimento dei danni verso i responsabili ( Tra cui il Seminario Vescovile Giovanni XXIII ), quantificato in € 788.175,00 a titolo di danno Biologico, oltre al danno morale e da quello subito dalla mia famiglia pari a non meno di € 700.00,00, per un totale di € 1.488.175,00 fino alla data del decesso di Mons. R.. Oltre a quanto sopra, viene richiesto un’ulteriore risarcimento di danno morale pari a € 210.000,00 per violenza psicologica subita in questo lasso di tempo ove invano ho cercato di riallacciare i contatti con la Curia di Bergamo/Seminario, ricevendo in cambio solo ed esclusivamente ignobili e violenti silenzi. L’importo totale di richiesta di risarcimento danni è pertanto pari € 1.698.175,00.
Chiedo, inoltre, di essere avvisato al seguente indirizzo mail ( [email protected] ) in caso di richiesta di archiviazione ex art. 408 c.p.p. o di proroga delle indagini preliminari ai sensi dell’art. 405 c.p.p.
Indico a proposito di violenza psicologica quanto sotto esposto.
Ci sono parole, comportamenti che nessuna legge punisce e che possono uccidere psichicamente una persona o almeno ferirla in modo grave e spesso irreversibile.
La provocazione continua, l’offesa, la disistima, la derisione, la svalutazione, la coercizione, il ricatto, la minaccia, il silenzio, la privazione della libertà, la menzogna e il tradimento della fiducia riposta, l’isolamento sono alcune forme in cui si manifesta la violenza psicologica.
Come si può definire la violenza psichica? È quella strategia che mira a uccidere, distruggere, annientare, portare al suicidio una persona, senza spargimento di sangue. La caratteristica fondamentale di questi comportamenti è la crudeltà esercitata dall’aggressore, il quale ben sa che lesioni fisiche o violenze sessuali potrebbero essere punibili come reato.
Le strategie che mette in atto chi decide di annientare un essere umano sono molto subdole e mirano prima di tutto ad anestetizzare la vittima designata in modo che non possa reagire.
La vittima chiede anche alla procura di accertare le responsabilità alle quali si sono sottratti una notevole serie di prelati. “la chiesa accusa noi vittime di fare di tutta l’erba un fascio”, purtroppo i meccanismi di criminale omertà utilizzati dalla Chiesa coinvolgono tutti i preti, lo dimostra il fatto che in tutti i casi, “TUTTI SANNO MA NON ESISTE UNA DENUNCIA DA PARTE DI PRETI O VESCOVI IN TUTTO IL MONCO”, come mai ? Non è forse complicità questa?
INVITO INOLTRE QUESTA ILLUSTRISSIMA PROCURA DELLA REPUBBLICA A VOLER SOTTOPORRE I SEGUENTI QUESITI ALLE PERSONE DA ME SOTTO/ELENCATE, QUALI TESTIMONI E / O PERSONE INFORMATE DEI FATTI:
Testi con relativi capitoli di prova
1. Don A. L. segretario personale del Vescovo Mons. R.:
· Vero che negli anni ottanta è stato il prefetto del Sig. A.V. nel Seminario di Bergamo?
· Vero che lei negli anni 81/82/83 era venuto a conoscenza del fatto che Don B. era indicato come autore di molestie sessuali su giovani seminaristi ?
· Vero che dal 2004 lei è venuto a conoscenza che il sig. A. V. stava sottoponendo alla curia di Bergamo la sua posizione in merito alle molestie sessuali subite negli anni ottanta ?
· Vero che era per cui a conoscenza che l’allora vescovo R. e il Don P. stesso, erano a conoscenza dei fatti di molestie e violenza ?
· Vero che lei ebbe , nel corso del 2004, un colloquio con il sig. A.V. ed il suo legale Matteo Pagani su espresso incarico ricevuto dell’allora vescovo Mons. R. per verificare fatti e circostanze che lo stesso A.V. lamentava come ricevute violenze e molestie sessuali da parte di Don B. nel corso del periodo trascorso presso il Seminario di Bergamo ?
· Vero il A.V. ebbe più colloqui nel corso degli scorsi anni con il Vescovo di Bergamo Mons. R. nella casa vescovile al fine di discutere delle vicende sopra richiamate e in due occasioni venivano versate al sig. A.V. in contanti Euro 10.000 quale anticipo del risarcimento che lo stesso Vescovo si era impegnato a fargli riconoscere ?
2. Don G. A.
· Vero che negli anni ottanta frequentava il Seminario di Bergamo con il sig. A.V. sia pure in sezione diversa?
· Vero che era a conoscenza del fatti che Don B. molestava sessualmente alcuni giovani seminaristi o per lo meno che il soggetto in questione faceva cose strane di notte nelle camerate dei seminaristi?
· Vero che sapeva del fatto che il Don P. P. era a conoscenza di quanto accadeva in quegli anni e in particolare delle molestie messe in atto da Don B. ?
· Vero che anche lei ebbe la sensazione di tentativo di molestia da parte dello stesso prete durante un colloquio, quando lui le accarezzò il collo della maglia che indossava e che riferi al Sig. A.V. questa cosa nell’incontro tenutosi qualche mese fa con lei ?
· vero che una sera sentì una conversazione nella sala degli educatori e superiori ove erano presenti M. M., Don B. F., Don P. P. e tutti i prefetti che parlavano di quanto stava accadendo in relazione alle molestie poste in essere da Don B. ?
3. Don P. S. e Don P. R.
· Vero che sin dall’epoca dei fatti ( 1981/1982/1983 ) eravate al corrente del comportamento tenuto da Don B. in quanto riferitovi ciò dall’allora compagno G. A. ?
· Vero che sapeva del fatto che il Don P. P. era a conoscenza di quanto accadeva in quegli anni e in particolare delle molestie messe in atto da Don B. ?
4. Don P. M.
· Vero che lei è stato compagno episcopale di Don B. recentemente prima della sua morte?
· Vero che è a conoscenza del fatto che alcuni seminaristi lamentarono molestie ricevute da Don B.?
· Vero che lei sostenne poco tempo fa con un collega prete che il suo compagno Don B. era comunque una brava persona anche se aveva questo piccolo difetto ?
· Vero che sapeva del fatto che il Don P. P. era a conoscenza di quanto accadeva in quegli anni e in particolare delle molestie messe in atto da Don B. ?
6. A. C.
· Vero che Don B. con lei ebbe a porre tentativo di molestie a carattere sessuale alle quali lei si oppose ma che tanto la turbarono ?
· Vero che in relazione a tale comportamento lei ebbe ad abbandonare il Seminario in maniera notevolmente traumatica trasferendosi persino all’estero?
· Vero che era al corrente del fatto che Don B. teneva analogo comportamento anche con altri giovani seminaristi ?
· Vero che sapeva del fatto che il Don P. P. era a conoscenza di quanto accadeva in quegli anni e in particolare delle molestie messe in atto da Don B. ?
7. V. L. e V. M.
· Vero che negli anni 80, durante la vostra frequentazione del Seminario di Bergamo siete venuti a conoscenza di molestie sessuali che Don B. poneva in essere nei confronti di giovani seminaristi ?
· Vero quando di tali fatti avete reso edotti i vostri educatori vi veniva riferito di non parlarne con altri e che erano solo malelingue ?
8. Mons. M. M. e Don F. B.
· Vero che all’inizio degli anni ottanta lei rivestiva il ruolo di “superiore” nella sezione delle scuole medie del Seminario di Bergamo dove il A.V. frequentava e il Don B. aveva ruolo di padre spirituale ?
· Vero che a lei era giunta notizia di lamentate molestie sessuali ad opera di Don B. sin dal 1981/82/ ?
· Vero che sapeva del fatto che il Don P. P. era a conoscenza di quanto accadeva in quegli anni e in particolare delle molestie messe in atto da Don B. ?
9. Mons. P. P.
· Vero che lei all’epoca dei fatti era un superiore/insegnante nel reparto delle scuole medie ed era venuto a conoscenza di quanto accadeva di notte e di giorno ad alcuni giovani seminaristi o meglio che venivano molestati da Don A. B. ?
· vero che un certo bambino alunno e seminarista di nome C. D., venne da lei a riferire che il Don B. aveva provato a molestarlo e che molestava altri suoi compagni e lei rispose in duro modo che erano male/voci e comunque doveva stare zitto e non dire nulla perchè non era vero mentre invece ne era perfettamente a conoscenza ?
· Vero che in tutti questi anni lei ha sempre saputo cosa combinava nelle varie parrocchie ove veniva mandato/spostato il Don B. ? ( non è mai stato allontanato dall’attività Pastorale e in ogni luogo ove ha prestato servizio immancabilmente adescava e molestava qualche bambino )
10. Sig. C. D.
· Vero che durante la sua permanenza in seminario negli anni 1981/82 venne operato di appendicite e in degenza trasferito presso l’infermeria del Seminario di Bergamo ?
· Vero che durante la sua degenza il suo padre Spirituale Don A. B. gli venne a far visita e prese la scusa di voler vedere la sua ferita per tentare di abusare di lei, vista la posizione della ferita ?
· Vero che informò di quanto sopra il superiore Don P. P. e lo stesso in modo duro le riferì di stare zitto e non dire nulla perchè non era assolutamente vero e se lo era solo immaginato ?
· Vero che riferì anche di sapere che lo stesso prete faceva queste cose anche su altri bimbi e lo stesso le rimproverò di nuovo di stare zitto che erano solo male/lingue ?
11. D.ott.ssa Alessandra BRAMANTE :
· Riferisca sulle risultanze della valutazione peritale che si produce a sua firma e su quanto ha riscontrato sulla personalità del Sig. A.V. e riferisca sul fatto che lo stesso è da tempo in cura con psicoterapia presso il suo studio .
·
Si richiede inoltre che venga disposta una consulenza tecnica al fine di valutare l’attuale stato psicofisico dell’attore e la quantificazione del danno biologico in relazione al patimento psichico causato dai fatti di cui è causa .
Allego mediante deposito in cancelleria la seguente documentazione:
1. Perizia medico/legale rilasciato dal dott. Marco Garbarini – psichiatra con specialità in psicologia forense ;
2. Relazione clinica della D.ssa Alessandra Bramante – psicologa e criminologa clinica
3. Dettaglio storico corrispondenza intercorsa con il precedente Vescovo di Bergamo mons. R. inviata per tramite raccomandata al vescovo attuale Mons. Francesco Beschi.
4. Unica riposta ricevuta via Mail da Avv. M. Zanchetti per conto Curia.
5. Lettere raccomandate inviate al Rettore del Seminario e al Vescovo Mons. Francesco Beschi fino ad oggi e alle quali non è seguita alcuna risposta.
Distintamente
A. V.
Allego prima di concludere, il testo di 2 lettere inviate dal Vescovo R. alla Vittima A.V.. emerge come sempre l’indifferenza della chiesa, la contraddizione di frasi fatte e disoneste, che non escono dal cuore.
1)
Bergamo 24 Agosto 2004
Egregio sig. A. “riporto come da testo originale, non mette neppure il cognome della vittima”
Ho letto il suo scritto con dolore e sconcerto per le sue vicende passate e per la sua sofferenza presente.
Mi sento profondamente addolorato per l’origine di questa dolorosa situazione da me non conosciuta.
A nome di tutti le chiedo scusa e le prometto di ricordarla nelle mie povere preghiere perchè possa raggiungere la serenità sperata.
Se lo ritiene utile la incontrerei volentieri. Le garantisco che da diversi anni, cioè da quando si è conosciuto qualcosa, la persona da lei indicata è stata messa in condizione di non aver più contatti con i ragazzi.
Con profonda e sincera partecipazione alla sua sofferenza la saluto cordialmente e le auguro giorni più sereni.
+ R.
2)
Gentilissimo Sig. A.
le chiedo scusa per non aver risposto al suo scritto del 30.11.2004: sono stato travolto da moltissimi impegni che mi hanno reso impossibile di rispondere a molte lettere.
Quindi non c’e’ nessuna motivazione particolare ma l’impossibilità fisica di sedersi alla scrivania .
Ancora chiedo perdono.
Sono contento di poterla incontrare anche se dovremo collocare tale incontro dopo il 6 aprile.
Infatti i prossimi giorni sono già completamente occupati dagli impegni pastorali legati alla Pasqua.
In più il 30 di marzo partirò con un gruppo di sacerdoti per un pellegrinaggio. Lei telefoni al mio segretario Don Alessandro Locatelli ( 035.xxxxxx ) per concordare la sua visita con le mie possibilità.
La ricordo nelle preghiere perchè la Pasqua doni speranza e serenità al suo cuore tormentato. Saluti e auguri di buona pasqua.
Bergamo 15.Marzo 2005
+ R.
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