“PENSARE PAROLE”: recensione libro per martedì 17 marzo 2015
“SE MI VUOI BENE” di Fausto Brizzi;
Il nuovo romanzo del regista Fausto Brizzi è “se mi vuoi bene” edito da Einaudi Stile Libero. Il regista e ora anche scrittore di successo concede il bis dopo il commovente ed efficace “cento giorni di felicità”. Il tema del romanzo è l’inquietitudine, quel malessere interiore chiamato depressione, quella negatività che toglie la voglia di vivere e che accompagna il protagonista del libro, l’avvocato Diego Anastasi. Una ottima conferma per Brizzi con questa bella storia narrata tra humor e riflessioni argute come è nello stile del regista. E’ un romanzo entusiasmante, schietto, brutalmente sincero, nonostante si narri di quel mal di vivere, di una malinconia che non da scampo e con la quale ognuno può immedesimarsi. Ecco, la scrittura di Brizzi, così naturale, porta il lettore all’immedesimazione. La trama narra di Diego Anastasi che a quarantasei anni si ritrova solo, con un matrimonio alle spalle e una depressione in piena evoluzione. Scopre che tutte le persone che ama non hanno tempo per lui ma che alla fine neanche lui ha mai avuto tempo per loro, una terribile scoperta per Anastasi che decide così di adoperarsi per coloro che ama ma riesce a raggiungere solo risultati catastrofici. Ci sarà quindi una inesorabile presa di coscienza sua, un mea culpa che lo porta alla depressione in un crescendo di lacrime e risate sarcastiche. Una catarsi totale con conseguente rinascita lo salveranno. La narrazione è coinvolgente, e questo è il maggior pregio di Brizzi che alterna umorismo e serietà, leggerezza e profondità; i tempi del dolore e quelli dell’amore sono descritti benissimo. La leggerezza profonda dell’autore coinvolge il lettore fino all’ultima pagina per vedere come si salverà Diego Anastasi in questo romanzo pieno di auto-ironia, una ironia anche tragicomica perché no, che unisce il protagonista al lettore fino alla fine. Il romanzo racconta quella sottile differenza che c’è tra volere bene e far del bene, come dice l’autore stesso. Il riscatto di Diego Anastasi, un po’ l’alter ego di Brizzi, un po’ quello di tutti, è in questa salace e acuta narrazione che riesce a descrivere l’universo dell’io nascosto per poi tirarlo fuori con una escalation di positività fino al riscatto. Si può dire che Brizzi si è ritagliato uno spazio tutto suo nella narrativa italiana affinando un suo personale stile narrativo “soft ma incisivo”, la sua scrittura è capace di una leggerezza ironica che conquista anche narrando di temi importanti come la morte con “cento giorni di felicità” e la depressione con questo “se mi vuoi bene”, una leggerezza dettata da una profonda riflessione che trasmette al lettore.
DANIELA MEROLA