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Pensavo che fossero giornali "progressisti"...

Creato il 03 aprile 2015 da Tafanus

20150303Lo pensavo di "Repubblica" che seguivo dal suo "numero zero", e ho purtroppo dovuto smettere di pensarlo da quando è sempre più spudoratamente "embedded" al peggior renzismo.

Mi restava l'Espresso, che leggo da quando era largo come un lenzuolo a due piazze, era in bianco e nero, e macchiava le mani d'inchiostro. Poi è arrivata la mutazione genetica di Giampaolo Pansa, l'arrivo del "progressista" Marco Travaglio, lo "slittamento a slavina" delle direzioni, sempre più destrorse, fino al numero di oggi, aperto da un editoriale dell'attuale direttore, Luigi Vicinanza, che trovo assolutamente vergognoso (non Vicinanza... il suo editoriale).

Omen Nomen... Vicinanza. Vicinanza a chi? Vicinanza perchè?

A dire la verità, la copertina odierna apriva il cuore alla speranza: parlava dello sfascio del PD, e citava persino Renzi. Come colpevole dello sfascio del PD? No, come Renzi "as anima bella" che cerca disperatamente di salvare il PD (Partito Democratico, erede dei DS - Democratici di Sinistra, del PDS - Partito Democratico di Sinistra, del PCI - Partito Comunista Italiano) dallo sfascio...

Mai fermarsi ai titoli ed alle copertine (come insegna il titolo di "Giornalettismo" che abbiamo pubblicato recentissimamente) nel quale si parla - senza pudore - degli 87.000 euro "per il vino di D'Alema").

Così, travolti da insolita speranza, e "mislead" dalla copertina de l'Espresso di oggi, ci siamo tuffati nella lettura dell'editoriale di Luigi Vicinanza, e siamo rimasti basiti.

Quoque tu, Espresso, fili mi??? Leggiamolo, questo editoriale, prima di fare delle considerazioni... Iniziando dal titolo e dal sottotitolo...

20150403-editoriale

Basterebbero questo titolo e questo sottotitolo, per toglierci il fastidio di andare avanti... Qual è il PD che si "rottama da solo"??? Ma quello pre-Renzi, of course... La Ditta (come da neologismo di Bersani).

Ischia, Roma, le cooperative. Nuovi scandali che coinvolgono soprattutto ex PCI. E subito cancelli dalla mente Lupi, Incalza, gli appalti del NUOVO PD - quello di Renzi - cogli appalti delle grandi opere affidati sempre alle stesse, nuovissime ditte... E il magnifico, esilarante sottotitolo di "Vicinanza" (sinonimo di "prossimità"?) si affretta a scagionare Renzi. Il quale, in fondo, è solo il Segretario del PD e il Presidente di un Consiglio che si regge su una incestuosa alleanza con personaggi come Berlusconi, Verdini, Angelino Alfano...

...Ma con un partito così Renzi non può rinnovare il Paese...

La colpa dello sfascio sociale del PD, dei tesseramenti crollati sotto il 50%, degli elettori PD che hanno disertato le urne in massa, anche nelle roccaforti rosse, sono quindi di chi aveva "non vinto" (ma neanche perso) le politiche, facendo affidamento SOLO su voti di sinistra. Ora "con Renzi si vince". Nell'ultima Leopolda Renzi aveva persino messo il logo "41", a caratteri cubitali, nella scenografia della minchiata. "41" è l'arrotondamento (in eccesso) del risultato delle europee. Ma se Renzi di intesta il "41", dobrebbe, ora che viaggia verso il 37, intestarsi anche il logo "-4"... O no?

Ma andiamo nel corpo dell'articolo di Luigi Prossimità:

C'È DELL'UMORISMO involontario nel titolo dell'ultimo libro di Massimo D'Alema, "Non solo euro", cinquecento copie del quale sono state acquistate dalla cooperativa rossa Cpl Concordia, quella che trafficava con il sindaco d'Ischia. E già, non solo euro. Ma anche vino. Duemila bottiglie di rosso. Dalemiano, rigorosamente. Acquistate sempre dalla stessa coop. Saperi & sapori: la via rivoluzionaria per la conservazione del potere.
NULLA DI ILLEGALE, è stato ripetuto. Ed è bene ribadirlo. Come nel caso del Rolex regalato al figlio dell'ex ministro Maurizio Lupi. Così si usa a Roma e dintorni. D'altra parte è tutto ancora da verificare il fondamento dell'inchiesta condotta da un pm napoletano famoso non certo per i risultati processuali.

Intanto però le carte giudiziarie, prima di un reato, ci parlano di una diffusa spregiudicatezza nei comportamenti. Non è roba da codice penale, ma da codici di stile. Ecco dunque sempre dalla Cpl Concordia un versamento di 60mila euro alla fondazione che fa capo a D'Alema, Italianieuropei. Con tre distinti bonifici negli anni. Dunque verosimilmente fatturati. Ma rimasti finora riservati. Difficile credere a una donazione disinteressata (...e no, caro Vicinanza! Io appartengo purtroppo all'era della "questione morale" - quando lei scriveva per Rizzoli - era nella quale i "reati" venivano, almeno per Berlinguer, prima delle questioni di stile... NdR)

L'associazione dalemiana, interpellata da "l'Espresso" tre mesi fa in occasione di una preveggente copertina, "Le casseforti dei politici", disse di preferire la segretezza dei conti alla trasparenza sui nomi dei donatori. Perché quel tipo di finanziamento non ha regole. Ognuno fa come gli pare. Leader nazionali e capetti di periferia si sono intestati la loro fondazione. Di destra come di sinistra. Promuovono convegni, riviste e vino quando serve. Senza vergogna.
UNA ONOREVOLE tradizione politica, tramandata dal Pci di Berlinguer, si spappola definitivamente in affarucci di bottega o in tangenti d'oro. Con le cooperative rosse sempre più spesso al centro di inconfessabili patti scellerati. Peggio del peggior capitalismo. Corruttori delle regole di mercato in nome di una solidarietà sociale perduta e umiliata (...solo le "Cooperative Rosse"... Nella sua pluridecennale attività giornalistica MAI è capitato a Prossimità di accorgersi di malefatte di cooperative bianche e verdi, di "inciampi" di vario genere sulla strada di Comunione & Ristorazione... Solo Cooperative Rosse. Secondo uno strabismo politico degno dei peggiori Sallusti, Belpietro e Feltri... NdR)

Appare dunque come una beffa della storia l'accusa rivolta a Matteo Renzi dalle agitate minoranze interne del Pd: non sei di sinistra (...fantastico...) Riducendo l'essere di sinistra a un'etichetta, a una rendita di posizione, senza valori e contenuti. La "ditta" di bersaniana memoria si è disintegrata per colpa dei suoi troppi difetti, prima ancora che per la rottamazione renziana. Da Ischia a Venezia, lungo tutto lo stivale, è un festival di pasticci. Tale da mettere a rischio la stessa sopravvivenza del Partito democratico, con tutta l'arroganza della "vecchia guardia". È il tema della nostra inchiesta di copertina di questa settimana (...caro Prossimità... e se facesse una bella articolessa su due colonne... a sinistra "i pasticci", e a destra gli "autori" e le "appartenenze correntizie" degli autori dei pasticci? Comincia lei o comincio io? NdR)

Al premier-segretario questo partito sta stretto più di quanto dica Massimo D'Alema che ancora pochi giorni fa evocava manovre di scissione. Fuori da Palazzo Chigi e dalla stanze del Nazareno è evidente l'assenza di controllo. Il rinnovamento non si intravede oltre il perimetro degli studi tv. Non è necessario spingersi nel profondo Sud, basta restare a Roma. Il rapporto stilato da Fabrizio Barca, dirigente rigoroso, studioso di valore, racconta di un'organizzazione inquinata, dannosa (vedi "l'Espresso" n. 13): un iscritto su cinque è fasullo; la compromissione con i clan di Mafia Capitale inquietante. Il contenitore è corrotto. C'è ancora del contenuto da salvare? Con buona pace di quegli onesti e generosi militanti resistenti a ogni choc.
PER LO STESSO MATTEO RENZI è difficile liberarsi di notabili e capifazione quando questi controllano ingenti pacchetti di voti. (...clamoroso al Cibali... Gli è scappata, questa, al Vicinanza... Il "Rottamatore Savonarola" che non riesce a liberarsi di capibastone portatori di voti a pacchi... Bravo, Vicinanza. A volto il sub-conscio gioca brutti scherzi... NdR) Giosi Ferrandino, il sindaco di Ischia arrestato, alle europee del maggio scorso ha rastrellato in tutto il Sud oltre 80mila preferenze. Sì, quelle stesse preferenze che, secondo convenienza, vengono sbandierate come strumento di democrazia e partecipazione per la selezione dei gruppi dirigenti. E i risultati si vedono. Negativi. La narrazione renziana è lontana dalla realtà. Non basta rottamare. Quel che resta del Pd va rifondato. È in gioco la stessa credibilità del segretario e del suo progetto politico. Se non rinnova in casa, come può rinnovare l'Italia? (...Vicinanza, mi perdoni... Non era questo il paragrafo giusto per dirci su quale carro viaggi attualmente il galantuomo Ferrandino? E come mai gli è stato permesso di salirci, visto che aveva i "documenti di viaggio" non proprio immacolati? Che anche per il Rottamatore Savonarola i voti si contino, ma non si odorino? NdR)

Luigi Vicinanza

Faccia uno sforzo, caro Vicinanza: ce lo spieghi lei, che crede a Babbo Natale, a Biancaneve, e a Renzi che rinnova qualcosa...  Noi le nostre risposte ce le siamo già date. Da soli.
Facciamo una prima considerazione, strettamente quantitativa. Ho "passato" questa articolessa su word (che dispone della funzione "contaparole) e ho scoperto che l'articolessa è composta di 558 parole, di cui solo 106 (meno di un quinto) dedicate a Renzi che - mi dice l'esperto - guida il partito manu militari da un paio d'anni. Lo stesso Renzi che ha accettato l'accoppiata Lupi/Incalza. Lo stesso Renzi che - Enrico Letta Regnante - ha preteso la testa della Cancellieri, ma al quale stanno bene quattro membri del Governo inquisiti (la Cancellieri non lo era), e lo stesso Renzi che grazie alla "primarie aperte" da lui fortemente volute per andare alla conquista del Palazzo d'Inverno, ora ci infligge l'affaire Agrigento (dove un italoforzuto vince le primarie del PD).

Caro Prossimità... è "nuovo che avanza" Giosi Ferrandino? Basterebbe leggere un giornale qualsiasi (i Direttori devono informare, ma prima ancora tenersi informati), per sapere chi sia l'arrestato Giosi Ferrandini, al quale dedica, pudicamente, quattro parole in croce... Ma proviamo a leggere questo articolo dello Huffington Post, che sulla biografia molto variabile di Ferrandino è più generoso... Ci informa persino (cosa che il Dottor Vicinanza, distratto, trascura di dire, che Fiorentino è uno dei tanti imbarcati sul carro del Renzismo (molto capiente, e pochissimo selettivo... Leggiamo l'articolo, cliccando sull'immagine in calce:


Pensavo che fossero giornali

...Giosi Ferrandino: Ultima Fermata Frignano sull'Arno...

...ma forse lei, stordito dall'odore del vino di D'Alema, non si è accorto del puzzo delle mazzette metanifere che arrivava da Ischia, e dal renzista Ferrandino. Così come si è giustamente indignato per il fatto che D'Alema abbia incassato 960 euri di diritti d'autore per i 500 libri venduti alla Cpl, e non abbia mai scritto (mi sono perso qualcosa?) una articolessa sulle "vacanze a Courmayer" di Matteo e dei suoi cari con aereo di stato... Mi informano gli addetti ai lavori che sia costato più delle 2000 bottiglie di vino di D'Alema. Anche il viaggetto in Falcon della Pinotti è costato di più, ma sembra che la cosa non abbia sconvolto Vicinanza.

Un'altra perla: come sono le cooperative? "Rosse". Per definizione. Il bravo Vicinanza non ha MAI sentito parlare di cooperative bianche? e di cooperative verdi? Noi si.

Incuriositi da tante, troppe coincidenze, ci è venuta la curiosità di leggere quale sia il curriculum giornalistico di Vicinanza (che fino a qualche mese fa non avevo mai sentito nominare (e quindi non avevo avuto la possibilità di inserire nel firmamento delle "Grandi Firme".  Ecco cosa abbiamo trovato (basta andare su Wikipedia):

  • Luigi Vicinanza inizia a lavorare giovanissimo al quindicinale La Voce della Campania, diretta da Ennio Simeone, come correttore di bozze.
  • Nel 1975 ha il ruolo di corrispondente da Castellammare per L'Unità. Nel 1976 inizia a lavorare nella redazione di Napoli chiamato dal capocronista Rocco Di Blasi e diventa professionista nel maggio 1981.
  • Nel 1988, direttore Gerardo Chiaromonte, viene chiamato a Roma e nominato caporedattore di notte. Negli anni a L'Unità si occupa di politica, lavoro e sindacato, cronaca nera e cronaca giudiziaria.

Poi, forse perchè stanco dei turni di notte, forse perchè stanco della sinistra, Vicinanza inizia un altro percorso...

  • Nel 1989 viene assunto da Eugenio Scalfari a la Repubblica prima in cronaca nazionale e poi nell'ufficio centrale.
  • Nel 1994, da caporedattore, va a Napoli come responsabile della redazione locale de la Repubblica.
  • Dal 1998 al 2000 è vicedirettore de il Mattino di Napoli (Per la cronaca... Il Mattino, nato come braccio cartaceo armato del Banco di Napoli, passa nel '76 ai Rizzoli dell'epoca gloriosa della P2, e dal 1996 entra nell'orbita dei palazzinari romani Caltagirone (...'a Fra'... che te serve?...).
  • Nel 2000 torna a dirigere la redazione napoletana de la Repubblica, dove resta fino al 2004.
  • Nel 2001 in un articolo pubblicato su la Repubblica conia il neologismo mediasettizzato (Treccani, Neologismi, parole nuove dai giornali, ed. 2009, pag.406).
  • Nel 2004 diventa direttore responsabile de La Città di Salerno, giornale locale del Gruppo Espresso.
  • Dal 2006 al 2010 è direttore responsabile de Il Centro (Gruppo Espresso), giornale abruzzese con sede a Pescara. Sono anni cruciali per l'Abruzzo a causa del terremoto dell'Aquila nell'aprile del 2009.
  • Nel 2010 è nominato direttore editoriale dei 18 giornali locali Finegil/Gruppo Espresso.
  • Dal 2011 è componente dei consigli di amministrazione di Finegil, SETA (Bolzano), Editoriale Libertà (Piacenza).
  • Il 9 ottobre 2014 viene scelto come direttore de l'Espresso.

Vogliamo dirlo? non ci sembra una fulminante carriera, quella di Vicinanza, se nel 2010, dopo 35 anni di onorata carriera, lo troviamo Direttore del"Centro", giornale abruzzese con sede a Pescara... Se sfogliamo l'elenco dei Direttori che hanno fatto grande l'Espresso, c'è da rimanere basiti per l'involuzione che il giornale ha subito negli ultimi anni...

DIRETTORI DE L'ESPRESSO

   Arrigo Benedetti (2 ottobre 1955 - 2 giugno 1963)
   Eugenio Scalfari (9 giugno 1963 - 24 marzo 1968)
   Gianni Corbi (31 marzo 1968 - 5 aprile 1970)
   Livio Zanetti (12 aprile 1970 - 1º luglio 1984)[4]
   Giovanni Valentini (15 luglio 1984 - 7 luglio 1991)
   Claudio Rinaldi (14 luglio 1991 - 29 luglio 1999)
   Giulio Anselmi (5 agosto 1999 - 7 marzo 2002)
   Daniela Hamaui (14 marzo 2002 - 5 agosto 2010)
   Bruno Manfellotto (12 agosto 2010 - 9 ottobre 2014)
   Luigi Vicinanza (17 ottobre 2014 - in carica)

...e noi qui ci chiediamo, senza trovare una risposta, cosa diamine c'entrino con la storia ormai sessantennale de l'Espresso, personaggi come Bruno Manfellotto (paracadutato su l'Espresso in diretta da Segrate e dal "Panorama" mondadorian-berlusconiano, e come Luigi Vicinanza... Lo confesso... Sarà colpa della mia ignoranza, ma quando, qualche mese fa, ho letto il nome del Vicinanza, mi sono chiesto: "Carneade? Chi era costui?"

Ora, finalmente, comincio a trovare qualche risposta...

Tafanus

0502/0630/0830 edit

 


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