“PENSARE PAROLE”: recensione per martedì 30 dicembre 2014
“LA REGINA DEI CUPCAKES” di ELISA DELLA SCALA;
Il primo romanzo di Elisa Della Scala è “LA REGINA DEI CUPCAKES”, un romanzo sorprendente per scrittura e originalità, interessante e scorrevole; un romanzo che parla al lettore, che mette in discussione le certezze di ognuno di noi, che parla del grigiore dell’esistenza, della paura di osare e la scrittrice lo fa con una naturalezza bellissima, con estrema disinvoltura, attraverso le gesta del protagonista Antonio ci guida in un viaggio introspettivo con pacatezza e fermezza allo stesso tempo, un racconto onesto che arriva al cuore del lettore. Il leit motiv del romanzo è un incitamento a sognare, a credere in un futuro diverso e migliore, e anche se i sogni non si realizzeranno l’importante è averli coltivati e inseguiti; e non c’è retorica in tutto ciò perché il romanzo vive di autentica luce ispiratrice; è veramente brava Elisa Della Scala a miscelare gli elementi della narrazione e renderla sincera e reale, un viaggio verso il desiderio di provare e di sognare che accompagna il lettore verso l’ultima sorpresa finale. Questo cammino viene narrato in flash back e diretta per il protagonista nella cui vita tutto può cambiare da un momento all’altro; è un romanzo che ricorda che non è mai troppo tardi per cambiare. E’ la storia di Antonio Esposito a cui ci si affeziona pian piano perché è un personaggio aspro, disincantato e rassegnato all’inizio; poi lui inizia a raccontare, tra ricordi e vita presente, la sua vita mediocre fino all’esplosione dei suoi desideri e della sua ricerca della felicità, frase abusata certo, ma che ha un senso profondo in questo romanzo dove nulla è banale e lasciato al caso. Un libro interessante che inizia in maniera pacata per poi correre verso la descrizione dei sentimenti e delle frustrazioni del protagonista e arrivare quindi ad una fase sorprendente dove accade un qualcosa di imprevisto e il protagonista si ritrova a fare i conti con sé stesso e i suoi reali bisogni. Non scontato, né vuoto in tutti i suoi passaggi il romanzo colpisce per la sua sostanziale concretezza e per quella sottile ironia e perseveranza che lo pervade e che rende il racconto assolutamente credibile e vivace.
DANIELA MEROLA